Una composizione fuori traccia: 'Liberiamo la scuola' di A. Ichino e G. Tabellini
Data: Mercoledì, 23 ottobre 2013 ore 06:30:00 CEST Argomento: Opinioni
La proposta di
cambiamento dell’istituzione scolastica, elaborata dal corriere della
sera con Andrea Ichino e Guido Tabellini, è analoga alla composizione
di uno studente che, non afferrando il senso della traccia d’un tema
d’italiano, si arrabatta a raccogliere dati, desumendoli da esperienze
pregresse consonanti. "Liberiamo la scuola"
è il titolo della pubblicazione: l’incatenatore è lo Stato che
"annacqua la valutazione delle scuole o la diffusione delle
informazioni su di esse per evitare di rivelare le carenze degli
istituti pubblici"; "Scoraggia le innovazioni curricolari per non
trovarsi a dover gestire problemi organizzativi o sindacali"; "Ha
lasciato lentamente deperire la scuola sotto il condizionamento di
difficoltà e rigidità di tipo amministrativo"; "Disegna le scuole in
ogni dettaglio"; "Riflette le preferenze dei governi che l’hanno
disegnata più che le esigenze reali e diversificate di una collettività
in continua evoluzione".
Sono tutte affermazioni figlie d’una conoscenza da passa parola,
generate dall’omessa lettura delle regole del sistema in cui la scuola
è immersa.
Si trascrivono alcuni suggerimenti che gli autori formulano,
affiancandoli con le corrispondenti norme.
“L’autonomia consente alle
organizzazioni di operare sulla base di informazioni migliori e
acquisite più rapidamente proprio riguardo al bacino di utenza che esse
tendono a servire .. e modificare in modo flessibile e veloce le
decisioni prese”.
- l DPR 275/99 recita “l’autonomia delle istituzioni scolastiche si
sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di
educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona
umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle
caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire
loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli
obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di
migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento”.
Cos’è la progettazione se non l’ideazione, la gestione e il controllo
di percorsi atti a conseguire i risultati attesi?
“Le scuole saranno maggiormente
spinte a disegnare con flessibilità l’offerta formativa che la
collettività di riferimento desidera, dotandosi delle strutture che
meglio si prestano a realizzarla”.
- Il decreto legislativo 297/94 conferisce al Consiglio di
circolo/d’Istituto il mandato di “elaborare e adottare gli indirizzi
generali”: l’organismo collegiale, composto dalla dirigenza, dalla
rappresentanza dei docenti, dei genitori e degli studenti orienta il
servizio della scuola attraverso l’elencazione delle competenze
generali che gli studenti dovranno esibire al termine del percorso. Al
tempo stesso l’organo è responsabile della formulazione dei “criteri
generali della programmazione educativa” e de “l'organizzazione e la
programmazione della vita e dell'attività della scuola”.
“Sono i bravi insegnanti a fare le
buone scuole”
- Un’asserzione che ci riporta all’inizio del secolo scorso quando
la scuola era finalizzata alla trasmissione della conoscenza, quando la
struttura scolastica era parcellizzata, quando l’organizzazione era
conforme al modello gerarchico-militare.
La legge 53/2003 ha sostituito il termine scuola con “Sistema
educativo di istruzione e di formazione” orientandolo alla promozione
dell’apprendimento il cui significato è stato fatto corrispondere al
consolidamento e allo sviluppo di capacità e di competenze.
Lampante appare la divaricazione tra i due scenari: oggi l’insegnamento
risulta essere il segmento terminale dell’attività docente. Esso è
preceduto dall’elencazione dei comportamenti che consentiranno allo
studente di interagire positivamente con il conteso in cui si inserirà
al termine del segmento di studi [competenze generali]; è seguito
dall’enucleazione delle capacità sottese alle competenze generali, si
conclude con la progettazione didattica e la gestione dell’aula.
“E’ indispensabile che le scuole
possano assumere il loro personale con contratti di lavoro di natura
privata . e potranno liberarsi degli insegnanti meno capaci”
- Le questioni delle assunzioni e dei licenziamenti possono essere
poste solamente se il problema formativo, il problema educativo, il
problema dell’istruzione e quello dell’insegnamento hanno trovato le
relative strategie risolutive e le corrispondenti strutture decisionali
sono state disegnate.
“La nostra proposta ci sembra l’unica
strada percorribile per sperimentare soluzioni efficaci al decadimento
della scuola italiana”
- Uno slogan pubblicitario: tutti gli ostacoli che sono stati
frapposti alla concretizzazione della volontà del legislatore sarebbero
emersi se l’attenzione degli autori fosse stata correttamente orientata
e l’argomentazione edificata sul solido e fertile terreno delle
norme di legge.
“Per affrontare i problemi più
urgenti della scuola italiana è necessario aver chiara la direzione
verso cui vogliamo muovere, ossia quale deve essere il disegno di lungo
periodo del sistema scolastico”.
- Come non essere d’accordo!
Stupefacente ma significativo il fatto che “Liberiamo la scuola”,
nonostante lo scritto sia campato per aria e snaturi, sminuendolo il
lavoro scolastico, abbia sollevato solo timide rimostranze da parte dei
professionisti della scuola.
Enrico Maranzana
zanarico@yahoo.it
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