L’articolo di
Repubblica, di qualche giorno fa, dal titolo “Dieci regole per
insegnare oggi
” è tratto
dal libro
L'arte di Insegnare
di Isabella Milani. Appare utile e necessario capire il punto di vista
dell’autrice del libro, la quale descrive il ruolo che deve avere
l’insegnante nella scuola di oggi! Un ruolo che, forse, si pensa di
conoscere già?
“ESSERE insegnante oggi. Un lavoro spesso precario, malpagato,
trascurato. Come se educare i giovani di oggi, gli adulti di domani,
fosse non una priorità, ma solo un obiettivo di secondaria importanza.
Ma se le responsabilità di una scuola troppo spesso non all'altezza
delle esigenze sociali sono dei governi che non sempre hanno rispettato
il dovere di garantire una buona formazione, anche gli insegnanti
possono e devono migliorare il loro modo di fare scuola. Si devono
evolvere e assorbire le moderne tecniche della comunicazione; devono
essere attenti, creativi, coinvolgenti. Ma, soprattutto, devono essere
motivati, appassionati del loro lavoro, un impegno difficile e insieme
fondamentale per la società.
A condividere suggerimenti, riflessioni, strategie e consigli pratici
sul che e come fare è Isabella Milani con L'arte di Insegnare
(Vallardi), un manuale che raccoglie tutto quello che è necessario
sapere per stare bene in cattedra e per sviluppare una nuova
didattica. Non pure nozioni, ma metodo e volontà, per tirare fuori il
massimo da ogni studente.
Isabella Milani è lo pseudonimo di un'insegnante e blogger che ha
trascorso trent'anni nella scuola e che ha ora raccolto i più validi
consigli pratici da insegnante a insegnante. Ecco come gestire le
classi, anche le più difficili, come attirare e tenere
l'attenzione degli allievi, come conquistare l'autorevolezza
indispensabile, come motivare gli alunni e garantire aiuto ai più
difficili e opportunità di lavorare al meglio ai più dotati.
Isabella Milani sa che insegnare non è facile, ma preferisce puntare su
ciò che "devono" fare gli insegnanti, piuttosto che scaricare ciò
che non va sugli studenti o, genericamente, su genitori e società. E,
semplificando al massimo i suggerimenti, riesce a fornire un manuale in
grado di accompagnare per mano chiunque abbia la "passione" di stare in
cattedra. A garanzia di una Scuola migliore.
D. Dopo trent'anni di esperienza, qual
è il suo modello di scuola?
Il mio modello di scuola prevede edifici sicuri, sedie comode, aule
spaziose, al massimo 20 alunni per classe, un esercito di insegnanti
preparati e aggiornati, risorse da gestire per aiutare i ragazzi in
difficoltà e per preparare meglio quelli che hanno maggiori capacità. È
una scuola che non lascia indietro nessuno perché è organizzata per
tirare fuori il meglio da ognuno.
La scuola deve essere - oggi - più seria che mai. Deve essere capace
di far star bene gli alunni, per diventare un'alternativa al
mondo diseducativo nel quale viviamo, per "rieducare" i bambini e i
ragazzi a impegnarsi, a studiare, a faticare. Non si potrà ottenere
questo finché alla scuola non verranno assegnate le risorse necessarie
e agli insegnanti preparati non verrà restituito il rispetto che
meritano. Soprattutto da parte dei genitori.
Nel libro consiglio agli insegnanti: prima date e poi chiedete. Vale
anche per la società e per lo Stato.
D. Se dovesse sintetizzare i suoi
consigli in un decalogo, come lo declinerebbe?
1)Prima date e poi chiedete: agli alunni date rispetto, attenzione,
coerenza, comprensione. Prima voi.
2)Entrate in classe pieni di entusiasmo: l'entusiasmo è contagioso.
Come la noia.
3)Ricordate che anche i ragazzi difficili sono vostri alunni: non sono
maleducati, ma male educati; hanno bisogno di aiuto più degli altri.
4)Mettetevi sempre in discussione. Aggiornatevi, leggete, studiate,
confrontatevi.
5)Fate sentire ai ragazzi che volete aiutarli e che vi interessano.
Diteglielo.
6)Date molta importanza alle regole e rispettatele voi per primi.
7)Avere una buona autostima è essenziale: gli alunni vi vedono come vi
vedete voi. Se non vi stimate non vi stimeranno neanche loro.
8)Privilegiate concetti e metodi: i puri contenuti si trovano anche nel
web.
9)La lezione perfetta è quella che costruite insieme agli alunni. È un
dialogo, non un monologo. Non si può apprendere senza partecipare.
10)Per essere autorevoli dovete essere preparati e guadagnarvi la
fiducia e il rispetto dei ragazzi.
D. Qual è l'identikit dell'insegnante
ideale ai nostri giorni?
E' lo stesso di sempre: già Quintiliano, quasi duemila anni fa, parlava
di un insegnante serio ma non cupo, affabile ma non sguaiato, che non
doveva avere i vizi che non ammetteva negli altri, che doveva essere
disponibile, conoscere anche il mondo nel quale vivono i suoi alunni:
non può fingere che il mondo non sia cambiato.Un insegnante deve essere
un insegnante, un educatore disponibile a vedere al di là di quello che
il ragazzo appare: non un amico, non uno psicologo, non un genitore, ma
una persona che vuole aiutare l'alunno a tirare fuori il meglio di sé,
motivandolo, trasmettendogli il desiderio di imparare. Deve insegnare
ad imparare. Non basta insegnare. Bisogna voler insegnare. Non si può
diventare insegnanti per ripiego.
Un insegnante autorevole deve avere tutti questi requisiti: deve essere
giusto, onesto, coerente, forte, comprensivo, gentile, rispettoso,
equilibrato, serio e misurato. Un insegnante deve essere preparato, non
solo sulla sua materia, ma anche su tutto quello che riguarda le
problematiche dei ragazzi”.
da Repubblica.it