La
divisione National Geographic Maps di recente ha messo in produzione la
decima edizione del suo
Atlas of the
World, la cui pubblicazione è prevista per la metà del 2014. Il
volume segna anche il 50mo anniversario del primo atlante, pubblicato
nell'estate del 1963.
Mappare il mondo nel XXI secolo è ovviamente un compito assai diverso
rispetto a quello svolto negli anni Sessanta. Pur rimanendo un'attività
molto complessa e che richiede tempi lunghi, oggi è molto meno manuale
rispetto a un tempo, con i computer che rivestono un ruolo
determinante. I giorni in cui eserciti di cartografi e i loro
collaboratori - disegnatori, topografi, ricercatori, redattori-
lavoravano per mesi o anni a una singola mappa sono ormai un ricordo.
La prima edizione richiese l'abilità di almeno 39 cartografi, più un
cospicuo staff editoriale. La decima edizione richiederà decisamente
meno mani e meno tempo.
Anche le mappe sono diverse, anche se in maniera meno accentuata. Lo
stile e la politica editoriale di
National
Geographic si sono evoluti nel tempo, ma una mappa targata NGS
reca gli stessi caratteri “genetici” delle sue antenate di mezzo secolo
fa.
La maggior parte dei lettori quindi noterà soprattutto differenze
geografiche: il mondo del 2013 è molto diverso da quello che esisteva
quando Kennedy era presidente degli Stati Uniti.
Nuovi paesi
Oggi, secondo la National Geographic Society, vi sono 195 paesi
indipendenti nel mondo, circa tre quarti in più di quanti ne
riconoscesse nel 1963. Molte delle nazioni più recenti sono frutto del
crollo dell'Unione Sovietica (15 nuovi paesi) e dell'ex Yugoslavia (7),
mentre alla fine del secolo scorso era soprattutto la fine dell'epoca
coloniale a determinare la nascita di nuove nazioni.
Dalla prima pubblicazione dell'Atlante, nel solo continente africano 16
nazioni sono nate mantenendo l'indipendenza; nuovi Stati indipendenti
sono sorti anche nei Caraibi e in Oceania, dove circa una ventina di
paesi si sono liberati del giogo coloniale.
Nonostante il rapido aumento nel numero di nazioni sovrane, altre si
sono fuse o nuovamente unite: il Tanganyika si è fuso con Zanzibar nel
1964, finendo per adottare il nome Tanzania; Vietnam del Nord e del Sud
si sono riuniti nel 1976; lo Yemen si è unificato nel 1990, e nello
stesso anno anche la Germania.
Più toponimi
La gran parte dei circa 127.000 toponimi che apparivano nella prima
edizione dell'Atlante sono visibili ancor oggi, ma non tutti: l'URSS ad
esempio, dissoltasi nel 1991, non appare più sulle mappe contemporanee.
Altri luoghi hanno solo assunto nomi nuovi: l'Alto Volta e il Dahomey
sono diventati rispettivamente Burkina Faso (nel 1984) e Benin (nel
1975). Saigon dal 1976 si chiama Ho Chi Minh City. E l'ex protettorato
britannico sulla Penisola Arabica, gli Stati della Tregua, nel 1971 si
sono ricostituiti come Emirati Arabi Uniti.
In paesi come Australia, Irlanda e Sudafrica, la politica della doppia
nomenclatura ha fatto sì che luoghi a lungo noti come Ayers Rock,
Donegal e Pretoria oggi appaiano sulle mappe accompagnati dai nomi
tradizionali: Uluru (Ayers Rock), Donegal (Dún na nGall) e Pretoria
(Tshwane).
Linee di confine
Con nuovi paesi spesso arrivano nuovi confini, ma in molti casi le
nuove frontiere si basano su quelli già esistenti. Il confine più
meridionale del Suriname con i vicini Guyana e Guiana francese sono,
benché a lungo contesi, eredità dell'epoca coloniale, quando ancora si
chiamava Guyana Olandese.
Anche cambiamenti interni possono creare nuovi onfini: il territorio
canadese del Nunavut, creato nel 1999, è stato ricavato da una porzione
dei Territori del Nordovest; di recente, il Sudan ha annunciato
l'aggiunta di due nuovi Stati, il Darfur Centrale e il Darfur
Orientale, alla sua regione del Darfur.
I confini contesi sono una fonte continua di materiale (e a volte di
ansie) per i cartografi. Attualmente la CIA possiede un elenco di
centinaia di dispute territoriali, alcune in fieri, altre di lunga
data, che a volte appaiono anche sulle mappe.
Crescita demografica
La popolazione terrestre, oggi attorno ai 7 miliardi di persone, è poco
più che raddoppiata rispetto al 1963. La Cina ospita quasi un quinto
della popolazione totale, ma la sua crescita è stata più o meno al
passo di quella del resto del mondo. Nel frattempo, la popolazione
dell'India è quasi triplicata, e quella di molte nazioni africane si è
moltiplicata di quattro o cinque volte, grazie anche all'alto tasso di
natalità.
La Nigeria, per esempio, nel 1963 ospitava circa 36 milioni di persone;
oggi ne accoglie 175. Anche negli Stati del Golfo come Bahrain e Qatar
la popolazione è cresciuta in maniera esponenziale: se negli anni
Sessanta assieme annoveravano meno di 300.000 persone, oggi la
popolazione è balzata a quasi nove milioni.
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