Ecco le cinque innovazioni che cambieranno la nostra vita nei prossimi cinque anni
Data: Giovedì, 02 gennaio 2014 ore 07:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Qualsiasi cosa sarà
in grado di apprendere. Grazie alla tecnologia. Lo dice l'ottava
edizione degli "Ibm 5 in 5", un insieme di innovazioni che secondo i
ricercatori di Big Blue avranno il potenziale di cambiare il modo di
lavorare e di interagire delle persone nei prossimi cinque anni
L'aula che insegna
1. Il numero di persone (due adulti su tre) che non hanno un livello di
istruzione sufficiente è uno dei principali problemi a livello
mondiale. L'aula del futuro sarà in grado di apprendere informazioni su
ogni alunno e fornirà agli educatori strumenti per conoscere ogni loro
studente, creare per loro un curriculum su misura, dalla scuola materna
a quella superiore fino al lavoro. Piattaforme di e-learning
distribuiranno i dati oggetto di analisi attraverso il cloud per
supportare il processo decisionale degli insegnanti. Un progetto pilota
è stato avviato da Ibm con le Gwinnett County Public Schools, il 14°
distretto scolastico degli Stati Uniti, che accoglie 170mila studenti.
2. L'acquisto locale batterà quello online
Nel 2012, per la prima volta, gli acquisti su Internet hanno raggiunto
i mille miliardi di dollari a livello globale e stanno aumentando in
modo sempre più rapido rispetto a quelli effettuati presso i negozi.
Nell'arco di cinque anni tornerà in voga lo shopping a livello locale:
i rivenditori più abili sfrutteranno la vicinanza al cliente per creare
esperienze di acquisto che non possono essere replicate online ed
esalteranno l'esperienza digitale "portandola" dove l'acquirente può
fisicamente toccare il prodotto. I negozi si trasformeranno in
esperienze su misura per ogni persona grazie a tecnologie avanzate di
realtà aumentata e ad app mobili dedicate al punto vendita sviluppate
nella cloud di supercomputer come Watson.
3. I medici utilizzeranno il nostro Dna per mantenerci sani
Per curare il cancro, la cui incidenza dal 2008 è aumentata di più del
10% ed è causa di 8,1 milioni di morti ogni anno, i computer aiuteranno
i medici a capire come un tumore colpisce un paziente a causa del suo
Dna e a proporre un set di farmaci generici per attaccare la malattia
nel modo più opportuno. Da qui al 2018, i progressi nel campo della big
data analytics e dei sistemi cognitivi basati sul cloud potrebbero
aiutare i medici a diagnosticare con precisione il cancro e a creare
piani terapeutici personalizzati per milioni di pazienti. Macchine
intelligenti cattureranno l'attività dell'intera sequenza del genoma e
perlustreranno vasti archivi di cartelle cliniche e pubblicazioni per
apprendere e fornire in modo rapido agli oncologi suggerimenti
specifici e perseguibili sulle opzioni terapeutiche da intraprendere.
4. Un custode digitale ci proteggerà online
La sicurezza delle identità digitali e dei dispositivi personali è a
rischio. Nel 2012, nei soli Stati Uniti, più di 12 milioni di persone
sono state vittime di furto d'identità. Password, antivirus e firewall
non bastano perchè sono stati sviluppati per riconoscere solo i malware
già identificati o le attività fraudolente note. In futuro potremmo
essere protetti da un custode digitale preparato per concentrarsi sulle
persone e gli elementi che gli sono affidati, offrendo un nuovo livello
di protezione. La sicurezza assimilerà i dati contestuali, situazionali
e storici per verificare l'identità di una persona su vari dispositivi.
E proteggerla. Conoscendo l'utente, il custode potrà agire da
consigliere quando l'utente lo richiede, mettendo a frutto tecnologie
di apprendimento automatico per capire i comportamenti dei dispositivi
mobili e identificare scostamenti che potrebbero essere precursori di
un attacco maligno.
5. Un aiuto a vivere la città
Entro il 2030, le città e le cittadine dei Paesi in via di sviluppo
accoglieranno l'80% della popolazione urbana; entro il 2050 sette
persone su 10 abiteranno in città. Ne prossimi cinque anni, le città
più intelligenti capiranno in tempo reale in che modo si verificano
miliardi di eventi, grazie a computer che impareranno a capire di cosa
necessitano le persone, cosa amano, cosa fanno e come si spostano da un
luogo all'altro. Chi amministra le città potrà raccogliere informazioni
fornite liberamente dai cittadini, che comunicheranno con loro tramite
i dispositivi mobili. Primi esperimenti in tal senso sono stato avviati
in Brasile, dove i ricercatori Ibm stanno lavorando a un tool di
crowdsourcing che consente agli utenti di segnalare i problemi di
accessibilità attraverso i telefoni cellulari, e in Uganda, dove un
tool di social engagement sviluppato con l'Unicef permette ai giovani
di comunicare con il governo e i leader della comunità riguardo a
problematiche inerenti la loro vita.
Gianni Rusconi
Ilsole24ore.com
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