Gli stipendi dei dirigenti scolastici. Assurdità da non credere
Data: Giovedì, 23 gennaio 2014 ore 18:57:45 CET
Argomento: Rassegna stampa


Vediamo alcuni di questi errori.

1-Una collega è andata in pensione nel 2011 senza aver mai avuto l’inquadramento a dirigente, che è stato fatto nel 2002, dopo il primo contratto; veniva pagata come se fosse ancora una direttrice didattica, anche se le davano, bontà loro, gli aumenti contrattuali.
Per fortuna, al momento di predisporre i documenti per la pensione, la RTS si è accorto dell’errore e ha provveduto a fare l’inquadramento e a liquidare tutti gli arretrati, a partire dal 2002; per fortuna della collega, non ha tenuto conto del termine di prescrizione di 5 anni.
2-Un collega, vincitore del concorso riservato del 2007, è andato in pensione nel 2012 senza che gli venisse corrisposto l’assegno ad personam, la retribuzione di posizione/quota variabile e la retribuzione di risultato; praticamente, l’USR se l’era dimenticato e gli venivano corrisposte solo le voci retributive di livello nazionale: stipendio tabellare, retribuzione di posizione/quota fissa e indennità di vacanza contrattuale.
La situazione è stata sanata dall’USR recentemente; stiamo controllando le carte e soprattutto stiamo lavorando perché venga adeguata la pensione.
Si potrebbe dire che questi sono casi-limite, ma ci sono anche situazioni che riguardano molti dirigenti, errori pesanti nella corresponsione sia della retribuzione di posizione variabile che nella retribuzione di risultato.
1-A diversi colleghi della Campania, sono stati corrisposti dai 100 ai 250 euro mensili in meno di retribuzione di posizione/quota variabile; a volte sono stati pagati con una fascia inferiore (Terza anziché seconda), a volte semplicemente con importi errati, non previsti dal contratto regionale, si potrebbe dire del tutto inventati dalla creatività della burocrazia, non sappiamo se del MIUR o del MEF.

In questa direzione, il culmine del culmine è stato raggiunto da una dirigente scolastica a cui è stata corrisposta per diversi anni e almeno fino a gennaio la RETRIBUZIONE DI RISCHIO E POSIZIONE DIR. VVF al posto della retribuzione di posizione variabile, per di più con un importo inferiore al dovuto; la scoperta l’abbiamo fatta recentemente, per cui non abbiamo ancora avuto modo di avvertirla che per il MEF lei di mestiere non fa il dirigente scolastico, ma il pompiere.
4-Il pagamento della retribuzione di risultato è un autentico happening un po’ in tutte le regioni, gli importi sono ballerini, in alcune si paga mensilmente ed in altre annualmente e magari il contratto regionale dice esattamente il contrario di quanto viene fatto; possiamo affermare senza tema di smentita che quasi tutti i dirigenti scolastici italiani non sono in grado di giudicare se la retribuzione di risultato viene loro pagata in modo corretto o in modo sbagliato.
Certo, un campanello d’allarme dovrebbe però suonare se, come successo ad alcuni dirigenti scolastici della Sicilia, per diversi anni la loro retribuzione di risultato si è aggirata sui 15 euro al mese (Circa 200 euro annui); va bene che i quaranta o i cinquanta mila euro all’anno dei dirigenti amministrativi i dirigenti scolastici se li sognano, ma anche per loro 200 euro all’anno sono un po’ pochi.
Ripetiamo: quanto appena detto è successo a diversi dirigenti scolastici della Sicilia, ma non se ne sono accorti.
Il vero punto della questione è proprio questo: gran parte dei dirigenti scolastici non hanno idea di come sia articolato il loro stipendio, di quali siano le voci e quale sia il loro importo, non sanno cioè “leggere” il loro cedolino; non parliamo qui della differenza tra lordo e netto, della giungla di ritenute, tasse e detrazioni che rendono veramente difficile capirci qualche cosa, ma del semplice controllo degli importi lordi delle voci (Da quattro a sei) che compongono lo stipendio mensile e che si trovano naturalmente nel cedolino.
Di conseguenza, se vengono pagati meno del dovuto, anche per anni, non se ne accorgono; per loro, veramente il denaro è lo sterco del diavolo, l’abbiamo detto più volte e continuiamo a ripeterlo.





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