L’istruzione riparte, ma … dove va?
Data: Lunedì, 11 novembre 2013 ore 06:00:00 CET Argomento: Redazione
“Io parto, ma dove vado se parto, sempre
ammesso che parto” cantavano Cochi e Renato. Un quesito di
vitale importanza per il decreto 104/2013: come investire le risorse
disponibili?
Il decreto “L’istruzione riparte” ha individuato un insieme di
situazioni critiche e ha dato mandato al Miur per la messa a punto dei
decreti attuativi.
La parola “insieme” è carica di significato: una scelta
terminologica che vuole evidenziare l’assenza dell’indicazione d’una
struttura unificate. Due principi costituzionali esauriscono i
riferimenti alle regole del sistema. Nessun richiamo è stato fatto alla
legge 53/2003, nonostante rappresenti lo stato attuale dell’evoluzione
del pensiero del legislatore.
Ne consegue che il campo del problema e la finalizzazione del decreto
rimangono sottointesi e, ancor più insidioso, l’esistente conflitto tra
le norme vigenti non è stato rilevato così come le resistenze che da
anni sterilizzano i cambiamenti non sono state individuate e
fronteggiate.
Legge 28 marzo 2003, n.
53
Art. 2. Sistema
educativo di istruzione e di formazione
Comma 1) .. principi e criteri
direttivi a) è promosso l’apprendimento in tutto
l’arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di
raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le
competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche,
coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate
all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con
riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea;
Si tratta della disposizione che contiene la definizione dei
concetti portanti il servizio scolastico pubblico: la terminologia in
uso avrebbe dovuto uniformarsi ad essa.
FORMAZIONE
Il traguardo dei processi d’apprendimento è stato
identificato: i giovani, al termine del loro percorso, dovranno
essere in grado di “inserirsi nella
vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni
locali, nazionale ed europea”.
Formare è un termine relativo,
da rapportare a uno specifico ambiente.
Le competenze generali
circoscrivono il significato di “formazione”, intesa in senso
lato. Identificano la finalità delle singole scuole. Sono
“elaborate e adottate” dal Consiglio di Circolo/di Istituto che adatta
le direttive centrali alle esigenze locali.
A titolo esemplificativo si trascrive una delle competenze generali
presenti nei nuovi regolamenti di riordino del 2010: “Cogliere l’importanza dell’orientamento al
risultato, del lavoro per obiettivi e della necessità di assumere
responsabilità nel rispetto dell’etica e della deontologia professionale”.
Le competenze specifiche
riguardano le prestazioni fornite dagli studenti in ambito
disciplinare: i singoli docenti progettano il loro lavoro per
sollecitarle e rinforzarle, obiettivo che, oltre a essere portatore di
una corretta immagine della disciplina, concorre a realizzare la
finalità del servizio.
Il dettato legislativo di cui si è trattato è contraddetto dalla
direttiva in materia di linee guida, diramata dal Miur nel gennaio 2012
.. riguardante gli obiettivi specifici di apprendimento concernenti le
attività e gli insegnamenti compresi nei piani degli studi.
La violazione di legge affiora nella frase: “L’articolazione dell’insegnamento in
conoscenze e abilità è indicata quale orientamento per la progettazione
didattica del docente in relazione alle scelte compiute nell’ambito
della programmazione collegiale del Consiglio di classe”,
asserzione che ricorre per tutte le materie curriculari.
Mentre la norma del 2003 prescrive la promozione dell’apprendimento “attraverso le conoscenze e le abilità”,
la direttiva del 2012 scandisce tali strumenti per orientare la
progettazione didattica dei singoli docenti.
Mentre le norma sull’autonomia scolastica 275/99 e il TU 297/94
prefigurano un percorso progettuale che si sviluppa, per successive
approssimazioni, dal risultato atteso verso la fase operativa
[insegnamento], la direttiva del 2012 propone un percorso
inverso: dalla strumentazione, dalla fase esecutiva verso un traguardo
intermedio.
