A scuola si predica bene ma si razzola male. L’esempio, la testimonianza è il più incisivo strumento educativo
Data: Martedì, 10 dicembre 2013 ore 08:30:00 CET Argomento: Opinioni
Le
rilevazioni sull’efficacia dell’insegnamento impartito nelle scuole
italiane hanno messo in luce gravi carenze: in particolare le carenze
matematiche. Quali interventi adottare per riqualificare il servizio?
Una prima strategia agisce sulle abilità: l’oggetto sondato dai test.
E’ un intervento di breve periodo in quanto le abilità
focalizzano uno solo degli stati che caratterizzano la dinamica
dei processi d’apprendimento. E’ un’azione tendente al
superamento delle prove, a ben figuare. Al solo docente di matematica è
affidato il recupero.
Una seconda strategia, che mira a dotare lo studente di quanto gli sarà
necessario per inserirsi positivamente nella società contemporanea,
riguarda la promozione delle capacità che sono il presupposto
dell’attività matematica.
Si tratta dell’attuazione dell’indicazione che il
legislatore, inascoltato, ha insistentemente formulato negli
ultimi decenni: la progettazione educativa deve essere il
fondamento dell’organizzazione scolastica.
La progettazione educativa trasforma la scuola in sistema.
La progettazione educativa realizza l’unitarietà della gestione
scolastica, orienta l’azione didattica, valorizza il rapporto
sinergico tra gli insegnamenti, capitalizza le informazioni contenute
nello scostamento obiettivi-risultati.
La progettazione educativa favorisce l’interazione degli studenti
con la società contemporanea: la sua finalizzazione è lo sviluppo di
adeguate competenze generali.
La progettazione educativa ha la sua stella polare: le capacità.
Le capacità sono entità astratte, che si manifestano [nei comportamenti
esibiti] quando si affrontano situazione ignote [competenze].
La promozione di capacità è un processo articolato, che si sviluppa a
più livelli di responsabilità, il cui successo dipende dall’autenticità
delle testimonianze: i docenti, dichiarate le competenze oggetto
della loro didattica, dovranno mostrarle nel loro convinto
comportamento.
Si trascrivono alcune competenze desunte dai nuovi regolamenti di
riordino del 2010 per verificare la coerenza dell’azione degli
operatori scolastici rispetto agli obiettivi dichiarati. Il
confronto di esse con quanto ordinariamente avviene nella scuola
faciliterà la formulazione di un giudizio.
“Porsi con atteggiamento razionale,
critico e responsabile di fronte alla realtà, ai suoi fenomeni e ai
suoi problemi” [ist. tecnici] è una competenza che gli
istituti scolastici esibiscono?
La risposta è negativa: la realtà e i problemi della
scuola scaturiscono dal sistema di regole in cui è immersa. Il
fondamento dell’attività scolastica non è lo studente con le sue
potenzialità: il servizio è rimasto ancorato alla trasmissione delle
conoscenze proprie alla diverse discipline, nonostante le disposizioni
di legge.
La “programmazione dell’azione educativa” non è praticata.
“Svolgere la propria attività operando
in équipe, integrando le proprie competenze all’interno di un dato
processo produttivo” [ist. professionali] è una capacità che i
docenti praticano?
La risposta è negativa: gli insegnamenti sono camere stagne,
sigillate dalle conoscenze appartenenti alle diverse discipline.
La “progettazione dell’istruzione” e il “coordinamento didattico” non
sono praticati.
“Essere consapevoli della diversità
dei metodi utilizzati dai vari ambiti disciplinari ed essere in grado
di valutare i criteri di affidabilità dei risultati in essi raggiunti”
[licei] è una competenza stimolata dalla progettazione
dell’insegnamento?
La risposta è negativa.
I metodi propri alle discipline non si possono insegnare, la loro
acquisizione avviene praticandoli. L’attività di ricerca,
sostanza dei laboratori, è il criterio operativo idoneo. Un vincolo cui
tutti gli insegnamenti dovrebbero sottostare. Il tempo condizionale
vuole esprimere l’estraneità della didattica laboratoriale
all’ordinaria gestione delle classi.
Il significato di “laboratorio” è stato stravolto per giustificare il
mantenimento dello status quo: é stato considerato un sinonimo di
“esercitazione”, momento di verifica di quanto esposto in
precedenza.
Si propone il primo raffinamento della progettazione di occasioni
d’apprendimento, risposta all’indicazione ministeriale sulla centralità
del metodo disciplinare.
La collocazione dell’attività ideativa del docente è visibile nella
figura che segue.
Il vincolo cui deve sottostare l’insegnamento della matematica è
duplice.
Il primo riguarda la promozione delle capacità collegialmente
individuate.
Il secondo consiste nella trasmissione di una corretta immagine della
disciplina.
Per quanto riguarda il secondo vincolo: i nuovi regolamenti di
riordino asseriscono che la didattica laboratoriale è la carta
vincente. Gli aspetti metodologici delle singole discipline sono
“fondamentali e imprescindibili”.
