In Svizzera
dilaga la tendenza ad attribuire superpoteri alle bevande gassate. In
particolare, quello di eccitare i bambini al punto da spingerli a
compromettere l’attività didattica di intere classi. Da qualche giorno
quest’epidemia ha colpito anche un paesino di cinquemila anime del
canton Lucerna, Hitzkirch. E’ il sesto paesino elvetico ad essersi dato
un vero e proprio regolamento anti doping per i bambini –come se un
undicenne che beve una Fanta potesse essere paragonato agli sportivi
che si iniettano ormoni per aumentare le proprie prestazioni.
Gli insegnanti si sono accorti, dicono, che molti bambini avevano
sostituito ormai il panino con la marmellata o la barretta di
cioccolata con lunghi sorsi di bibite con le bollicine, a volte
abusandone e, come nel caso delle bevande effettivamente imbottite di
caffeina come la Red Bull, entrando in uno stato di agitazione
eccessiva. Così hanno costretto gli alunni a sottoporsi a un test
antidoping e il risultato è stato, in alcuni casi, positivo. Gli
zelanti promotori dei test e dei divieti hanno anche spiegato di aver
avuto scopi pedagogici: i genitori non si renderebbero conto della
nocività di molte di queste bevande zuccherate, hanno dichiarato ad
alcuni giornali svizzeri.
Inoltre, la preside di una scuola di Hitzkirch ha raccontato che
“dobbiamo essere in grado di offrire lezioni ordinate”, senza bimbi che
infliggano all’ora di matematica o di tedesco inopportune interruzioni.
D’ora in poi, insomma, niente Red Bull, niente Coca-Cola, niente
bevande gassate nell’ora di ricreazione: i bimbi potranno bere solo
acqua o al massimo del tè -rigorosamente-, senza zucchero.
Tonia Mastrobuoni
La Stampa