Il chiodo fisso INVALSI è una plausibile ipotesi interpretativa
dell’accaduto: il Miur esige che nei test le scuole brillino.
Da qui nasce la confusione: in ambito scolastico l’apprendimento é un
processo di lungo periodo che, via via, potenzia e consolida le
capacità dei giovani.
Un processo è una successione discreta di stati, in evoluzione.
Le abilità e le conoscenze sono gli elementi caratterizzanti uno stato.
Il controllo scolastico s’incardina sulla abilità e sulle conoscenze
solo per soppesare lo stato attuale dei processi di apprendimento. Le
sue funzioni primarie sono a) il monitoraggio delle ipotesi
formative formulate; b) la rilevazione della dinamica evolutiva dei
processi d’apprendimento.
Se le scuole persistono nell’elusione della norma sulla “valutazione periodica dell'andamento
complessivo dell'azione didattica per verificarne l'efficacia”
la valutazione esterna perde ogni incisività e significato.
EDUCATIVO
Lo “sviluppo di capacità e di
competenze coerenti con le attitudini e le scelte personali”
sostanzia il termine educazione.
La progettazione educativa ha inizio dall’analisi delle competenze
generali, finalità della scuola, per identificare le capacità loro
sottese. Segue la loro processualizzazione, intesa come
elencazione degli stati del loro manifestarsi.
La capacità “elaborare strategie” potrebbe condurre alla
seguente sequenza: circoscrivere il campi d’indagine assumendo uno
specifico punto di vista -> definire l’obiettivo ->
analizzare/selezionare i dati -> formulare ipotesi: mettere in
relazione i dati selezionati con l’obiettivo; valutare la consistenza
della congettura -> rendere operativa l’ipotesi-> applicare la
strategia e ottenere risultati -> gestire l’errore: confrontare
l’obiettivo con il risultato; estrarre le informazione contenute nello
scostamento osservato e capitalizzarle.
La progettazione educativa prosegue con l’enunciazione delle strategie
per la promozione di capacità “coerenti
con le attitudini e le scelte personali”.
Un cambiamento che avrebbe dovuto essere epocale: la tradizionale
didattica versativa, undirezionale, cattedratica non é più collocabile
al centro della scena.
Una metodologia ascendente, della scoperta, laboratoriale, che fa
rivivere i problemi e i metodi che hanno caratterizzato l’evoluzione
delle discipline ne avrebbe dovuto prendere il posto.
ISTRUZIONE
La scuola è concepita come un sistema: l’unitarietà, la finalizzazione,
il coordinamento, il feed-back sono le sue specificità.
In questo contesto il termine “istruzione” trova la sua
definizione: è da rapportare a un modalità di governo dei
processi scolastici che ricerca, identifica e valorizza le sinergie tra
gli insegnamenti.
Il consiglio di classe sovrintende tale funzione per conseguire gli
obiettivi elaborati dagli organismi a lui sovraordinati.
RIPARTIRE!!
Le scuole devono essere ricollocate sul binario istituzionale e
accendere i motori prima dell’inizio del prossimo anno scolastico.
I dirigenti scolastici dovrebbero essere invitati a convocare i
Consigli di Circolo/di Istituto per “elaborare
e adottare gli indirizzi generali”. A tal fine le competenze
generali elencate nei regolamenti di riordino del 2010 verranno
integrate: la finalità del servizio erogato dalle singole scuole sarà
dichiarata.
L’elenco sarà completato dall’indicazione dei “criteri generali della
programmazione educativa” che vincolerà il suo successivo raffinamento
all’ambito sistemico.
Seguirà la convocazione del Collegio dei docenti per l’elaborazione del
Piano dell’offerta formativa “sulla
base degli indirizzi generali per le attività della scuola e delle
scelte generali di gestione e di amministrazione definiti dal consiglio
di circolo o di istituto”.
Perché non prevedere dei premi per le scuole che si distinguono e per i
docenti che progettano occasioni d’apprendimento coerenti, motivanti ed
efficaci?
Enrico Maranzana
zanarico@yahoo.it
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