La fornace (Das Kalkwerk) di Thomas Bernhard - 1ª ed. originale 1970
Data: Lunedì, 27 gennaio 2014 ore 07:30:00 CET
Argomento: Redazione


La fornace è uno dei primi romanzi pubblicati da Thomas Bernhard, nell’originale tedesco nel 1970, in Italia nel 1984 (e successivamente da Einaudi nel 1991). È un’opera surreale e complessa, dove creatività e ossessione si mischiano nella lugubre narrativa orchestrale a più voci. La storia inizia con un uxoricidio: il personaggio Konrad ha fatto saltare le cervella della moglie con una carabina Mannlicher e poi si è nascosto in un letamaio. Così lo trovano e così lo arrestano.
Da questa scena grottesca, Bernhard inizia la sua storia, quella di una coppia insidiosamente e simbioticamente legata, raccontata in ondate ipnotiche dalla gente del posto – i funzionari, i venditori, gli spazzacamini, i pettegoli di Sicking, il paese austriaco ove il dramma si è svolto.

L’uomo, Konrad, è consumato dal suo compulsivo lavoro – un libro che sta scrivendo e che, secondo lui, diverrà un pilastro e punto di definitivo riferimento per la scienza dell’udito. La moglie, Zryd, una storpia incastrata su una sedia ortopedica, è l’inescapabile vittima di Konrad e dei suoi ossessivi esperimenti (le bisbiglia una frase nell’orecchio migliaia di volte, esigendo impossibili gradi di percezione aurale). Zryd non sa capire, né ha la forza di dirselo, se il marito sia un pazzo allucinato o un genio incompreso. Per tre decadi Konrad ha aspettato il momento ideale, la perfetta serie di circostanze, per poter iniziare a scrivere il suo capolavoro di ricerca, con scoperte e conclusioni.

Ma non inizia mai, e ora è vecchio. Lo vediamo mentre compulsivamente invita la rovina totale. Lo sentiamo strisciare da un momento all’altro, impaurito dal fallimento... E se iniziasse veramente a scrivere e si beccasse un raffreddore? E se finisse il suo trattato e poi venisse giudicato futile? E se sua moglie lo dovesse distruggere? Persino nel completo isolamento della vecchia fornace, dove la coppia abita, Konrad si sente continuamente distratto. Immagini allucinatorie di ladri lo spaventano. Accumula strane provviste per visitatori non voluti. La moglie lo tormenta. Deve darle da mangiare, leggerle ad alta voce, portarle il sidro dalla cantina (un bicchiere per volta) tenerle la voluminosa corrispondenza con passata (e da lui dimenticata) servitù, provare le manopole che da anni Zryd fa a maglia e poi disfa, curarle le otiti dovute ai continui esperimenti... finché la spietata monotonia esplode in un bagno di sangue.

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





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