Caro ministro Carrozza, cosa c’è da chiarire? La scuola potrà sopravvivere solo se si rinnova nelle tecniche della comunicazione
Data: Mercoledì, 08 gennaio 2014 ore 08:30:00 CET
Argomento: Redazione


Un tempo, bastava all'alunno un normale quoziente intellettivo, non disgiunto, s'intende, da un adeguato quoziente emotivo, per un normale rendimento scolastico. Oggi, codesti due quozienti non bastano per poter garantire a un giovane studente un sicuro inserimento nel mondo del lavoro e della società produttiva. La scuola, anche quella ad indirizzo umanistico, deve favorire lo sviluppo del quoziente tecnologico. I metodi di studio, la mentalità dell'approccio ai programmi curricolari debbono cambiare, rinnovarsi. Le innovazioni tecnologiche ci hanno resi diversi dai nostri antenati, e non possiamo più seguirli studiando alla vecchia maniera, ma bensì utilizzando strumenti e strategie di contatti comunicativi e informativi nuovi, che la rete ci offre.
E' cambiato il rapporto studente-apprendimento. Nella didattica l'informatica oggi è diventato uno strumento utilissimo che obbliga, fra l'altro, i docenti ad aggiornarsi, e a rivedere sotto altri aspetti il loro approccio pedagogico.
Oggi a scuola l'attività laboratoriale, il momento "sperimentale" informatico nell'ambito dell'apprendimento, sono una scelta tecnologico - culturale irrinunciabile, che, mentre affascinano l'alunno, coinvolgendolo in operazioni di nuove creatività, lo arricchiscono nello stesso tempo di competenze nel campo delle tecniche della comunicazione, della simbolizzazione, del calcolo, ecc. ecc., che sono facilmente spendibili, una volta fuori dai banchi scolastici, nel campo del mercato del lavoro.
Pertanto, se l'Istituzione scolastica vuole sopravvivere deve rinunciare ad essere un sistema chiuso, deve investire e puntare sull'uso delle nuove tecnologie informatiche; deve rivedere i curricoli, aprirsi con più entusiasmo ai richiami del software della conoscenza, come richiedono il mercato e l'industria.
Solo così, potrà svolgere veramente una funzione socialmente, oltre che culturalmente, efficace, utile e adeguata all'altezza dei tempi del post post -moderno.

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





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