Posizioni economiche: tiro al bersaglio nei confronti del personale Ata
Data: Mercoledì, 15 gennaio 2014 ore 18:15:02 CET Argomento: Sindacati
Dopo gli annunci e i
proclami, bloccate le posizioni economiche ATA a partire dal 1°
settembre 2013: ANIEF pronta a ricorrere. Il personale ATA non può
subire una tale aggressione. Non si può cancellare con un colpo di
spugna ciò che oggi è un diritto acquisito.
Non sono servite a nulla le rassicurazioni del Ministro Carrozza,
quando da Fazio a “Che Tempo che fa” ha rassicurato il personale ATA
con un laconico “possono stare tranquilli” e nemmeno l’esultanza di
alcune OO.SS. che hanno cantato vittoria forse un po’ troppo presto.
Dopo i tagli indiscriminati, che hanno visto drasticamente diminuire
l’organico del personale ATA assegnato alle scuole italiane
compromettendone il buon funzionamento, dopo il mancato rinnovo
contrattuale che ha bloccato gli stipendi ai livelli del 2009, il
blocco delle assunzioni per l’ormai annosa questione “docenti
inidonei”, assistiamo oggi, da parte del Governo, a un atto palesemente
illegittimo che intende annullare con un colpo di spugna, la 1a e 2a
posizione economica di cui all’articolo 2, commi 2 e 3, della sequenza
contrattuale 25 luglio 2008 ottenute attraverso una prova concorsuale.
Il personale ATA non ringrazia per il fatto che non dovrà più
restituire quanto percepito negli aa.ss. 2011/12 e 2012/13. La mansione
aggiuntiva svolta e non prevista dal mansionario è stata assegnata in
virtù della posizione stipendiale che, nel caso dei collaboratori
scolastici, ammonta a 600 euro annui.
Gli stipendi del personale ATA, sono già tra i più bassi del pubblico
impiego. Basti considerare che un collaboratore scolastico al suo
stipendio iniziale percepisce la somma di circa 900,00 euro e quanto
prospettato con la circolare non può che alimentare nuove
preoccupazioni.
Per Anief, oltre all’immediato danno economico, il personale
interessato subirà ripercussioni anche ai fini pensionistici. La somma
percepita con la posizione stipendiale contribuisce, infatti, sia alla
formazione dello stipendio che a quella della posizione contributiva.
E che dire della palese discriminazione tra chi, non avendo la
posizione economica, ha svolto una mansione aggiuntiva a carico del
fondo di istituto e chi invece la possedeva? I primi, che hanno svolto
la mansione aggiuntiva a carico del fondo d’istituto, non devono
restituire nulla, mentre i secondi - che hanno svolto la mansione
aggiuntiva per via della posizione economica - a decorrere dal 1°
settembre 2013 devono restituire quanto percepito.
ANIEF è pronta a ricorrere al Giudice del lavoro per chiedere giustizia
e rivendicare il torto subito. Non è più tollerabile che lo Stato
adotti delle misure per fare cassa sempre sui soliti noti. Scrivi a
posizione.ata@anief.net e rivendica quanto in tuo diritto.
Anief.org
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