Ne consegue che l’insegnamento dovrà favorire la percezione dei
problemi che hanno caratterizzato l’evoluzione dei saperi disciplinari,
dovrà qualificarsi per la pratica dei relativi metodi risolutivi per
farne condividere le conquiste.
Riformulando: le occasioni d’apprendimento che i docenti realizzano
dovranno stimolare la tensione cognitiva degli studenti, necessaria
premessa all’attività di ricerca. La pratica dei metodi risolutivi
della disciplina qualificherà il lavoro.
I comportamenti che gli studenti esibiscono nelle attività
laboratoriali sono il contenuto, sono la sostanza delle
competenze cui mira la progettazione educativa.
Il secondo vincolo riguarda le modalità per interfacciare le discipline
matematiche con tutte le altre: quali sono gli elementi di contatto?
La relazione competenza = capacità +
conoscenza è la ratio della figura che segue: mostra come
le capacità siano l’elemento che appartiene a tutti gli insegnamenti.
Riformulando la questione posta: quali sono le capacità stimolate nei
laboratori di matematica, terreno di lavoro comune a tutti gli
insegnamenti?
Le indicazioni nazionali scompongono il dominio matematico in cinque
grandi temi: si propone, in prima approssimazione, le capacità loro
associabili:
Aritmetica e algebra -
capacità di applicare modelli
Geometria – capacità
progettuali - capacità argomentative
Relazioni e funzioni – capacità
di costruire modelli
Dati e previsioni – capacità di
costruire modelli – capacità di prendere decisioni
Elementi di informatica –
capacità di costruire modelli – capacità di comunicare
Le capacità enunciate sono da sgrossare per identificare il processo
loro sottostante.
La capacità “applicare modelli”
conduce alla seguente sequenza:
- Utilizzare regole, principi, leggi
- Ottenere risultati corretti
La capacità “costruire modelli”
conduce alla seguente sequenza:
- Assumere un punto di vista funzionale al problema da risolvere
- Selezionare i dati disponibili/reperire quelli necessari
- Sintetizzare organicamente dati e relazioni
- Validare il prodotto
La capacità “argomentare”
conduce alla seguente sequenza:
- Definire l’obiettivo
- Formulare ipotesi significative/elencare i dati necessari
- Riconoscere/assumere punti di vista diversi
- Costruire concatenazioni causa-effetto per pervenire a coerenti
conclusioni
- Formalizzare il ragionamento
- Registrare puntualmente tutte le azioni/decisione
La capacità “progettare”
conduce alla seguente sequenza:
- Definire il campo d’indagine e l’obiettivo
- Riconoscere le parti componenti
- Precisare la struttura del campo del problema (relazione tra
sottoproblemi)
- Risolvere separatamente i sottoproblemi
- Ottenere la soluzione attraverso l’unione delle parti
- Validare/migliorare il prodotto
La capacità “prendere decisioni”
conduce alla seguente sequenza:
- Circoscrivere il campo di indagine assumendo uno specifico punto
di vista
- Definire l’obiettivo
- Analizzare/selezionare dati
- Formulare ipotesi
- Mettere in relazione i dati selezionati con l’obiettivo
- Valutare la consistenza della congettura
- Rendere operativa l’ipotesi
- Applicare la strategia e ottenere risultati
- Gestire l’errore
L’orientamento della progettazione didattica alla promozione di
capacità modifica sostanzialmente la natura del lavoro del
docente: la sicurezza insita nel libro di testo svanisce.
Le nuove richieste educative lo pongono sull’incerto terreno della
ricerca pedagogica.
L’insegnante non è più il canale di trasmissione della conoscenza
disciplinare ma un uomo di scienza che, col proprio comportamento,
esemplifica il rigoroso procedere del ricercatore/sperimentatore.
Il cordone che lo legava alle discipline e reciso: l’attività
collegiale di progettazione costituisce l’ambito entro cui sviluppa
l’azione didattica.
La collegialità è la via obbligata, idonea a dominare la
dimensione del problema educativo, necessaria delimitatrice delle
responsabilità individuali.
Corollario finale
La disaffezione per la scuola, causa prima della dispersione
scolastica, inizia nel momento in cui l’insegnamento orientato alla
promozione delle competenze é sostituito dall’insegnamento per regole.
L’utilizzo sistematico della didattica laboratoriale, che sviluppa un
approccio alla conoscenza per problemi, è la strategia educativa
adottata dai nuovi regolamenti di riordino.
A titolo esemplificativo si possono consultare in rete tre applicazioni
di didattica per problemi. Sono state progettate per gli studenti che
accedono al primo anno della scuola secondaria di primo grado:
- “Percorso didattico sui numeri naturali e sistemi di
numerazione”;
- “La storia di un triangolo” che introduce il teorema di
Pitagora;
- “Laboratorio di matematica: Archimede”.
Enrico Maranzana
zanarico@yahoo.it
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