Parmitano: 'Lassù ho sentito il sostegno del mio Paese'
Data: Giovedì, 12 dicembre 2013 ore 08:30:00 CET
Argomento: I video della scuola


Quando arriva sul palco sono quasi le 9:30 del mattino. Hanno appena parlato il Direttore Generale dell'ASI Fabrizio Tuzi e il Direttore di ESRIN-ESA Volker Liebig. Quindi compare da dietro le quinte nella sua tuta blu da astronauta dell’ESA. E la platea dell’Auditorium, gremita in ogni ordine di posti da una folla di oltre 500 persone, lo accoglie con un lungo applauso che sembra un abbraccio.

Ci sono, tra gli altri, i giornalisti, i vertici dell'Agenzia Spaziale Italiana e di quella Europea, le autorità militari e civili; e, soprattutto, 150 bambini tra gli 8 e i 12 anni. Tutti salutano con un affetto spontaneo quest’uomo, Luca Parmitano, tornato nel suo Paese dopo quasi nove mesi di assenza. Di cui sei passati sulla Stazione Spaziale Internazionale.

E lui ringrazia tutti, prendendo il microfono  e raccontando per circa un’ora la sua vita tra le stelle. Sempre garbato e preciso, ma anche appassionato e capace di affabulare e coinvolgere come pochi divulgatori professionisti saprebbero fare. "Ringrazio il presidente dell’ASI Enrico Saggese (entrato in quel momento con lui all’Auditorium) e l’Aeronautica Militare e la Scuola italiana - ha esordito Parmitano - perché lassù ho sentito davvero il sostegno del mio Paese, il sostegno dell’Italia".

Alcuni cronisti forse coglieranno "la notizia" dell'intera giornata solo in un inciso, che lo stesso Parmitano tira fuori un momento prima di cominciare la conferenza stampa vera e propria. Quando rivela che proprio la scorsa settimana ha incontrato i vertici della commissione NASA che aveva appena terminato di indagare sulle cause dell’incidente durante la seconda 'passeggiata spaziale' (EVA).

Chiarendone definitivamente la dinamica e, non ultimo, il pericolo molto serio corso da Luca. "I want you know your actions saved your life (traduzione: Voglio che tu sappia che il tuo comportamento ti ha salvato la vita)": sono le parole - riportate da Parmitano - con cui il capo della Commissione Chris Hansen ha commentato in modo estremamente chiaro, direttamente al nostro astronauta, quale avrebbe potuto essere la posta in gioco.

"Il guasto era in una pompa interna alla tuta, che serve a separare l’acqua e immette aria nel circuito di ventilazione"  spiega Parmitano, rispondendo ad una domanda. "Questa pompa funziona come una centrifuga, con 8 piccoli buchi che scaricano il liquido: erano tutti otturati, quindi l’acqua finiva nel circuito di ventilazione che la riversava direttamente nel casco al posto dell’aria" ha concluso il nostro astronauta, lasciando ben intendere quali avrebbero potuto essere le conseguenze se non ci fosse stata prontezza nel reagire all’incidente.

Un altro momento toccante - che rende 'la cifra' dell’uomo - è quando scorrendo una selezione delle tante foto dalla ISS, Parmitano si sofferma su una che lo ritrae di spalle con indosso la maglia della nazionale italiana alle ParaOlimpiadi.

"Si parla tanto di miei meriti, ma io sono stato selezionato da altri, non ho meriti particolari", spiega Luca. "Pensate invece a questi disabili capaci di fare cose straordinarie: dedico questa foto a tutti gli atleti paraolimpici italiani. La loro forza e il loro coraggio - ha aggiunto - quelli sì che sono un esempio, per tutti noi".

Ma Luca ama anche alleggerire i toni e, quando un giornalista gli chiede che consiglio darebbe alla sua collega e astronauta italiana - che l'anno prossimo sarà protagonista di una nuova missione di lunga durata sulla ISS - Samantha Cristoforetti, risponde al volo: "Samantha oltre che una donna e professionista  straordinaria è una amica e io lo dico sempre: avessi metà del suo cervello sarei due volte più intelligente (…) Quindi solo un consiglio: Samantha, sii te stessa".

Le foto scorrono, Parmitano si commuove davanti a quelle della sua isola, la Sicilia, ritratta in una serie di scatti magnifici al centro del Mediterraneo. E poi ancora altre immagini, che documentano il lavoro scientifico a bordo e l’utilità dell’osservazione della Terra dallo Spazio per intervenire meglio su fenomeni naturali e catastrofici (come le nubi di sabbia che il vento spinge dalle coste dell’Egitto verso l’Europa o i recenti incendi nel Sud della California).

Ma il tempo passa velocissimo e l’agenda del nostro astronauta, fitta di impegni istituzionali (a cominciare dall’incontro con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano) costringe ai saluti. E lui si ferma ancora un momento, per chiedere l’attenzione di tutti: "Da lassù - spiega - ho pensato spesso guardando verso la Terra che noi abbiamo solo un Mondo, solo questo. Proprio nelle ultime ore, pensando già al rientro, alla mia famiglia, io realizzavo a che fortuna straordinaria abbiamo a viverci, su questo mondo. Dobbiamo averne cura. Per noi. Per il presente. Ma soprattutto - ha concluso - per il futuro".

Asi.it





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2484348.html