Anno 2013, mi faccio monaca di clausura
Data: Mercoledì, 13 novembre 2013 ore 08:00:00 CET Argomento: Redazione
10 novembre 2013.
Proviamo a togliere a nostra figlia
cellulare, computer, iPad, iPod, anche solo per un giorno. Ci manda
alla malora.
E’ quello che invece ha fatto una ragazza di 24 anni, fresca di laurea
in Lingua Cinese, ha mollato tutto, ed è entrata nel monastero
Trappiste di Vitorchiano, ordine cistercense della Stretta Osservanza,
provincia di Viterbo. Si è fatta monaca di clausura. Ha voltato le
spalle al mondo. Monaca di clausura. Al solo pronunciare la parola mi
viene un brivido. Provo grande ammirazione per la ragazza ma se mia
figlia facesse una scelta del genere, ne sarei contenta?
Un passo indietro.
Ore 12. Messa nella Basilica di San Marco a Venezia. Don Luciano
Barbaro, cappellano corale e professore di filosofia di un liceo di
Mestre, nella sua toccante omelia sul valore più profondo della
preghiera accenna a una così radicale scelta di una sua ex allieva. Una
ragazza aggraziata e gioiosa, come ce ne sono tante, che chattava su
Fb, che era appena ritornata da Pechino, dopo un anno di
perfezionamento della lingua, con mille progetti. Invece scrive una
lettera a Don Luciano, ai familiari e agli amici. Una missiva di
congedo dal mondo che lascia tutti basiti. Poche parole, in fondo non
basta dilungarsi troppo per spiegare la sua determinazione a spogliarsi
di tutto, sogni e ambizioni, per abbracciare la vita monastica di
totale dedizione al silenzio, alla preghiera e alla contemplazione.
Rintraccio Don Luciano, una voce pacata al telefono mi spiega che la
ragazza è entrata il primo novembre nel noviziato, qui ha incominciato
il suo percorso di prova, il più duro da affrontare. Non gli chiedo il
nome per rispetto al suo diritto di privacy. “Una bellissima
testimonianza di fede in un momento come questo di crisi vocazionale.
Una ‘chiamata’ che racchiude anche un mistero. Il mistero di una scelta
così estrema. Per fare dono della propria vita a Cristo, bisogna aver
ricevuto una grande gioia. Una fede che ti potenzia al massimo, non
tutti ne sono capaci”. Don Luciano è una sacerdote illuminato che ogni
cristiano vorrebbe avere come guida spirituale e difatti qualche sua
allieva registra le sue prediche durante la messa. “Il percorso di fede
non si esaurisce mai. E’ paragonabile, come diceva il drammaturgo Paul
Claudel, alla costruzione di una cattedrale, ogni giorno bisogna
aggiungere un mattoncino. La pietra più nascosta nel fondamento è
altrettanto necessaria come quella di ornamento alla volta”.
L’ordine delle Trappiste vive isolato dal resto del mondo ma, visto che
il Papa twitta, anche loro si fanno qualche concessione in materia. E
il mondo non lo vedono più attraverso una grata, ma attraverso
Internet. Hanno un web site e un indirizzo di posta e mail. Dal loro
portale apprendo che la giornata di preghiera comincia alle tre e mezza
del mattino e che la loro è una vita cenobitica, semplice e povera,
interamente consacrata a Dio, nell’unione fraterna, nella solitudine e
nel silenzio, nella preghiera continua, nel lavoro e in una gioiosa
penitenza.
E mi vengono in mente le parole di un altro frate francescano: santo
vuol dire separato. Diverso dagli altri. Ci sarà pure una ragione…
P.S. Proviamo a togliere ai nostri figli Iphone e computer per un
giorno. Li sconnettiamo da Internet, ma li connettiamo con se stessi.
Januaria Piromallo
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