Prof italiani, poveri ma buoni, poco pagati e considerati
Data: Giovedì, 24 ottobre 2013 ore 06:30:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Per gli italiani,
i loro insegnanti valgono poco. I docenti si piazzano in coda nella
classifica mondiale della stima sociale che i cittadini hanno verso la
professione. E questo, nonostante in Europa i prof italiani risultino
secondi nella capacità di influenzare in positivo la vita degli
studenti. È quanto emerge dal primo studio mondiale comparativo sulla
considerazione sociale degli insegnanti, pubblicato dalla Fondazione
inglese “Varkey Gems”, dal titolo “Varkey Gems 2013 - Global Teacher
Status Index”.
La condizione degli insegnanti italiani è definita dagli studiosi a dir
poco infelice: su 21 Paesi, l’Italia si piazza al diciottesimo posto.
Prima classificata la Cina, ultima Israele. Per esemplificare, se in
Cina gli insegnanti vengono considerati alla stregua dei medici, in
Italia vengono assimilati agli assistenti sociali. Con buona pace degli
assistenti sociali, per gli italiani, va detto, gli insegnanti contano
poco, soprattutto, perché guadagnano poco. Insomma, in Italia resiste
ancora il miserrimo mito del maestro di Vigevano, anche se i dati della
ricerca riguardano anche i prof delle superiori. In Italia le persone
che pensano che gli studenti non abbiano rispetto per gli insegnanti
(45 %) sono più numerosi di quelle che pensano il contrario (20 %). Va
detto però che i dati rilevati sono molto simili a quelli dei vicini
europei più evoluti. Va detto anche che in Europa gli insegnanti
italiani sono quelli che pesano di più nella formazione complessiva
delle persone, rispetto alle scelte che compieranno in futuro per la
propria formazione, per il proprio impegno civile e professionale.
E da questo punto di vista l’Italia sarà pure un Paese di maestri
poveri, ma anche un popolo di buoni maestri: siamo infatti secondi in
Europa, con un punteggio di 7.07 nell’indice di influenza positiva
nella vita delle persone. Prima di noi solo la Finlandia che ci precede
solo di un centesimo con 7.08, ma dietro stacchiamo tutti: in Francia
siamo a 6.16, Spagna a 6.87, Inghilterra a 6.43, Svizzera a 6.50,
Portogallo a 6.62, Olanda a 6.57, Grecia a 6.08, Repubblica Ceca a
5.97, e Germania addirittura a 5.87.
Siamo anche tra i Paesi in cui genitori incoraggiano meno i figli a
diventare insegnanti. Alla richiesta avanzata ai genitori se
spingerebbero i figli a diventare docenti in Italia lo farebbe solo il
28 %, contro il 49,50 % della Cina e il 49,94 % della Corea del sud.
Dato quest’ultimo che fa pensare, visto che sono proprio questi i Paesi
che si piazzano sistematicamente in testa alle classifiche delle
competenze in matematica, scienze e lettura dell’Ocse Pisa.
Ma sono comunque proprio gli studiosi a dichiarare che il messo causale
tra il livello di retribuzione degli insegnanti e i risultati
conseguiti dagli studenti ai test dell’Ocse Pisa esiste.
Se così stano veramente le cose, allora siamo a rischio. In Italia
abbiamo infatti da un lato studenti in fondo alla classifica Ocse Pisa
e docenti fra i peggio pagati d’Europa, dall’altro gli italiani che
ritengono che le retribuzioni degli insegnanti siamo commisurati ai
risultai di apprendimento degli studenti. Come se ne esce? Per fortuna
gli insegnanti italiani hanno di che consolarsi. Ai dirigenti
scolastici, infatti, va pure peggio. Nella scala mondiale della
considerazione sociale, su 21 Paesi, i presidi italiani sono i
terzultimi. Meglio non osare immaginare a quale profilo professionale
possono essere assimilati.
Giovanni Scancarello - Italia Oggi
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