Litigare fa bene
Data: Mercoledì, 02 ottobre 2013 ore 06:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Litigare, in via propedeutica,  fa bene! Può avere anche una funzione educativa il litigio; può  contribuire a incidere  positivamente nella formazione del carattere. Un ragazzino che non  bisticcia mai con i suoi compagnetti, che non ha un moto si stizza mai, che non conosce il confronto, lo scontro anche, se necessario,  che non reagisce per "educazione",  ma sempre subisce, non mi pare antropologicamente uno  ben "formato", ossia pronto all’agone della vita, che è anche lotta per la sopravvivenza;  né tantomeno  si può  crederlo  tout court uno stinco di "santo".
Litigare, in certi casi, oltre a non far male, è necessario:  nella realtà della vita non sempre si può essere  con tutti d’accordo, o con tutti passivamente accondiscendenti,  o accomodanti : quando ci vuole, anche l’ira può esser santa e chiarificatrice. Tutto sta, s’intende, a non esagerare. Anche il litigio deve muoversi entro i binari del diverbio e dello scontro-confronto-chiarificatore leali e  civili.  La coppia che non litiga, fingendo che tutto vada bene,  il figlio che non si scontra mai col padre, perché non osa contraddirlo, anche quando ne abbia motivo,  l’uomo che subisce senza ribellarsi ad un’umiliazione, ecc. ecc. ,  sono tutti  comportamenti di soggetti  che non danno molto affidamento  di esser, poi, effettivamente buoni, e buonisti.  Perché buoni e buonisti sempre non si può essere! Costoro hanno solo evitato lo scontro (ma covando frustrazioni e  risentimenti),  o  perché non abituati a rapportarsi con gli altri, o perché  succubi di una educazione  falsamente perbenista, ma  in realtà pervicacemente  oppressiva e castrante, o perché schiavi  di un  malinteso rispetto delle gerarchie hanno sempre abbassato il capo, ma solo per piaggerìa,  e non per intimo convincimento. Infine, perché deboli di carattere; o per tutti questi motivi messi insieme.
Chi non ha mai litigato, e nel litigio o nell’ira  non abbia forgiato e messo alla prova, almeno per  una volta, il proprio carattere, è da guardare con un certo  sospetto. Al primo scontro, al primo iroso litigio, cui non è mai stato abituato, il supposto brav’uomo si può trasformare in diavolo,  può esplodere in modo inconsulto,  barbaramente agendo!  E perciò, sbagliando, naturalmente.

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





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