Unicef, ragazzini arruolati tra i combattenti in Sud Sudan e Repubblica Centrafricana: 23 minori rilasciati
Data: Lunedì, 20 gennaio 2014 ore 08:15:00 CET
Argomento: Associazioni


Ventitre ragazzi, tra i 14 e i 17 anni, sono stati rilasciati da gruppi armati a Bangui lo scorso giovedì, di questi 6 sono ragazze. Sono stati recuperati da una base militare e portati presso un Centro di transito e orientamento supportato dall'UNICEF. Molti altri sono stati identificati per essere rilasciati nei prossimi giorni. Questo rilascio è il risultato dei negoziati  tra i rappresentanti delle Nazioni Unite e le autorità di transizione per consentire libero accesso a tutte le basi militari nel paese per fare in modo che i bambini arruolati tra i ranghi degli Ex-Seleka  e le forze nazionali possano essere rilasciati e accolti dagli operatori (che si occupano di protezione dei bambini).

La vulnerabilità dei bambini. "Ulteriori combattimenti nel settembre e nel dicembre 2013 hanno esposto i bambini ad un maggiore rischio di arruolamento", ha detto Souleymane Diabaté, Rappresentante UNICEF in Repubblica centrafricana. "Le violenze e le scarse condizioni di sicurezza rendono i bambini molto più vulnerabili agli arruolamenti, in particolare se separati dalle proprie famiglie, sfollati dalle loro case o con accesso limitato a servizi ed istruzione di base". Le scarse condizioni di sicurezza nel paese hanno reso estremamente difficile agli operatori umanitari verificare il numero esatto di bambini arruolati; l'UNICEF stima che l'attuale numero possa essere di 6.000 bambini.

"Non c'è posto per i piccoli nella guerra". "Non c'è posto per i bambini nei conflitti armati e noi siamo fortemente incoraggiati da questa collaborazione con le autorità di transizione  perché i bambini tornino alla loro vita" - ha aggiunto Diabatè - "A Bangui e in tutto il paese, l'UNICEF sta lavorando con tutte le parti coinvolte nel conflitto per verificare, rilasciare e riunificare i bambini con le proprie famiglie. Siamo incoraggiati da questa collaborazione con le autorità di transizione e continuiamo a lavorare con tutte le parti per il rilascio di tutti i bambini senza ritardi". I 23 ragazzi  si trovano adesso presso il Centro di orientamento e di transito supportato dall'UNICEF, dove possono frequentare le lezioni, avere supporto psicosociale e praticare sport, mentre le loro famiglie vengono rintracciate e viene organizzato il loro reintegro nelle comunità di appartenenza.

I soldati ragazzini anche in Sud Sudan. L'UNICEF ha espresso la sua profonda preoccupazione per l'uso dei bambini come combattenti nel conflitto armato in corso nel Sud Sudan. Sia in ambito internazionale che del diritto nazionale, a  nessuna persona sotto i 18 anni dovrebbe essere consentito di prendere parte ai conflitti armati, sia come membro di un esercito regolare o di una milizia irregolare. L'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dell'infanzia ha ricevuto notizie attendibili sulla partecipazione di bambini al conflitto in Sud Sudan. L'UNICEF, anche se non è in grado di confermare il numero preciso dei bambini coinvolti nei combattimenti, esorta tutte le parti (coinvolte nel conflitto in corso) a non utilizzare - o permettere di farlo- i bambini nei combattimenti e a rilasciare immediatamente tutti i minorenni.

Repubblica.it





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