Ogni anno in 700 mila non tornano tra banchi
Data: Sabato, 05 ottobre 2013 ore 07:30:00 CEST Argomento: Redazione
Presentati al Senato la prima Ricerca Nazionale
sui costi della dispersione scolastica e il dossier "lenti a contatto". 2 ragazzi su 10
rischiano ogni anno di abbandonare la scuola senza conseguire un titolo
d’istruzione e formazione che vada oltre la scuola media inferiore (e
spesso nemmeno quello), un dato che colloca l’Italia in fondo alla
classifica europea. Per contrastare il fenomeno, Intervita lavora sul
campo con il progetto Frequenza200, il Network che lavora con gli
insegnanti, i giovani e le loro famiglie sul territorio nazionale e
online con l’obiettivo di riportare a scuola 4000 ragazzi entro il 2016.
Settembre, tempo di ritorno a scuola. Ma non per tutti, purtroppo: ogni
anno, infatti, circa 2 ragazzi su 10 non tornano sui banchi di scuola o
lo fanno in modo tanto precario da abbandonare prematuramente ogni
possibilità di successo formativo. Per contrastare il fenomeno della
dispersione scolastica – condizione che mette molti giovani a rischio
di bullismo, violenza, microcriminalità ed esclusione sociale – che
coinvolge quasi 700 mila ragazzi tra i 10 e i 16 anni, Intervita Onlus
nel 2012 ha dato vita a “Frequenza200”: il primo network nazionale che
opera sul territorio e online per fare rete contro questo fenomeno.
Guarda il video realizzato insieme ai ragazzi di
Frequenza200.
Martedì 1 ottobre 2013, nella prestigiosa sede del Senato della
Repubblica, Intervita ha presentato “lenti a contatto” – il primo dossier sulla
dispersione scolastica che raccoglie gli interventi portati avanti in
tre Regioni italiane e illustra gli obiettivi del progetto triennale –
e, nell’incontro moderato dalla giornalista Maria Teresa Lamberti, ha
lanciato la prima Ricerca Nazionale sulla dispersione scolastica per
quantificare l’incidenza della dispersione scolastica sul PIL italiano
e i relativi investimenti del privato sociale. La ricerca promossa da
Intervita, insieme all’Associazione Bruno Trentin di CGIL, la
Fondazione Giovanni Agnelli e con il prezioso contributo di CSVnet, è
un progetto innovativo ed indispensabile per comprendere l’impatto
economico della dispersione scolastica nel nostro Paese.
Hanno partecipato alla conferenza stampa Valeria Fedeli – Vice
Presidente del Senato della Repubblica, Vincenzo Spadafora – Garante
per lʼInfanzia e lʼAdolescenza, Marco Rossi Doria – Sottosegretario
allʼIstruzione, Marco Chiesara – Presidente Intervita Onlus, Daniele
Checchi – Università degli Studi di Milano – Direttore Scientifico
della Ricerca, Andrea Gavosto – Direttore Fondazione Giovanni Agnelli e
Fulvio Fammoni – Presidente Associazione Bruno Trentin – Isf – Ires
sono intervenuti per contribuire a fare chiarezza sul tema della
dispersione scolastica e la sua dimensione e per informare sui termini
generali entro cui si muoverà la ricerca.
La dispersione scolastica in Italia ha dimensioni allarmanti. Con il
17,6% di ragazzi che abbandonano gli studi, l’Italia è in fondo alla
classifica europea e continua a scontare un gap con gli altri Paesi la
cui media è pari al 14,1%, come ad esempio la Germania dove la
quota è sensibilmente più bassa (10,5%), o la Francia (11,6%) e il
Regno Unito (13,5%) . Un divario che aumenta se guardiamo al Sud, dove
la media è del 22,3%, mentre si riduce nel Centro-Nord dove si attesta
al 16,2 %.
“Siamo in quart’ultima posizione in Europa. Se guardiamo alla
situazione al Sud i dati diventano devastanti con punte [di abbandono
scolastico] del 50%; questo impoverisce e conduce all’isolamento dei
ragazzi arrecando un danno alla società che perde così capitale umano.
Iniziative come questa possono dare la spinta giusta per invertire la
rotta. Bisogna puntare sull’educazione, il miglior modo per far
ripartire l’economia e uscire dalla crisi. Il futuro è di tutti ma è
uno solo”, commenta Valeria Fedeli, Vice Presidente del Senato.
Va tuttavia sottolineato che, rispetto alla situazione del 2000, quando
gli early school leavers risultavano il 25,3%, è stato fatto un primo
passo importante per il raggiungimento degli obiettivi della strategia
di Europa 2020 nel campo dell’istruzione che prevedono una riduzione
del tasso di abbandono scolastico al di sotto del 10%. Come sottolinea
Marco Rossi Doria, Sottosegretario all’Istruzione “C’è un lento
miglioramento dei dati sulla dispersione, assolutamente insufficiente,
che deriva dallo sforzo immane delle scuole pubbliche. Il danno alle
possibilità di sviluppo e il fallimento formativo sono stati finalmente
messi in relazione con strumenti molto più fini che in passato”.
Un miglioramento dovuto indubbiamente anche allo sforzo di realtà come
Intervita Onlus, che grazie a Frequenza200 si impegna ogni giorno per
riportare i ragazzi sui banchi di scuola. “Con Frequenza200 promuoviamo
un modello di intervento per sostenere il dialogo tra le istituzioni
nazionali, le famiglie e gli enti locali per confrontarsi sulle buone
pratiche e favorire un’attenzione maggiore sul tema dell’educazione. Un
tema, questo, che per noi di Intervita è prioritario e che ha
determinato la nostra entrata in azione in Italia: attraverso un
programma triennale ci siamo infatti posti l’obiettivo di ridurre
l’abbandono della scuola riportando sui banchi 4.000 studenti a
rischio ” dichiara Marco Chiesara, Presidente Intervita Onlus.
Frequenza200 – come il numero
di giorni di lezione obbligatori che la scuola deve garantire per legge
in Italia – è il network attivo dal 2012 in tre regioni italiane
(Lombardia, Campania e Sicilia) che mira a valorizzare la relazione tra
la scuola e il territorio in cui si trova. Frequenza200 – progetto che
ha goduto di un importante sostegno da parte di Terna SpA e di un aiuto
anche da altre aziende, come Tibicon e Akzo Nobel – coinvolge gli
insegnanti, i dirigenti scolastici, i giovani e le loro famiglie, e gli
operatori sociali in attività educative e permette loro di condividere
sulla piattaforma online le buone pratiche e le proprie esperienze per
metterle a sistema ed individuare un modello di intervento efficace,
replicabile e sostenibile.
Il progetto pilota
Il progetto pilota triennale, svolto a partire dal 2012 nelle città di
Milano, Napoli e Palermo, coinvolge 2500 ragazzi nelle tre città, oltre
2500 famiglie, 800 insegnanti, 600 mamme e 100 operatori informali (tra
bar, commercianti, edicolanti, centri anziani, etc.). Il progetto
prevede l’attività di un centro diurno operativo 5 pomeriggi alla
settimana con attività educative condivise con le istituzioni del
territorio, in particolare la scuola dell’obbligo e i servizi sociali.
Per creare un’équipe d’intervento omogenea, i percorsi educativi
prevedono diverse tipologie di attività: di supporto scolastico e
relazionale con i ragazzi, di counseling e rinforzo delle competenze
genitoriali con le famiglie e, in ultimo, di formazione degli
insegnanti con le scuole, verso i beneficiari.
Intervita.it
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