Catania città pilota per la Cultura di Genere. Istituito a San Giovanni La Punta un 'Centro di studi di genere'
Data: Venerdì, 11 ottobre 2013 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Redazione


L’aumento del numero dei femminicidi, l’escalation degli atti di violenza contro le donne, di cui sono piene le pagine dei giornali, ha acceso i riflettori su un problema antico che oggi appare ingiustificato e anacronistico. Grazie  alla qualificata presenza femminile al Parlamento e nel Governo, agli interventi di Papa Francesco e del Presidente Napolitano il ruolo e la funzione della donna nella società e nella Chiesa assumono un posto di rilievo e d’importanza, prima trascurato.
Maschi dominanti e donne mercificate, spesso rassegnate al destino di vittime, succubi delle gelosie del marito o del fidanzato e delle sopraffazioni maschili non possono continuare ad essere modelli applicabili nel ventunesimo secolo.
Al di là dell’emergenza del momento, occorre, formare una nuova coscienza civile, capace di progettare un futuro migliore di parità e di reciproco rispetto.
Le donne che sono il 52% della popolazione mondiale sono coprotagoniste nella storia dell’umanità che, però, viene raccontata a scuola solo al maschile, mentre le conquiste di libertà e di affermazione della presenza femminile, anche nei ruoli e nelle funzioni dirigenziali, spesso vengono poco apprezzate e molto limitate.
La lettura ad ampio raggio della realtà che la scuola ha il compito di insegnare attraverso le discipline impegna a rivedere i programmi, i contenuti, i linguaggi ed ora anche le news media, facendo cadere gli stereotipi che hanno caratterizzato da sempre i gesti, le parole, gli atteggiamenti che distinguono il genere ed il sesso. Femmina e donna, maschio e uomo non possono essere considerati sinonimi e la ricchezza della lingua italiana opera una specificità connotativa tra i termini: differenza, diversità, diseguaglianza.   

Nel corso dell’incontro-studio sul tema “Quale cultura di genere nella scuola? Promosso dall’UCIIM, svolto l’8 ottobre presso la “terrazza su Via Crociferi” all’Hotel Royal si è costituita una rete di operatori scolastici particolarmente sensibili alla problematica educativa che guarda il futuro della società.
Nel suo appassionato intervento la Prof.ssa Graziella Priulla, docente di sociologia della comunicazione all’Università di Catania ha presentato ad un numeroso e qualificato pubblico di dirigenti, docenti e assessori comunali alle pari opportunità una panoramica generale del fenomeno che da problema dovrebbe diventare “progetto” e quindi azione innovativa di educazione e di crescita per l’intera società.

Il progetto  formativo per la promozione della cultura di genere prende le mosse dal Documento di indirizzo sulla diversità  di genere e prevede l’azione diretta della scuola che non può limitarsi all’educazione sentimentale, termine usato nei testi della proposta di legge, bensì dovrebbe aprirsi ad una vera cultura che consolida il concetto di genere e amplia gli orizzonti senza confini delle pari opportunità.

Nel progetto che coinvolge gli studenti per conoscere il percorso storico, sociale e politico delle donne italiane, con particolare riferimento al secondo dopoguerra; conoscere la normativa e le prassi delle pari opportunità; decodificare e decostruire gli stereotipi di genere; elaborare modelli plurali e flessibili per uno sviluppo delle proprie attitudini e inclinazioni; emanciparsi dai pregiudizi legati al sesso, è quanto mai indispensabile l’azione e la competenza dei docenti.
   
Il primo intervento del piano operativo intende, infatti, coinvolgere i docenti in reti di scuole per attuare un percorso di formazione con la guida di esperti e quindi realizzare in classe, azioni di
didattica interdisciplinare e di lettura trasversale dei saperi, soffermando l’attenzione sulla costruzione sociale dell’identità di genere; sui mutamenti delle famiglie, dei diritti civili, politici e
sociali; sulle opportunità di lavoro anche per le donne, valorizzandone anche la presenza nella letteratura, nell’arte e nell’ambito scientifico.
Un particolare intervento va indirizzato ai linguaggi mass mediatici, densi di stereotipi e cattive abitudini che pongono gli schemi della distinzione dei colori e dei giocattoli tra maschi e femmine.
 Le attività didattiche interdisciplinari non sono da considerarsi come attività aggiuntive, bensì, inglobate nel curriculum diventano opportunità nuova di leggere con occhi nuovi la storia, le scienze, la lingua e la letteratura italiana, attuando così delle “buone pratiche” didattiche, corredata da ricerche e approfondimenti da socializzare nei gruppi di studio in occasione della verifica del progetto, costituendo in tal modo un ricco patrimonio di crescita culturale e sociale.
Tra le buone pratiche sono state presentate il progetto didattico realizzato dal Soroptimist presso l’Istituto Parini, illustrato dalla prof.ssa Silvia Emmi e la ricerca condotta dalla prof.ssa Pina Arena del Liceo “Vaccarini” con la ricerca sulla toponomastica femminile della città di Catania, La ricerca ha fornito il dato che su 2100 nomi della toponomastica catanese 700 sono dedicate a personaggi illustri della cultura e dell’arte e soltanto 70 portano il nome di personaggi femminili.
Il riferimento all’educazione ai valori che percorre tutte le discipline e quindi coinvolge anche l’educazione di genere costituisce la sfida della nuova scuola formativa, che, come ha sottolineato il vice presidente dell’UCIIM, Giacomo Timpanaro, non trasmette solo conoscenze, ma sviluppa competenze per la crescita integrale dello studente.
Con grande entusiasmo e condivisione del progetto la preside dell’Istituto “De Nicola” di San Giovanni La  Punta, Antonella Lupo, ha offerto la disponibilità di ospitare le iniziative provinciali destinando una sala dell’Istituto quale “Centro studi di genere “ a servizio delle scuole della provincia, dove realizzare gli incontri e raccogliere le documentazioni e le buone pratiche sulla cultura di genere.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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