Considerazioni di 4 docenti precarie catanesi sulle ultime dichiarazioni dell'on. Giancarlo Galan
Data: Domenica, 22 settembre 2013 ore 07:30:00 CEST
Argomento: Opinioni


L’ultima perla contro i precari arriva dall’On. Giancarlo Galan Presidente della commissione cultura a proposito dei provvedimenti contenuti nel decreto scuola, a suo dire "un’infornata di precari". Queste espressioni continuano ad offendere la categoria più debole dei lavoratori della scuola che come unica colpa hanno quella di educare. Intanto una precisazione: il merito o la preparazione professionale di un insegnante non le giudicano le battute sferzanti di Galan ma gli alunni, le famiglie, il rispetto dei colleghi, l’istituzione presso cui si lavora.
Il precariato non l’abbiamo di certo né voluto né cercato ma è una condizione che viviamo da troppi anni e che ci è stata imposta come una ingiusta condanna dall’incapacità dei Ministri di turno di guardare con il giusto criterio morale e di correttezza ciò che stava e che sta avvenendo nella scuola italiana. Gli incarichi o le supplenze brevi non le abbiamo elemosinate ma ci sono state date perché lo Stato ha bisogno di noi per mandare avanti le scuole e per questo ha stipulato con noi un regolare contratto. Anzi "quasi regolare" perché se è vero che siamo cittadini europei, il Ministro dovrebbe sapere  che nei nostri confronti, da anni, si consuma un vero abuso di contratti a termine contravvenendo alle norme europee; ma forse, questo è l’ennesimo dettaglio.
Ma tu, Galan pensi, davvero, che noi come docenti e come cittadini italiani siamo contenti della classe politica che da più di 20 anni è installata nelle stanze del potere e che ha ridotto l'Italia a questo punto?
E tu Galan quale merito hai? Cosa hai fatto nella tua vita per giudicare un insegnante precario che sputa sangue da anni e anni?
La precarietà è una condizione insopportabile specie se protratta anche per 15 o 20 anni come accade, soprattutto, da noi al Sud. Significa destabilizzazione esistenziale, impossibilità di fare un progetto, sviluppo regolare della tua vita.
Noi siamo gli educatori "USA E GETTA", quelli che prendi a fine Settembre e licenzi a Giugno, anno dopo anno, noi siamo quelli che andiamo nei posti più lontani dove ti offrono il lavoro, noi siamo quelli a cui estorcere denaro con costosi corsi di formazione per non rimanere indietro in graduatoria, noi siamo quelli ricordati solo per gli spot delle campagne elettorali. Inoltre, noi in questi anni abbiamo formato e sostenuto le future generazioni che molto spesso, trascurate dalle famiglie in crisi, hanno trovato nella scuola un sostegno, riferimenti valoriali e conforto.
Noi siamo docenti al pari degli altri, perché abbiamo seguito un corso regolare di studi e perché non ci manca alcun titolo o abilitazione per essere stabilizzati e per avere riconosciuta la dignità professionale a cui abbiamo diritto.
Forse una cosa ci manca in realtà: che la nostra voce sia amplificata da un megafono che urli l’ingiustizia che subiamo da anni, che faccia una valutazione sincera ed attenta dello stato in cui versa la scuola meridionale e , in particolare, siciliana perché la Sicilia è la casa che non abbiamo voluto lasciare come molti altri che non hanno avuto altra scelta per sopravvivere.
Per questa ragione Galan noi pretendiamo le tue scuse perché il precario è un’etichetta appiccicata in modo dispregiativo sulle persone, pur sempre esseri umani si spera.

Giovanna Nastasi, Carola Tirenna, Rosaria Pino, Carmen Coco
oriane@tin.it





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