La Corte dei Conti ha ragione su stop tagli PA
Data: Mercoledì, 30 ottobre 2013 ore 07:00:00 CET
Argomento: Sindacati


Per il sindacato tra le restrizioni va anche inclusa la proroga del blocco dei contratti: i nostri lavoratori tra i più penalizzati nell’area Ocse. Anief-Confedir condivide in pieno l’allarme lanciato oggi dal presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, sul crescente rischio di degrado nei servizi della Pubblica Amministrazione come conseguenza dei tagli subiti negli ultimi anni. In particolare, il sindacato ritiene fondamentale il passaggio nel quale il presidente della Corte di Conti auspica che le norme di taglio sul pubblico impiego non siano “replicabili all'infinito”. Per il sindacato, le indicazioni di Squitieri sono rivolte non solo alle restrizioni subite sul fronte degli organici della PA. Con la scuola in testa, considerando che in sei anni ha perso qualcosa come 200mila posti. Ma il monito del presidente della Corte dei Conti riguarda necessariamente anche il blocco dei contratti di oltre 3 milioni di dipendenti pubblici, che proprio la legge di stabilità intende prorogare sino a tutto il 2014. Con la vacanza contrattuale bloccata addirittura fino al 2017 (quindi per 8 anni consecutivi). “È tutto dire che la politica del risparmio ad oltranza nel pubblico impiego - commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – venga rilevata anche dalla Corte dei Conti. A livello sindacale, inoltre, proprio oggi l’Osservatorio ‘Merger’ sul costo del lavoro 2013 ha rilevato come in Italia gli stipendi dei laureati italiani siano abbondantemente al di sotto dei colleghi di Francia a Germania. Con i nostri docenti ancora una volta a valere per tutti, anche a livello di area Ocse: nel recente rapporto 'Education at a glance' è stato indicato come il gap stipendiale a inizio carriera (29.418 dollari per un insegnante italiano, contro 31.348 di media dei 34 membri dell'organizzazione), diventi sempre maggiore con il procedere dell'esperienza lavorativa: 36.928 dollari per un prof italiano con 15 anni di anzianità, contro 41.665 di media Ocse. E anche questi sono dati, non opinioni”. Anief-Confedir, tuttavia, non condivide la manifestazione indetta dagli altri sindacati della scuola per il prossimo 30 ottobre. Come la ventilata ipotesi dello sciopero generale su cui starebbero “lavorando” gli stessi organismi dei lavoratori, da attuare probabilmente nel mese di novembre. Solo Anief-Confedir aveva presentato, prima delle elezioni politiche, un rigoroso piano di sviluppo economico. Rifiutando pseudo accordi sul merito o sulle performance produttive da attuare anche nel pubblico impiego, che invece gli altri sindacati conducevano in modo disinvolto. “Bisognerebbe solo avere un po’ di coerenza: come si fa a protestare oggi - conclude Pacifico - dopo aver avallato e sottoscritto quegli impegni?”.

Anief.org





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