Le carenze dei consiglieri del ministro M.C. Carrozza
Data: Giovedì, 31 ottobre 2013 ore 08:00:00 CET Argomento: Opinioni
L’excursus
professionale del ministro Maria Chiara Carrozza si sviluppa in ambito
universitario: non risultano interazioni significative con il mondo
della scuola. Un folto gruppo di consiglieri la affianca per assisterla
nel suo mandato ministeriale e per fornirle strumenti per osservare le
dinamiche educative. Si trascrivono tre dichiarazioni del ministro,
proiezioni della sua concezione delle realtà scolastica:
- "Certamente la scuola media va rivista, come tutta la scuola italiana
dovrebbe subire un ripensamento, ci vorrebbe una costituente della
scuola italiana, deve essere aggiornata soprattutto nei
programmi" [Prima di tutto su Radio Uno - 22 ottobre
2013];
- “Se ci fosse stata quando ero studentessa, anch’io mi sarei iscritta
a una scuola come la vostra. Si tratta di un’esperienza che dovrebbe
diventare un modello da replicare in tutta Italia anche per la scuola
pubblica” [Visita al liceo Guido Carli di Brescia – 17
ottobre 2013]
- “Se non diamo una prospettiva .. dove va il sistema di istruzione
italiano, che obiettivi si pone .. leggere la contemporaneità ..
pensare che i nostri programmi si fermino al novecento, che non si
studi la contemporaneità, i problemi economici .. intervenire sulla
scuola per metterla in grado di fronteggiare i problemi di questo
tempo” [videoforum - Repubblica.it – 18 luglio 2013]
Tre asserzioni che travalicano i vincoli posti dal sistema di regole in
cui la scuola è immersa: l’origine dello stallo in cui versa
l’istituzione non è stata riconosciuta.
Una carenza percettiva che nasce dall’inadeguato flusso informativo
proveniente dai funzionari che assistono il ministro.
La scuola media va rivista, va
ripensata
Il buon padre di famiglia, prima di sostituire un elettrodomestico che
non funziona, ricerca e rimuove le cause del guasto. Allo stesso modo,
prima di rivisitare e ripensare la scuola media, si dovrebbe
identificare l’origine dell’inefficacia dei programmi vigenti [il
regolamento del 2012 potrebbe essere un parziale rimedio].
Questi, nonostante la loro vetustà, sono perfettamente sovrapponibili
all’assetto scolastico sistematizzato dalla legge 53/2003. I
primi incasellano le conoscenze come “strumento e occasione”
d’apprendimento mentre la seconda finalizza il sistema educativo alla
promozione e al consolidamento delle capacità e delle competenze dei
giovani, da perseguire “attraverso” le conoscenze e le abilità.
Lo studente e le sue qualità sono poste al centro e costituiscono il
perno di rotazione dell’istituzione scolastica … non ai
programmi!
Una scelta che implica una progettazione didattica orientata alla
promozione di capacità, capacità che traspaiono dai
comportamenti esibiti quando si riconoscono, si affrontano e si
risolvono problemi (competenze).
Indurre
comportamenti produttivi
é il leitmotiv della programmazione educativa
Una modus operandi estraneo alla prassi scolastica attuale. L’attività
di classe è scandita dai libri di testo e l’apprendere è sostituito
dall’imparare.
Le discipline sono il centro di gravità dei processi scolastici.
La divaricazione di cui si tratta è stata rinforzata nel marzo 2013 dal
Miur: le indicazioni nazionali per il curricolo della scuola di
base hanno assunto come contenuti chiave
- Dialogo tra discipline: insegnare
a ricomporre i grandi oggetti della conoscenza in prospettiva complessa;
- Essenzialità: ricerca
dei nuclei fondamentali delle discipline;
- Priorità: maggiore
attenzione per una solida acquisizione delle conoscenze e competenze di
base, fondamentali per lo sviluppo successivo del sapere e per
l’esercizio della cittadinanza;
- Traguardi: sistema
di verifiche periodiche e sistematiche degli apprendimenti. Attenzione
per le diversità individuali e valorizzazione dei momenti di passaggio.
Una tipica immagine disciplinare della scuola d’inizio novecento che i
nuovi regolamenti di riordino del 2010 avevano superato: i problemi che
hanno fatto evolvere i diversi settori del sapere, associati ai metodi
risolutivi, sono stati collocati tra gli aspetti “fondamentali e
imprescindibili”.
