Mef si prepara a cancellare la progressione di carriera relativa agli scatti pagati nel 2011
Data: Martedì, 24 dicembre 2013 ore 06:00:00 CET Argomento: Sindacati
Una nota del 19 dicembre preannuncia gli interventi
correttivi nei cedolini di gennaio in applicazione del D.P.R. 122/13.
Prorogato di un anno il blocco contrattuale appena salvato dalla
Consulta e annullati tutti gli aumenti disposti dai contratti a partire
dal 2011. Non appena approvata la nuova legge di stabilità, la proroga
sarà estesa al 2017 per il blocco dei valori dell’indennità di vacanza
contrattuale a quelli del 2009. Marcello Pacifico, presidente Anief e
Segretario organizzativo Confedir, annuncia ricorsi al Tribunale del
Lavoro contro la limitazione della libertà sindacale e alla CEDU per
violazione dei diritti dell’uomo. Scrivi a r.stipendio@anief.net.
Alcune OO.SS. dopo aver contrattato la decurtazione del MOF per
finanziare gli scatti di stipendio dei dipendenti che li maturavano nel
2011, ora si accorgono che il D.P.R. 122/2013 deve essere applicato
come ogni altra norma dello Stato e piangono lacrime di coccodrillo
sotto l’albero di Natale. Ma perché queste OO. SS., essendo
rappresentative, non ricorrono in tribunale come ha fatto la FLP per
rivendicare il diritto alla contrattazione? Noi lo faremo come
Confedir, sindacato rappresentativo della dirigenza, mentre come Anief
invitiamo tutto il personale della scuola a costituirsi presso la Corte
europea dei diritti dell’uomo: la recente sentenza n. 310/2013 della
Corte costituzionale non può dire la parola fine allo stato di diritto,
oltre a sancire una palese diversità di trattamento tra tutti i
dipendenti pubblici e i magistrati o avvocati dello Stato, gli unici ad
essere salvati dalla sentenza n. 223/2012. Tutti i cittadini sono
uguali davanti alla legge, compresi i giudici: se la norma (legge
122/2010) ha un carattere tributario lo ha per tutti, magistrati e non.
Se dalla norma si realizzano economie di spesa, queste non possono
valere soltanto per alcuni dipendenti pubblici, essendo lo Stato lo
stesso datore di lavoro, e se sono economie di spesa è evidente che
viene rafforzato il carattere tributario della norma. Se tutti siamo
dipendenti pubblici, giudici e non, quando annulliamo il passaggio dal
regime TFS al regime TFR (sentenza n. 223/12) dobbiamo essere tutti
trattati allo stesso modo, anche quando abbiamo gli stipendi bloccati
(l’opposto di quanto disposto dalla sentenza n. 310/2013). Tra il
diritto al lavoro con una giusta retribuzione e il pareggio di
bilancio, c’è l’uomo nel mezzo e non la calcolatrice. Tutti questi
principi devono essere difesi fino in fondo dal sindacato e dai singoli
lavoratori, pubblici o privati, magistrati o cittadini, perché
altrimenti tanto varrebbe cancellare l’articolo 1 della nostra
Costituzione.
Anief, pertanto, invita tutto il personale della scuola a ricorrere
alla CEDU: se oggi non difendi il diritto alla contrattazione e
all’aumento di stipendio, domani lo Stato in caso di ulteriore crisi,
per le stesse ragioni, potrebbe non pagarti più lo stipendio, la
pensione e abolire il servizio scolastico o sanitario sempre più
ridotto in termini di plessi e personale. Scrivi a
r.stipendio@anief.net per ricevere le istruzioni operative.
Anief.org
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