Con le briciole del governo copertura borse al 65.5%. Gli studenti pagano più della metà del diritto allo studio italiano
Data: Martedì, 05 novembre 2013 ore 06:30:00 CET Argomento: Redazione
Il DL "l'istruzione
riparte", votato lo scorso venerdì alla Camera, non rappresenta nemmeno
lontanamente l'inversione di rotta rispetto alle politiche di austerity
portate avanti dall'Europa su scuola e università in questi anni: basti
pensare alla chiusura dell'università di Atene, esempio palese di come
l'istruzione rischia di non sopravvivere a tali scelte politiche. In
base alle nostre proiezioni con il DL sono 211 i milioni che mancano
per avere una copertura totale delle borse , migliaia gli studenti
idonei non beneficiari e nessuna la risposta da parte del Governo se
non un DL ancora una volta insufficiente rispetto al fabbisogno degli
studenti italiani. I segnali intravisti negli emendamenti presentati
sul DL, come quello di Celeste Costantino per aumentare il fondo per le
borse di studio, non ci bastano più, non sono sufficienti per
salvaguardare anche solo la sopravvivenza delle nostre scuole e
università, figurarsi la loro ripartenza.
Chiediamo una vera inversione di rotta, chiediamo finanziamenti veri
per il diritto allo studio che coprano l'effettivo fabbisogno degli
studenti italiani, siamo stufi di accontentarci delle briciole perché
“potremmo non avere nemmeno quelle”, chiediamo un investimento reale su
scuola e università perché è l'istruzione l'unica via per ripartire.
“E' assurdo e vergognoso che la tassa regionale a carico degli studenti
rappresenti il principale introito dei fondi per il diritto allo
studio: in base alle nostre proiezioni per il 2014, infatti, almeno 220
milioni di euro su un totale di 420 milioni provengono dalla tassa
regionale a fronte dei 112.800 milioni provenienti dal fondo statale
per il diritto allo studio. L'incidenza della tassa regionale è
aumentata dal 2008 del ben 17% prova concreta che lo Stato non ha la
volontà di investire sull'istruzione. – dichiara Gianluca Scuccimarra
Cordinatore dell'Unione degli Universitari – “Il DL scuola non inverte
la marcia, lancia segnali positivi come i 28 milioni provenienti dal
fondo unico per la giustizia, ma nel complesso lascia briciole a scuola
e università, ancora una volta, e di questo noi studenti siamo stufi.”
Daniele Lanni, Portavoce Nazionale della Rete degli Studenti Medi
spiega: “Alle scuole superiori la soluzione migliora minimamente. Non
esiste una legge nazionale sul diritto allo studio che garantisca a
tutti gli studenti di tutte le regioni dei servizi minimi. Noi da anni
chiediamo una legge nazionale per il diritto allo studio che definisca
i LEP (livelli essenziali di prestazione) che ogni regione debba
fornire obbligatoriamente. La proposta che abbiamo depositato al MIUR
non è mai stata presa in considerazione e ancora oggi questa legge in
Italia non esiste, e ogni regione autonomamente e senza indicazioni
nazionali regola il proprio diritto allo studio, con risultati in molte
regioni disastrosi.”
Conclude Scuccimarra “La copertura prevista delle borse di studio con
questo DL è al 65,53% ciò significa che la figura tutta italiana degli
idonei non beneficiari di borsa rimane: in Italia ci sono più di 58.000
studenti che in base al dettato costituzionale dovrebbero essere
tutelati dal punto di vista economico per raggiungere i gradi più alti
dell'istruzione e non lo sono perché lo Stato non ha il coraggio di
scegliere e puntare su scuola e università, gli unici strumenti che
potrebbero farci ripartire veramente. Il 15 novembre scenderemo in
piazza allo slogan “CHANGE THE WAY” chiedendo un'inversione di marcia
all'Italia ma anche all'Europa perché fatti come la chiusura
dell'università di Atene non accadano mai più!”
n.s. A questi due link tutti i dati della nostra indagine sul diritto
allo studio
http://www.unionedegliuniversitari.it/
http://issuu.com/
Greta
Chinellato - Addetto Stampa UDU-Unione degli Universitari
stampa@unionedegliuniversitari.it
Cell: 3476209115
|
|