Non avrebbe potuto essere diversamente: la promozione delle competenze
non avviene attraverso l’insegnamento ma ponendo quesiti a cui gli
studenti risponderanno, operando su un terreno che per loro è ignoto.
In ambito educativo (promozione di capacità)
Il
binomio “metodo disciplinare .. competenza” è
inscindibile
Gli inascoltati programmi della scuola media del 1979 l’avevano
postulato.
Le attività laboratoriali costituiscono l’ambito deputato alla
promozione delle competenze: gli studenti sono posti nella
condizione di rivivere l’attività di ricerca che ha scandito la storia
delle discipline.
La scuola deve essere aggiornata
soprattutto nei programmi che si fermano al novecento .. intervenire
sulla scuola per metterla in grado di fronteggiare i problemi di questo
tempo.
La finalità del sistema educativo, di istruzione e di formazione non è
stata identificata così come non è stata riconosciuta la dimensione del
problema scolastico e la corrispondente strategia risolutiva.
Se il decreto legislativo 294/97 fosse stato associato con la legge
53/2003 il quadro di riferimento sarebbe nitidamente apparso.
L’istituzione scuola muove verso il traguardo istituzionale adottando
un procedimento per successive approssimazioni:
- in un primo momento affronta le problematiche formative e enuncia
i relativi traguardi in termini di competenze generali. Saranno
“elaborati e adottati gli indirizzi generali” al fine di favorire
“l’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con
riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea”;
- successivamente enuclea dai traguardi formativi i corrispondenti
obiettivi, esprimendoli sotto forma di capacità. Si tratta della
necessaria premessa alla formulazione di ipotesi per la “programmazione
dell’azione educativa” e per “valutare periodicamente l'andamento
complessivo dell'azione didattica per verificarne l'efficacia” ;
- in seguito fronteggia il problema dell’istruzione: gli
insegnamenti sono sinergicamente “coordinati”;
In questo l’ambito è da collocare l’insegnamento, anello finale
dell’attività progettuale: il docente mette a punto e gestisce
occasioni d’apprendimento sia per conseguire i traguardi collegialmente
individuati, sia per trasmettere una corretta immagine della disciplina
insegnata, sia per motivare lo studente valorizzando le sue “attitudini
e le sue scelte personali”.
Se ci fosse stata
quando ero studentessa, anch’io mi sarei iscritta a una scuola come la
vostra..
Il liceo Guido Carli di Brescia assurge a esempio: un cedimento emotivo
al battage.
.. un’esperienza
che dovrebbe diventare un modello da replicare in tutta Italia anche
per la scuola pubblica.
L’identità del liceo Carli si fonda “sul taglio internazionale, sulla
forte sinergia con il tessuto imprenditoriale, sull’alleanza con il
sistema universitario”. Una scelta strategica: i giovani interagiscono
con il contesto socio-culturale contemporaneo e ad esso si adeguano.
Il sistema scolastico statale germina su un presupposto differente: il
vorticoso dinamismo socio-culturale non consente di prefigurare i
caratteri dell’ambiente in cui i giovani dovranno integrarsi.
Questa la ratio del sistema scuola: la promozione e il consolidamento
delle capacità degli studenti.
Una scelta che consentirà loro “d’essere di casa” in ambienti
ignoti.
Estremizzando:
addestramento..abilità..presente
VS educazione..capacità..futuro
Se non diamo una prospettiva ..
pensare che i nostri programmi si fermano al novecento
Sono i piani dell’offerta formativa che dovrebbero mostrare gli
itinerari di sviluppo in materia educativa, formativa e
dell’istruzione. Il coinvolgimento di studenti, delle famiglie e del
territorio è la naturale conseguenza dell’esatta descrizione delle
scelte operate in sede di programmazione.
Gli elementi essenziali del documento di programmazione sono:
1. la dichiarazione dei traguardi,
2. la rappresentazione della struttura decisionale;
3. l’indicazione delle ipotesi di lavoro,
4. la descrizione dei meccanismi di feed-back,
5. l’inequivocabile distinzione tra finalità e strumentazione.
“La progettazione e la realizzazione
di interventi di educazione, formazione e istruzione” è l’atout
per la credibilità del servizio.
Enrico Maranzana
zanarico@yahoo.it
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