Test di medicina, un lungo elenco di cose sbagliate
Data: Sabato, 28 settembre 2013 ore 06:30:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Caro ministro sono una docente di scuola superiore e madre di un ragazza che si è diplomata quest’anno e che si è dovuta cimentare nella prova più importante del suo percorso scolastico che, udite udite, non è l’esame di Stato (per il quale il Ministero spende 180 milioni di euro) bensì il test per accedere o non accedere all’Università dei suoi sogni, ovvero Medicina e Chirurgia. Avrei tante domande da porle ma spero di avere il dono della sintesi e le farò un elenco di domande:
1 - perché togliere il voto di maturità dall’ammissione all’Università pubblica e non togliere proprio il test di ammissione come chiedono da tanti anni studenti e famiglie che ancora credono nella scuola in questo martoriato Paese? (lei è di sinistra e faccia una cosa di sinistra come direbbe Gaber!).
2 - lei sa che in questi ultimi 20 anni si è creato un mercato fatto di lezioni private (costosissime) e di corsi (inaccessibili a molti) di ogni genere? La pubblicità degli stessi recita così: «vuoi la chiave per accedere ai test di medicina? Iscriviti con noi ma prima di tutto paga almeno 1.000 euro!
3 - lei ha fatto due conti di quanto spende una famiglia per consentire al proprio figlio di accedere alla tanto sognata facoltà?
4 - chissà quanti studenti figli di un operario e di una casalinga si saranno iscritti al test di domani e soprattutto quanti potranno davvero farcela? Avete mai fatto questa ricerca?
5 - lo sa che i programmi ministeriali di un liceo italiano non sono affatto in linea con quanto chiesto nei test di ammissione? Quindi lo studente deve studiare interi capitoli di chimica, biologia ecc.. e deve per forza ricorrere alle modalità sopra descritte per avere una fievole speranza di passare.
6 - per evitare i ricorsi avete introdotto la graduatoria nazionale quindi lo studente non sceglie di andare lontano da casa ma lo mandate voi! E se il reddito familiare non rende possibile ciò? Cosa fa la solita famiglia monoreddito oppure una famiglia senza reddito fisso o sicuro (cassintegrati, lavoratori in mobilità o altro?).

Caro ministro sono arrivata ad una amara conclusione: il mondo universitario è sconosciuto alla maggior parte degli italiani (bella informazione) e quando lo devi conoscere perché hai un figlio da mandare a scuola ti si apre uno scenario sconcertante fatto di disuguaglianze, di sogni infranti, di perdite di anni scolastici, di pianti, di rabbia, di corse all’estero e tanto altro.
Questa è la dura realtà che da 20 anni riserviamo ai nostri giovani per proteggere la casta dei professori universitari i quali si devono ritagliare la professione di docente universitario tra i mille incarichi o consulenze e non hanno certo il tempo per esaminare un elevato numero di matricole che naturalmente si iscriverebbe e molto naturalmente verrebbe selezionato come accade in altri Paesi europei. La nostra Università pubblica è scomparsa o meglio è accessibile solo ai ceti medio alti. Anche quest’anno assisteremo alla solita sceneggiata dei commenti di professori o medici di carriera che diranno di quesiti impossibili e tanto inutili per selezionare davvero un bravo medico! quindi per i nostri giovani oltre al danno la beffa!

prof.ssa Antonella Foresti - Giornale di Brescia





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