‘U zu Carmine e Ciccineddu in contrada Lastra
Data: Domenica, 26 gennaio 2014 ore 07:45:00 CET
Argomento: Redazione


‘U zu Carmine volle "dedicare" un paio di giorni al suo vigneto in contrada "Lastra".
Con il suo fedele amico, il giovane asino Ciccineddu, trasportò nell’appezzamento di terra due fascine di aste di legno ben appuntite. Ogni asta serviva per essere conficcata nel terreno, accanto alle viti, come sostegno, farle sviluppare ben dritte verso l’alto e nello stesso tempo rinforzarle contro le intemperie della natura.
Le aste erano state preparate per tempo do’ zu Carmine, con la legna raccolta nel bosco vicino al paese, aveva scelto dei rami dritti e poi con l’ascia, l’accetta, li aveva intagliati da una parte, con la punta ben appuntita, e, dall’altro capo, a forma tonda per poterli conficcare, con l’aiuto di un martello, nel terreno.
Quella mattina ‘u zu Carmine si alzò di buon ora e, dopo aver fatto colazione, scese nella stalla, accarezzò la testa di Ciccineddu, gli diede la solita zolletta di zucchero, gli mise il serraglio e lo condusse alla biviratura della gebbia. Ritornato a casa, gli mise il basto, ‘u varduni, le sacche, ‘i vèttuli, con il mangiare e le brocche, ‘i bùmmuli, per l’acqua da bere. Poi caricò le fascine di aste, ‘i palocchi, e si avviò verso la contrada della Lastra, costeggiando il paesino nebroideo.

Arrivato alla Lastra, ‘u zu Carmine, scaricò, spaiò, Ciccineddu di tutti i suoi pesi, gli tolse il serraglio e lo condusse alla vicina biviratura che costeggiava la trazzera che conduceva alle Ciappe, riempì d’acqua le brocche, ‘i bummuli, e rientrò nel vicino appezzamento di terra. Poi ‘u zu Carmine, armato di martello, si accinse a mettere le aste, ‘i palocchi, per ogni vite, mentre Ciccineddu brucava tranquillamente nel terreno circostante.
Iniziò così "l’impaloccatura" da’ vigna, facendo in modo che la parte appuntita penetrasse in profondità nel terreno, alla giusta altezza e distanza una dall’altra, in modo tale da legare, per ogni asta, una striscia di cordicella, ‘u spagu, per racchiudere sia la pianticella di vite che l’asta di legno, così da assicurare la crescita diritta e l’opportuno sostegno in caso di forte vento.

A mezzogiorno ‘u zu Carmine si concesse una breve sosta senza però fare ritorno a casa, avendo portato con sé il pasto da consumare sul luogo, per poi continuare il lavoro d’impaloccatura del pergolato e di altri giovani alberi di fico e di pero. Il lavoro, in contrada Lastra, durò un paio di giorni. Intanto Ciccineddu, mentre brucava, volgeva lo sguardo verso il suo padrone che quasi "sentiva" l’approvazione dell’asino, per il lavoro che svolgeva.
Le aste di legno, ‘i palocchi, che apparentemente erano solo dei rami "aguzzi" ben tagliati, ma insignificanti, dopo il lavoro del contadino, iniziavano a svolgere un ruolo importante per la crescita del pergolato e delle altre piante. Il sostegno delle aste, a supporto delle piante, era alquanto indispensabile, e ‘u zu Carmine ne era consapevole e molto soddisfatto.

Dopo aver completato il lavoro, i due amici, si concessero un meritato fine settimana di riposo e di assoluta tranquillità, intervallato solamente da passeggiate mattutine e serali, per continuare a stare insieme approfittando dall’esigenza di Ciccineddu di andare alla biviratura per dissetarsi.
Mentre accompagnava Ciccineddu alla gebbia, ‘u zu Carmine pensava all’intenso lavoro svolto alla Lastra e gli venne di considerare che analogamente occorreva lavorare anche per i suoi giovani concittadini bisognosi, per la loro crescita, di validi "sostegni" d’uomini virtuosi e di "buona testimonianza".

Ma oltre al paesino nebroideo, il "sostegno" sarebbe stato necessario per i cittadini di tutta la Sicilia e dell’Italia intera. ‘U zu Carmine sospirò profondamente, cercò lo sguardo benevolo di Ciccineddu e, carezzandogli la testa, sentì un leggero fremito d’approvazione del suo operato… e del suo pensiero!

Giuseppe Scaravilli
giuseppescaravilli@tiscali.it





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