Sugli stereotipi
Data: Domenica, 27 ottobre 2013 ore 07:30:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Nella
scuola dove lavoro, anche al Liceo, cominciano ad arrivare studenti
stranieri, arrivati cioè in Italia già adolescenti, che hanno bisogno
di un piccolo sostegno linguistico, insomma qualche ora in più di
lingua italiana. Questo sostegno talvolta lo faccio io. Devo dire che
insegnare l’italiano non è facile. La lingua italiana è
complicatissima. I verbi, i verbi, i verbi!
Devo dire che nemmeno gli Italiani li usano proprio bene.
Subito un minuto di silenzio per il congiuntivo!
Devo dire che la fatica di spiegare a uno straniero il concetto di
nostalgia è cosa da far tremar le vene e i polsi.
Devo dire che spiegare l’idea di passato remoto e la differenza tra
passato remoto, prossimo, imperfetto è impresa quasi impossibile.
Il gerundio per ora l’ho lasciato lì a riposare.
Ma tutta questa fatica è compensata dalla possibilità di confronto con
altre lingue. Attenzione, non parlo di altre culture, ma proprio di
altre lingue, altre grammatiche, altre concezioni del tempo, altre
costruzioni verbali.
Ora lo stereotipo dove sta?
Quando ho chiesto a uno dei due ragazzi cinesi di indicarmi un verbo,
il ragazzo, giustamente, ha scelto un verbo che gli sta a cuore, mi ha
detto: “collele”.
Io non ho capito, il poveretto l’ha ripetuto, guardandomi sospettoso, e
dopo altre due o tre ripetizioni ci sono arrivata: colelle è correre!
Davanti a me si è materializzato quello che credevo uno stereotipo (e
che un po’ lo è), la rappresentazione del cinese che dice “onolevole
signole”.
Solo che il ragazzo mi diceva collele.
Dal che ho dedotto che talvolta bisogna accettare gli stereotipi perché
talvolta hanno in sé delle verità. E persino non accettare uno
stereotipo può essere stereotipante e portare a una non comprensione.
Insomma non è facile destreggiarsi fra gli stereotipi.
Per fortuna la realtà è sempre più complessa dei nostri preconcetti,
dei nostri pregiudizi.
Come già aveva capito la Austen in Orgoglio e pregiudizio!
Tra le mie conoscenze ho scoperto esserci un vegetariano, che è anche
impegnato nella lotta per i diritti degli animali, e che partecipa
attivamente alla politica. Ma in una posizione di estrema destra!
Incredibile, mi son detta: ma è mai possibile che un animalista sia
anche un po’ fascista?
Ecco uno stereotipo incrinato, ma non del tutto andato in frantumi.
Infine uno stereotipo che mi piace tanto e spero mi riguardi pure:
l’artista irregolare e un po’ pazzo.
L’artista che come un albatros baudelairiano (ma si dirà così?) si
libra bello nei cieli dell’arte, ma sulla terra è un po’ goffo. Ecco io
talvolta mi sento così. Forse un po’ goffa. Ma spero un po’ artista!
Un finale autoironico per un tema difficile. Per saperne di più
sull’albatros ecco il link alla poesia.
Gaianews.it
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