Scuola, cosa fare per i dislessici
Data: Giovedì, 05 dicembre 2013 ore 07:30:00 CET Argomento: Redazione
Voglio esprimere
alcune mie considerazioni sugli studenti dislessici, dopo tutte le
grandi e piccole difficoltà che vivono, dalle elementari alle medie
inferiori, poi arrivati alle scuole superiori, dove gli ostacoli
diventano ancora maggiori. Chiederei gentilmente alle istituzione
preposte, ai responsabili della scuola, dell'istruzione e della
formazione, quanti studenti delle scuole superiori abbandonano,
lasciano, interrompono il loro percorso formativo? Io credo che non sia
per le loro difficoltà, per i loro disagi, ma sopratutto perché non
sono capiti, la maggior parte sono etichettati come degli svogliati,
che non hanno voglia di studiare, con tanti altri titoli negativi, che
qui evito di descrivere, perché agli studenti dislessici fanno troppo
male. Io sempre con gentilezza chiederei ai professori, agli
insegnanti, agli studenti, a quelli che non fanno un piccolo sforzo per
ascoltare, di cercare di capire il disagio che vivono i dislessici. Li
inviterei a provare ad immedesimarsi in uno studente con difficoltà di
apprendimento (dislessico), che vive non solo la sua difficoltà, il
proprio problema, ma anche quello di non essere capito, nel contesto in
cui vive, da parenti, dagli studenti, dagli insegnanti, dai professori,
per loro è una doppia sofferenza. I dislessici sono molto intelligenti,
a loro però purtroppo non viene garantito il diritto allo studio, il
diritto all'istruzione, all'apprendimento, alla formazione, il diritto
ad essere capiti ed essere aiutati nel superamento del loro disagio.
La legge 170/2010 è stata conquistata dopo una lunga battaglia e con
grande impegno congiunto di genitori, studenti, dislessici adulti,
insegnanti sensibili al disagio dei dislessici, da tecnici e
associazioni. Ora anche se la legge sui dislessici è una conquista, che
afferma dei diritti fondamentali per gli studenti, non deve essere un
arrivo, ma una nuova partenza per tutti, di impegno per applicarla, una
partenza per avviare nuovi percorsi formativi e fissare nuovi obiettivi
da raggiungere per questi studenti, per istruzione, per la scuola.
Vanno elaborati programmi, progetti di formazione e aggiornamento per
gli insegnanti, poi progetti personalizzati, specifici per gli studenti
dislessici, in tutte le scuole italiane, di ogni ordine e grado,
nell'elaborazione dei progetti siano coinvolti tutti i soggetti
interessati all'istruzione, studenti, genitori, insegnanti, tecnici
(esperti sulla dislessia), istituzioni, organi collegiali della scuola.
Per costruire buone pratiche didattiche, individuare metodi moderni
efficaci, essere più attrezzati per affrontare ogni caso problematico
che si presenta, poi ci sia un modo di fare istruzione, di fare scuola,
bello, creativo, dove gli studenti vanno volentieri ad imparare, stiano
bene nel loro percorso formativo, che sappia costruire tante
opportunità di istruzione e di apprendimento, per tutti gli studenti,
non lasci indietro nessuno, non ci siano più abbandoni e il diritto
allo studio, all'istruzione sia veramente garantito a tutti i cittadini.
Francesco
Lena - Bresciaoggi
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