Scatti stipendiali: il danno e la beffa
Data: Domenica, 29 settembre 2013 ore 09:00:00 CEST Argomento: Sindacati
Per il 2012 servono 350
milioni di euro. L’amministrazione intende sottrarli al MOF, producendo
una decurtazione consistente dei compensi previsti per le attività
extra dei dipendenti. Inoltre, se il decreto di proroga del blocco del
rinnovo contrattuale arriverà in G.U. le somme percepite per gli
aumenti in busta paga non avranno alcun effetto sulle ricostruzioni di
carriera. Il Ministero dell'Istruzione ha comunicato ai sindacati
l'ammontare della quota necessaria al pagamento degli scatti di
anzianità del personale della scuola la cui progressione di carriera
sarebbe “scattata” nel 2012: si tratta di circa 350 milioni di euro.
Una cifra considerevole, che l’amministrazione ha già fatto intendere
che potrebbe essere sottratta solo da un fondo: quello del
Miglioramento dell'offerta formativa. Si tratta di uno scenario già
visto, lo scorso anno, che produrrà due effetti. Entrambi negativi. Il
primo è che al personale impegnato in attività supplementari a quelle
ordinarie – funzioni aggiuntive e strumentali, progetti, didattica di
recupero, ecc. – verranno sottratti circa la metà dei fondi rimasti a
disposizione per il miglioramento della gestione degli istituti
scolastici. Dimezzando, in media, il compenso annuale dei docenti e Ata
che passa per la contrattazione del Fondo d’Istituto. Il secondo
aspetto negativo è che questo sacrificio non comporterà alcun beneficio
ai fini della progressione di carriera. Il personale della scuola che
godrà dell’aumento in busta paga si dovrà accontentare di quell’una
tantum. E basta. Nel decreto di proroga del blocco dei contratti sino
alla fine del 2014, approvato dal Consiglio dei Ministri e in procinto
di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è infatti previsto che
eventuali aumenti stipendiali attuati "a decorrere dall’anno 2011" non
avranno effetti sulla ricostruzione di carriera. "Si tratta di una
prospettiva che il nostro sindacato ha annunciato da tempo - spiega
Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir
-. Comprendiamo che è una realtà dura da accettare, ma con il prossimo
approdo in Gazzetta del testo del decreto che proroga il blocco degli
stipendi dei dipendenti pubblici, la conseguenza sarà quella che i
soldi persi nel quadriennio 2011-2014 non saranno più recuperabili”.
L’Anief, come sempre, si batterà per contrastare questa ennesima beffa
per i dipendenti della scuola. Il provvedimento approvato dal CdM,
infatti, poggia su una proroga del blocco del contratto che non ha
motivo di esistere: il sindacato, quindi, proseguirà l’iter dei ricorsi
al tribunale del lavoro, al fine di ottenere dalla Consulta,
probabilmente nel prossimo mese di novembre, la declaratoria di
incostituzionalità. Il precedente sul blocco degli automatismi di
carriera dei magistrati, la sentenza n. 223/12, fa ben sperare: i
giudici hanno spiegato che i sacrifici stipendiali chiesti ai
lavoratori dello Stato possono essere attuati, ma a condizione che
siano “transeunti, consentanei allo scopo ed eccezionali”. Tutti
caratteri che non appartengono al decreto di proroga del blocco degli
stipendi della P.A.
Anief.org
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