Presentazione del 'Romanzo Siciliano', di Giuseppe Paradiso, a Misterbianco
Data: Venerdì, 11 ottobre 2013 ore 07:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Il Comune di Misterbianco e l’Accademia d’Arte “Etrusca”, organizzano, sabato 12 ottobre, alle ore 17.00, presso il Palazzo del Senato (Via G. Bruno, Misterbianco), la presentazione del libro di Giuseppe Paradiso, “Romanzo Siciliano” (Editoriale Agorà, 2013).
Interverranno, Carmen Arena, Presidente dell’Accademia “Etrusca”; Iolanda Scelfo,  Consigliere Nazionale Federazione Italiana Centri e Club Unesco; Antonino Blandini, giornalista; Francesca M. Lo Faro, storico. Modera l’incontro il dott. Agostino Palmeri. Seguirà la proiezione del documentario, “La Sicilia dell’Ottocento”, di Giuseppe Paradiso.
Il romanzo narra le vicende di una famiglia siciliana vissuta tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del ‘900, in maniera “particolareggiata”, evidenziando gli aspetti economici, sociali e psicologici, di un’intera epoca. “Romanzo siciliano” racconta, soprattutto, di Catania, e della sua provincia, descrive la vita delle miniere siciliane, l’umile condizione dei contadini e delle donne, riferisce della carestia e del colera nel contesto delle due guerre mondiali, descrive anche fatti privati e intimi con tono delicato. I protagonisti del romanzo sono i contadini, i minatori, i bottegai, gli artigiani, i carrettieri, il gabelloto, il mafioso, il “soprastante”, il barone ricco e spietato, il prete che si sacrifica, i siciliani emigrati in America: tutto un mondo palpitante di vita vissuta e sofferta. La narrazione si svolge, quasi, con tecniche cinematografiche, con una “sceneggiatura” dal ritmo stringente e incalzante, che affascina e tiene con il fiato sospeso sino all’ultima pagina. Giuseppe Paradiso, con questa sua opera, presenta un affresco esaustivo di cent’anni di vita sociale, economica, politica e psicologica della Sicilia, dell’Italia, e anche dell’intera Europa.
«Che cosa mi è rimasto dalla lettura di Romanzo Siciliano? – si chiede Francesca Lo Faro – Forse questo senso religioso dell’uomo agnostico, un uomo che, con le sue incertezze e dubbi, trova poco spazio nella nostra epoca. Oggi infatti, di fronte alla precarietà dell’esistenza, l’uomo si abbandona, piuttosto, a dio, quasi come un’esigenza naturale; oppure si rivolge a santoni e profeti di ogni genere, anche quelle più astrusi ed estranei, per avere protezione alla propria debolezza. Forse bisognerebbe soltanto dare un ruolo ridotto della religione, dare meno enfasi su dio onnipotente; e puntare piuttosto sulle potenzialità umane. Potenzialità che possono essere esercitate con la scrittura, che è una pratica liberatoria anche per l’anima, come ci insegna lo psicologo e scrittore Giuseppe Paradiso».

Angelo Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it





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