Che cos’è la critica semantica strutturale. Prima puntata, di Nuccio Palumbo
Data: Martedì, 15 ottobre 2013 ore 07:30:00 CEST Argomento: Redazione
La critica semantica
strutturale cerca di evidenziare e
mettere a fuoco la forza suggestiva e simbolica dell'opera d'arte,
il suo valore polisemico. Interpretare - scrive R. Barthes -
significa leggere oltre la tirannia della Lettera, scoprire
il senso profondo di un testo, dotarlo di "un senso
ultimo". Una critica che voglia fermarsi al puro valore
referenziale della parola, è una critica falsamente "oggettiva" , e, in
qualche modo, "banalizzante", come quella che non considera la natura
simbolica del linguaggio. ( vedi : R. Barthes, Critica e verità, ed.
Einaudi, 1969).
La forza delle parole in un contesto poetico non sta nel loro
valore puramente comunicativo quanto piuttosto nel loro potere
suggestivo; quello poetico è un linguaggio per sua natura
essenzialmente connotativo- evocativo; e la suggestività
semantica risiede proprio nel simbolo "in cui si sprigiona una
forte energia connotativa con ampie ramificazioni in ambito
socio-culturale e radici profonde in un fluido psichico resistente alle
distinzioni logico-sperimentali" (M. Pagnini, Struttura letteraria e
metodo critico, ed. D'Anna).
Ciò detto, si intuisce perfettamente che la poesia in quanto
linguaggio "pregnante" è "ambigua" nella misura in cui in essa
coesiste una "pluralità di sensi" che difficilmente può cogliere una
critica letterale, cioè che si limita all'analisi dell'uso puramente
strumentale razionale del linguaggio.
Per ciò che riguarda il problema estetico, lo strutturalismo
diventa un modo di sentire il rapporto fra la lingua e la
poesia su altre basi, più problematiche e dialettiche. Scoperto
il linguaggio come un sistema di "funzioni" significative, si è
scoperta, accanto a una funzione puramente referenziale di esso, una
funzione estetica del linguaggio, e questa funzione estetica è la
poesia.
Compito della critica per lo strutturalismo, pertanto, non è
quello di giudicare un'opera d'arte ma di renderla intellegibile. Essa
cerca di "capire cosa avviene in un'opera d'arte concependola come
un sistema" entro il quale segni e immagini assumano uno
specifico significato. Esprimendoci con le parole di R. Barthes diremo
che "il critico affronta un oggetto che non è l'opera ma il suo
linguaggio" e ancora "...l'autore, l'opera, non sono che il punto
di partenza di un'analisi il cui orizzonte è il linguaggio".
Il sistema organizzato di segni verbali costituisce
la struttura di un testo. Essendo diventato il segno valore
semantico, la critica strutturalistica non fa più distinzione tra
contenuto e forma. Il contenuto è l'aspetto semantico del segno
connotativo cioè il significato del significante, che è a sua
volta portatore di ulteriore significato, e così via. In sostanza, la
dicotomia contenuto -forma viene risolta nella idea che la
struttura estetica controlla in maniera rigorosa i valori e i
significati che comunica, contenuto e forma nascendo insieme nell'atto
stesso della realizzazione.
p.s.
alla prossima puntata. Pro bono, malum.
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com
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