Ripensare la scuola / la 'diversità' della scuola
Data: Sabato, 18 gennaio 2014 ore 07:30:00 CET Argomento: Redazione
La scuola deve
adottare criteri per scegliere che cosa va messo nei programmi
d'insegnamento e sia conforme alla sua funzione e alle sue
competenze: vi è un'identità scolastica che è fatta di procedure di
lavoro e un'identità che è fatta di "cultura" che vanno tenute presenti
e rispettate. I tempi impongono di passare dal paradigma
dell'allargamento dell'enciclopedia dei saperi a quello della
loro selezione perchè la scuola non si disperda nella
moltiplicazione degli intrecci col mondo esterno. La scuola
rischia di soffocare per l'inclusione casuale e immotivata di nuovi
saperi, di nuovi contenuti, di nuovi indirizzi.
Ci si deve chiedere, comunque, se la scuola possa fare a meno di
confrontarsi con tutti i saperi esistenti nella società e se di alcuni
possa ignorare l'esistenza. Se quest'ultima scelta non risulta
affatto comprensibile la scuola deve, però, difendere la sua cultura e
la sua capacità di scelta. In una situazione di policentrismo formativo
la scuola non può avere come strategia solo la "condiscendenza"
verso le altre agenzie ;non può perdere il controllo del proprio
programma e quando si rinnova deve salvaguardare la specificità
della propria cultura. Si rischierebbe altrimenti di mettere in crisi
l'autonomia culturale del sistema scolastico rispetto ad ogni
genere di pressione.
L'autonomia del sistema scolastico si esprime nella
capacità di avere propri criteri di riferimento per
stabilire la gerarchia delle competenze e dei saperi che deve formare
;nella capacità di dettare codici di comportamento ,di organizzare modi
di apprendimento, di difendere il proprio linguaggio e le proprie
regole di comunicazione. Questi criteri di riferimento sono l'anima
culturale di un sistema scolastico. Autonomia, non autoreferenzialità:
nessun sistema scolastico potrebbe sopravvivere chiudendosi ai grandi
temi culturali della propria 'epoca, ai problemi della società in cui è
collocato.
Se la chiusura è incomprensibile per la vitalità di un sistema di
istruzione , il passaggio dalla casualità alla coerenza è
una necessità che si onora, filtrando e selezionando la marea delle
conscenze e delle informazioni create continuamente,
introducendole gradatamente nel repertorio dei saperi scolastici, senza
snaturarne gli statuti epistemologici. La scuola non è solo apertura;è
anche per questi aspetti" diversità" e "separatezza".
"La storia della scuola è la storia di una separazione: separazione dei
bambini rispetto agli adulti; separazione della preparazione alla vita
relativamente alla vita stessa; messa in disparte degli apprendimenti
rispetto all'attività produttiva"(B.Rey). Il paradosso della scuola
della scuola è quello di essere un'istituzione separata nella
quale si dispensano conoscenze slegate dalla vita quotidiana ed avere
la vocazione di preparare alla vita sociale. "Nel processo
d'insegnamento di un sistema di conoscenze si insegna ciò che non si ha
davanti gli occhi, ciò che oltrepassa infinitamente i limiti della sua
(alunno)esperienza immediata e potenziale, ma che è innestato sul mondo
della esperienze già compiute" (Vigotskyi).
"La scuola è (...)
interamente costruita su questo mito fondatore, secondo il quale ciò
che si impara e che non ha sempre un rapporto con la vita potrà
tuttavia servire nella vita"(B. Rey).
Per molti aspetti è una pretesa ingiustificata chiedere al sistema
d'istruzione ciò che per natura non può dare ,di procedere per logiche
che possono metterne a repentaglio la su a funzionalità, forzare i
limiti della sua logica costitutiva. La scuola non è il luogo delle
situazioni reali. "La scuola è un luogo dove si svolge un particolare
tipo di lavoro intellettuale che consiste nel ritirarsi dal mondo
quotidiano, al fine di considerarlo e valutarlo, un lavoro che resta
coinvolto con quel mondo, in quanto oggetto di riflessione e di
ragionamento"(L. Resnick).La scuola non può e non deve limitarsi ad
assicurare una semplice continuità con la società che l'attornia
o con l'esperienza quotidiana. "Essa è quella particolare comunità in
cui si fa l'esperienza di scoprire le "cose" usando l'intelligenza e ci
si introduce in nuovi e inimmaginati campi d'esperienza"(J.Bruner).
In ragione di quanto detto è evidente la necessità di
ridefinire periodicamente i contenuti della formazione sia per
soddisfare un bisogno di riqualificazione, di sviluppo delle
competenze della società, sia per aprire l'accesso all'istruzione a
quanti ne sono variamente esclusi, per soddisfare un bisogno di equità.
La scuola che conta non è quella d'élite, ma quella che fa crescere il
livello e la qualità delle competenze della generalità delle persone.
Un sapere per essere assunto in un curriculum deve essere:
1)prerequisito di altri insegnamenti;
2)elemento di cultura generale (fonte d'ancoraggio identitario e
culturale;
3)base di riflessione sul rapporto al sapere;
4)materiale per l'esercizio del saper fare intellettuale;
5)elemento per far funzionare situazioni d'apprendimento;
6)risorsa per competenze identificate (Perrenoud).
I saperi di un curriculum devono essere in grado di
rispondere anche alle domande di senso e al bisogno di identità
collettiva e individuale. Una parte dei saperi non è direttamente
utile, almeno,a breve termine, ma aiuta a comprendere il mondo e ad
allargare la propria esperienza. Aiuta a dare un senso all'esistenza,
alle relazioni con le persone con cui si vive, al mondo che ci
circonda, alla storia della propria vita Bisogna integrare "la visione
che privilegia un rapporto attivo e volontarista con il mondo e l'altra
che mette l'accento sull 'arte ,i valori,le domande di senso, di
trascendenza"(Perrenoud). Saperi di pari dignità, che rispondano alla
pari dignità delle intelligenze; saperi che funzionino dentro e fuori
la scuola. La cultura è plurale e nessuna componente (scientifica,
umanistica, professionale etc) può essere trascurata. E' la cultura nel
suo insieme che ci fornisce gli strumenti per organizzare e
capire il nostro mondo in forme comunicabili.
Prof. Raimondo Giunta
(Dirigente scolastico in pensione)
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