On. ministro Chiara Carrozza, abbia papa FRANCESCO a modello
Data: Giovedì, 10 ottobre 2013 ore 08:00:00 CEST Argomento: Opinioni
Lo stile
comunicativo è la novità più appariscente del pontificato di
Francesco: un vero ritorno alle origini. I messaggi sono concepiti per
far evolvere la storia/il vissuto/l’esperienza/il sentire
dell’interlocutore, come avveniva con l’insegnamento per parabole.
Si propone la rilettura di un pensiero del papa che,
decontestualizzato, sarà proiettato sulla scuola.
Il pontefice nell’intervista rilasciata il 19/8/13 al direttore di
Civiltà cattolica ha affrontato questioni vitali per il sistema
educativo: “Ci sono norme e precetti
ecclesiali secondari che una volta erano efficaci, ma che adesso hanno
perso di valore o significato. La visione della dottrina della Chiesa
come un monolite da difendere senza sfumature è errata... Le forme di
espressione della verità possono essere multiformi, e questo anzi è
necessario per la trasmissione del messaggio evangelico nel suo
significato immutabile .. L’uomo è alla ricerca di se stesso, e
ovviamente in questa ricerca può anche commettere errori».
“Ci sono norme e precetti ecclesiali
secondari che una volta erano efficaci”
Erano efficaci perché il mondo era statico, perché l’oggi e il domani
erano simili, perché le strategie di conquista dei traguardi erano
delle costanti.
Il mondo contemporaneo, invece, è dinamico e complesso: tutto varia e
si ristruttura velocemente e incessantemente.
Il prefigurare l’ambiente in cui vivremo è molto, molto
aleatorio.
“adesso hanno perso di valore o
significato”
Ieri la trasmissione della conoscenza era la finalità istituzionale.
Nel mondo contemporaneo, vista l’impossibilità di prevedere quello che
sarà, la mission, il baricentro dell’istituzione scolastica è la
promozione delle capacità dei giovani [art. 2 legge 53/2003].
Le capacità sono qualità che gli individui esibiscono quando affrontano
e risolvono problemi loro ignoti.
Le capacità STANNO alle abilità COME l’ignoto STA all’esplorato.
Le abilità si manifestano nei comportamenti pre-acquisiti.
Le capacità STANNO all’educazione COME le abilità STANNO
all’addestramento.
Le capacità sono la stella polare della programmazione educativa; le
abilità sono lo strumento per rilevarne gli esiti.
“La visione della dottrina della
Chiesa come un monolite da difendere senza sfumature è errata”
L’apparato scolastico, governo compreso, ho frapposto una strenua e
vincente resistenza a tutte le innovazioni introdotte dal legislatore:
il mandato conferito alle scuole è frainteso e banalizzato .. e i
risultati si vedono! [CFR in rete “L’autovalutazione di istituto:
quanta confusione!]
“le forme di espressione della verità
possono essere multiformi”
Ieri il rapporto tra i docenti e i discenti era simile a quello che
intercorre tra il medico e il paziente: la comunicazione era
unidirezionale e avveniva sotto forma di lezione cattedratica.
La variabilità dell’orientamento dell’attuale sistema educativo,
variabilità derivante dalla varietà delle qualità da promuovere e
consolidare, implica l’individuazione della strumentazione più idonea a
sollecitare nei giovani processi di modifica stabile del loro
comportamento [apprendimento]. Non è casuale che i nuovi regolamenti di
riordino del 2010 asseriscano che il fondamento della progettazione
didattica debba essere il laboratorio ove si affrontano i problemi che
le discipline hanno risolto, scrivendone la loro storia.
Non solo, essendo unica la finalità del sistema, la gestione dei
processi formativi, di quelli educativi e dell’istruzione deve
essere unitaria, convergente e coordinata. Ne discende la necessita di
una struttura organizzativa adeguata.
“la trasmissione del messaggio
evangelico nel suo significato immutabile”
Ieri le discipline erano il riferimento certo, depositato nei sacri
testi: una visione che oggi appare parziale, troppo limitata per
definire gli oggetti del sapere umano.
L’immagine dei diversi settori della conoscenza è da intendere come un
processo che inizia con la percezione d’un problema, prosegue con
l’applicazione d’un appropriato metodo di ricerca, ricerca premiata
dalla conquista della soluzione. Questa costituisce la piattaforma di
cattura di nuove questioni.
“l’uomo è alla ricerca di se stesso, e
ovviamente in questa ricerca può anche commettere errori”
La consolidata prassi di stigmatizzare l’errore deriva dalla certezza
del sapere: il suo sinonimo è: “sbagliato”.
L’errore, nel nuovo contesto
- assume il suo significato etimologico: andare di qua e di là;
- scaturisce dallo scostamento che distanzia l’obiettivo dal
risultato;
- è da valorizzare essendo portatore d’informazioni;
- è la necessaria premessa al riconsiderare i passi compiuti
durante i processi di ricerca per individuare e rimuovere le cause
dell’insuccesso.
Per evitare la riduzione di questa trasposizione del pensiero papale a
astratto/teorico/irrealizzabile si propone un’esemplificazione “La
storia di un triangolo”, visibile in rete: mostra un approccio
laboratoriale al teorema di Pitagora.
Enrico Maranzana
zanarico@yahoo.it
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