Torino, crollo del liceo Darwin con studente travolto: sei condanne e un'assoluzione. I genitori:«Questa sentenza è un punto di partenza»
Data: Martedì, 29 ottobre 2013 ore 09:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


TORINO - Sei condanne e una assoluzione oggi al processo d'Appello per il crollo al liceo Darwin di Rivoli, nel Torinese, in cui nel novembre 2008 perse la vita lo studente Vito Scafidi. In primo grado era stato condannato soltanto uno dei sette imputati. Le pene inflitte vanno da un minimo di 2 anni e 2 mesi a un massimo di 4 anni. Confermata la condanna a 4 anni di carcere per Michele Del Mastro, ex funzionario della Provincia, condannati anche altri due funzionari provinciali, Sergio Moro (3 anni e 4 mesi) ed Enrico Marzilli (3 anni) mentre è stato assolto Massimo Masino. Condannati anche i tre professori responsabili della sicurezza nell'istituto, Diego Sigot (2 anni e 2 mesi), Paolo Pieri (2 anni e 6 mesi) e Fulvio Trucano (2 anni e 9 mesi). Per tutti l'accusa era di disastro, omicidio e lesioni colpose. Fulvio Trucano, professore del liceo Darwin tra gli imputati al processo per la morte di Vito Scafidi, ha avuto un mancamento quando il giudice Luciano Grasso, presidente del collegio giudicante, ha pronunciato la sentenza di condanna a due anni e nove mesi nei suoi confronti. L'uomo si è accasciato sui banchi dell'aula 6 del tribunale di Torino, dove si è tenuta l'udienza, ed è stato subito soccorso dalle forze dell'ordine che lo hanno accompagnato fuori. Si è ripreso poco dopo. «Più che giustizia questa sentenza è un punto di partenza per la sicurezza in tutte le scuole italiane. Continueremo a lottare per questo obiettivo, come abbiamo fatto nel corso di questo processo». Così Cinzia Caggiano, mamma di Vito Scafidi, lo studente morto nel crollo del soffitto della sua classe, al liceo Darwin di Rivoli (Torino), commenta la sentenza d'appello. «A Busalla, in provincia di Genova, hanno inaugurato da poco una scuola dedicata a Vito - ricorda ancora la donna - in cui il sindaco e l'amministrazione comunale non hanno badato a spese: vorremmo che tutte le scuole italiane fossero così». Soddisfatto anche il padre della giovane vittima dell'incidente avvenuto nel novembre del 2008. «Siamo usciamo tutti con le ossa rotte da questa sentenza, perchè nessuno ci riporterà Vito - dice Fortunato Scafidi - tuttavia ci saremo rimasti assai male se fosse stato confermato il verdetto di primo grado. La giustizia italiana è questa, la corte non avrebbe potuto fare di più. La morte di Vito non è avvenuta invano».

Ilmessaggero.it





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