Come cambia il mondo nelle mappe di NatGeo
Data: Domenica, 10 novembre 2013 ore 07:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


La divisione National Geographic Maps di recente ha messo in produzione la decima edizione del suo Atlas of the World, la cui pubblicazione è prevista per la metà del 2014. Il volume segna anche il 50mo anniversario del primo atlante, pubblicato nell'estate del 1963.

Mappare il mondo nel XXI secolo è ovviamente un compito assai diverso rispetto a quello svolto negli anni Sessanta. Pur rimanendo un'attività molto complessa e che richiede tempi lunghi, oggi è molto meno manuale rispetto a un tempo, con i computer che rivestono un ruolo determinante. I giorni in cui eserciti di cartografi e i loro collaboratori  - disegnatori, topografi, ricercatori, redattori- lavoravano per mesi o anni a una singola mappa sono ormai un ricordo. La prima edizione richiese l'abilità di almeno 39 cartografi, più un cospicuo staff editoriale. La decima edizione richiederà decisamente meno mani e meno tempo.

Anche le mappe sono diverse, anche se in maniera meno accentuata. Lo stile e la politica editoriale di National Geographic si sono evoluti nel tempo, ma una mappa targata NGS reca gli stessi caratteri “genetici” delle sue antenate di mezzo secolo fa.

La maggior parte dei lettori quindi noterà soprattutto differenze geografiche: il mondo del 2013 è molto diverso da quello che esisteva quando Kennedy era presidente degli Stati Uniti.

Nuovi paesi
Oggi, secondo la National Geographic Society, vi sono 195 paesi indipendenti nel mondo, circa tre quarti in più di quanti ne riconoscesse nel 1963. Molte delle nazioni più recenti sono frutto del crollo dell'Unione Sovietica (15 nuovi paesi) e dell'ex Yugoslavia (7), mentre alla fine del secolo scorso era soprattutto la fine dell'epoca coloniale a determinare la nascita di nuove nazioni.

Dalla prima pubblicazione dell'Atlante, nel solo continente africano 16 nazioni sono nate mantenendo l'indipendenza; nuovi Stati indipendenti sono sorti anche nei Caraibi e in Oceania, dove circa una ventina di paesi si sono liberati del giogo coloniale.

Nonostante il rapido aumento nel numero di nazioni sovrane, altre si sono fuse o nuovamente unite: il Tanganyika si è fuso con Zanzibar nel 1964, finendo per adottare il nome Tanzania; Vietnam del Nord e del Sud si sono riuniti nel 1976; lo Yemen si è unificato nel 1990, e nello stesso anno anche la Germania.

Più toponimi
La gran parte dei circa 127.000 toponimi che apparivano nella prima edizione dell'Atlante sono visibili ancor oggi, ma non tutti: l'URSS ad esempio, dissoltasi nel 1991, non appare più sulle mappe contemporanee.

Altri luoghi hanno solo assunto nomi nuovi: l'Alto Volta e il Dahomey sono diventati rispettivamente Burkina Faso (nel 1984) e Benin (nel 1975). Saigon dal 1976 si chiama Ho Chi Minh City. E l'ex protettorato britannico sulla Penisola Arabica, gli Stati della Tregua, nel 1971 si sono ricostituiti come Emirati Arabi Uniti.

In paesi come Australia, Irlanda e Sudafrica, la politica della doppia nomenclatura ha fatto sì che luoghi a lungo noti come Ayers Rock, Donegal e Pretoria oggi appaiano sulle mappe accompagnati dai nomi tradizionali: Uluru (Ayers Rock), Donegal (Dún na nGall) e Pretoria (Tshwane).

Linee di confine
Con nuovi paesi spesso arrivano nuovi confini, ma in molti casi le nuove frontiere si basano su quelli già esistenti. Il confine più meridionale del Suriname con i vicini Guyana e Guiana francese sono, benché a lungo contesi, eredità dell'epoca coloniale, quando ancora si chiamava Guyana Olandese.

Anche cambiamenti interni possono creare nuovi onfini: il territorio canadese del Nunavut, creato nel 1999, è stato ricavato da una porzione dei Territori del Nordovest; di recente, il Sudan ha annunciato l'aggiunta di due nuovi Stati, il Darfur Centrale e il Darfur Orientale, alla sua regione del Darfur.

I confini contesi sono una fonte continua di materiale (e a volte di ansie) per i cartografi. Attualmente la CIA possiede un elenco di centinaia di dispute territoriali, alcune in fieri, altre di lunga data, che a volte appaiono anche sulle mappe.

Crescita demografica
La popolazione terrestre, oggi attorno ai 7 miliardi di persone, è poco più che raddoppiata rispetto al 1963. La Cina ospita quasi un quinto della popolazione totale, ma la sua crescita è stata più o meno al passo di quella del resto del mondo. Nel frattempo, la popolazione dell'India è quasi triplicata, e quella di molte nazioni africane si è moltiplicata di quattro o cinque volte, grazie anche all'alto tasso di natalità.

La Nigeria, per esempio, nel 1963 ospitava circa 36 milioni di persone; oggi ne accoglie 175. Anche negli Stati del Golfo come Bahrain e Qatar la popolazione è cresciuta in maniera esponenziale: se negli anni Sessanta assieme annoveravano meno di 300.000 persone, oggi la popolazione è balzata a quasi nove milioni.

National Geographic Italia













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