Caro Renzi, parliamo di scuola. Seriamente
Data: Domenica, 29 dicembre 2013 ore 05:00:00 CET
Argomento: Opinioni


Ho pensato, leggendo quelle righe, al discorso di Renzi dopo il suo clamoroso successo alle primarie, un discorso ormai celebre. Parlando della scuola e della necessità di riformarla, riportandola al centro delle attenzioni del governo, il neo segretario PD è ricorso a un tema molto in voga nei discorsi sull’istruzione: quello della perdita di prestigio degli insegnanti che quando rimproverano o sanzionano un alunno vengono attaccati dai genitori, mentre un tempo i genitori stavano saggiamente sempre dalla parte dei docenti.  E’ un ritornello che si sente continuamente al bar, sul tram, in spiaggia. Certo ci sarà del vero, come in tutti i luoghi comuni, ma che questo possa diventare il simbolo dei problemi dell’educazione in un paese che ha l’obbligo scolastico più basso d’Europa non mi pare opportuno, anzi forse è fuorviante.

Scegliamo dei temi più seri, più ampi e profondi se davvero abbiamo a cuore il futuro della scuola. Come si può immaginare, infatti, che dei cittadini, magari pure un po’ rozzi, abbiano rispetto e stima degli insegnanti se il primo a non mostrare alcun rispetto, a trattarli come carne da cannone è proprio lo Stato? E’ su scelte come queste che voglio vedere e giudicare le reali intenzioni e capacità di Renzi. A cui mi permetto di segnalare un dato.

Se non sbaglio – e vorrei sbagliarmi – è tuttora in vigore quella norma che decurta dallo stipendio degli insegnanti il primo giorno di malattia. Si tratta di una norma nata nel delirio brunettiano sui fannulloni e ovviamente accolta con piacere dal duo Gelmini-Tremonti, una norma oscena, indegna di un paese civile, una cosa che grida vendetta, che merita ampiamente tutte le possibili forconate e dovrebbe sparire immediatamente dalla vita scolastica per occupare un posto solo nella pattumiera della storia, come ricordo di un’epoca buia. Ecco, Renzi, ora che è il responsabile del maggior partito della maggioranza di governo, nonché della sinistra, chieda subito di cancellarla quella norma, lo faccia senza indugio, senza se e senza ma, senza fare chiacchiere ma dimostrando con i fatti che idea ha della scuola.

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