Riforma Fornero. Donatori di sangue e precari della scuola colpiti sulle pensioni. A loro insaputa
Data: Domenica, 29 settembre 2013 ore 08:30:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Donare il sangue, assentarsi dal lavoro per assistere un disabile o ritrovarsi disoccupato significa “non lavorare” e per questo volontari e precari saranno danneggiati quando andranno in pensione. A loro insaputa. La Riforma Fornero colpisce chi in questi decenni s’è assentato dal lavoro per donare il sangue, i lavoratori in mobilità, chi ha versato contributi volontari, chi ha goduto della licenza matrimoniale, coloro che contano periodi di disoccupazione, pur coperti da indennità e contributi figurativi, le mamme che hanno goduto dell’astension e facoltativa e altri soggetti deboli, poiché le giornate di assenza dal lavoro sono ora considerate come “non lavorate”. Il problema riguarda chi va in “pensione anticipata” (ex pensione di anzianità) prima dei 62 anni, grazie agli anni di contribuzione richiesti, tra i quali non rientrano più i giorni di permesso. L'articolo 24 della riforma pensionistica ha disposto che sulla quota di trattamento di pensione relativa all'anzianità contributiva maturata fino al 31 dicembre 2011 sia applicata una riduzione percentuale pari all'1 per cento per i primi due anni mancanti al raggiungimento dei 62 anni ed elevata al 2 per cento per gli ulteriori anni mancanti alla suddetta età calcolati alla data del pensionamento. La riduzione è evitata solo in 4 casi: astensione obbligatoria per maternità, avvenuto assolvimento degli obblighi di leva, infortunio sul lavoro e malattia e cassai ntegrazione guadagni ordinaria. Poiché l'astensione dal lavoro per donazione di sangue non è più “prestazione effettiva di lavoro”, Davide Baruffi, Maria Cinzia Fontana e altri deputati Pd hanno presentato un’interrogazione parlamentare denunciando che “il dipendente, per l'accesso alla pensione anticipata, dovrà incrementare il servizio effettivo con un periodo di lavoro aggiuntivo pari a quello considerato. Rischia così di venire meno il riconoscimento della funzione civica e solidaristica che si esprime nella donazione”. E mentre molti lavoratori sono all’oscuro della novità, specie i precari che contano parecchi mesi  di disoccupazione, qualche sede Avis conferma l’allarme: “I nostri associati – denuncia il presidente Avis di Cremona, Ferruccio Giovetti – si sono recati ai patronati per i conteggi e hanno scoperto la sorpresa: i giorni utilizzati per dare il sangue non vengono calcolati ai fini pensionistici». Non solo donatori. Monica Dobori, del patronato Inca Cgil di Modena,  sottolinea che “i pochi mesi/giornate di assenza per donazione sangue, possono essere recuperati dal lavoratore per evitare la decurtazione pensionistica, mentre gli anni di mobilità o cassa integrazione straordinaria – e sappiamo bene quanto sono aumentati in questi ultimi 5 anni  i lavoratori interessati a questi ammortizzatori - non sono obiettivamente recuperabili”.

Vincenzo Brancatisano - Gazzetta di Modena, 26 settembre 2013





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