Lettera aperta a tutte le forze politiche del Parlamento nazionale: Le Proposte della Rete Precari Scuola Sicilia
Data: Giovedì, 12 settembre 2013 ore 07:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


La scuola italiana continua ad essere terreno di reperimento di risorse anziché motore della risposta alla crisi economica che ormai affligge da anni i paesi occidentali. E questo malgrado anni di tagli abbiano dimostrato che senza un investimento sulle nuove generazioni, e quindi sulla scuola, non può esserci nessuna risposta positiva alla crisi, che, infatti, continua a colpire pesantemente il nostro paese. Le poco più che 11.000 immissioni in ruolo non coprono, nemmeno alla lontana, pensionamenti che ci sono stati quest'anno nella scuola italiana e ciò conferma che su di essa si continua a tagliare piuttosto che a investire, al netto delle speculazioni propagandistiche che accompagnano i provvedimenti di arruolamento e che non ingannano certamente gli addetti ai lavori, docenti e famiglie. L’ultimo concorso poi si è guadagnato l'appellativo di “concorso-truffa” visto lo spreco di risorse, la mancanza di cattedre e il conseguente caos giuridico generato.

Tuttavia, pur essendo coscienti del fatto che i tagli lineari che hanno colpito la scuola, almeno dal 2006 ad oggi, siano le vere cause dell’aggravio dei problemi che affliggono la scuola italiana e della perdita di un lavoro seppure instabile per centinaia di migliaia di lavoratori, i precari siciliani hanno ritenuto “strategico” portare in evidenza delle proposte. Alcune sono proposte tecniche a “costo zero” per il Governo, o impugnabili per via giudiziaria, e potrebbero ridare speranza di miglioramento alla loro condizione lavorativa, o ridare un’occupazione a chi l’aveva già.

Le Proposte della “RETE PRECARI SCUOLA SICILIA”, da portate a conoscenza delle forze politiche presenti in Parlamento, sia di maggioranza che di opposizione sono:
- Trasformazione di tutte le cattedre dell’organico di fatto in organico di diritto;
- Abolizione dell’obbligo da parte dei dirigenti scolastici di assegnare  gli spezzoni inferiore alle 7 ore ai docenti interni;
- Scorporo degli alunni diversabili gravi dal calcolo del rapporto ½ docente-alunni, su base provinciale;
- Richiesta di monitoraggio delle classi con un numero di alunni superiore alle 27 unità, che oltre a rappresentare un ostacolo per l’apprendimento sono un grosso rischio per la sicurezza degli alunni.

Analizzando ciascuna delle suddette proposte si specifica:
In riferimento alla prima proposta, risulta evidente, oltre a mettere fine al precariato per decine di migliaia di lavoratori, che la riconduzione a cattedra di diritto di tutto l’organico limiterebbe fortemente, nelle scuole, il turn over annuale dei docenti dovuto alla scadenza del contratto a tempo determinato, a favore della continuità didattica e quindi della qualità, con un aggravio, tutto sommato, contenuto da parte dello Stato visto che, in ogni caso, i lavoratori precari percepiscono a fine anno il trattamento di fine rapporto (TFR) e l'indennità di disoccupazione per i mesi estivi non lavorati.

Anche la seconda proposta “a costo zero” offre due obiettivi:
1) boccata di ossigeno per i precari che rimangono senza incarico annuale a causa dei continui tagli agli organici e, contemporaneamente;
2) una maggiore qualità, dal momento che un docente che lavora con classi aggiuntive e quindi con 30-50 alunni in più, a seconda dei casi, non può certamente raggiungere lo stesso livello qualitativo di chi segue già un numero “ragionevole” di discenti.

La terza proposta implica dei costi aggiuntivi, ma non si può discutere che si tratta di una spesa destinata a categorie e famiglie già fortemente penalizzate da disagi, deficit e patologie di varia natura. Trattandosi quindi del diritto allo studio e dell'integrazione degli alunni disagiati e diversamente abili, previsto da leggi italiane all'avanguardia in tale materia, è doveroso denunciare quanto sta avvenendo a danno di tali alunni al fine di non ritornare a situazioni di discriminazione e disuguaglianza.
I dati pubblicati dall’USP della provincia di Catania dimostrano, che il livello globale del rapporto 1/2 docente/alunno diversamente abile “grave” (L. 104 art. 3 comma3) è formalmente rispettato; se invece consideriamo lo stesso rapporto docente/alunno per i diversabili “lievi” (L. 104 art.3 comma 1) i numeri, si attestano su un rapporto medio di 1/4. Non essendo in possesso di dati analitici per le altre province siciliane; ma avendo constatato la scarsità del numero di cattedre, si può certamente affermare che, anche nelle altre province, la situazione rimane drammatica.
Ciò vuol dire che gli alunni (L. 104 art.3 comma 1- disabilità lieve) hanno il docente di sostegno per sole 6 ore a settimana per la scuola dell'infanzia e primaria e per sole 4,5 ore a settimana per gli alunni della scuola secondaria di primo e secondo grado. Quanto esposto, a nostro avviso, avviene senza alcun rispetto della stessa norma che prevede un rapporto 1/2 su base provinciale, norma, a sua volta, tanto sbandierata come fiore all’occhiello dai vari Governi che su tali rapporti fondano la loro equità relativamente al problema.
Se gli alunni “gravi” (L. 104 art.3 comma 3) hanno diritto ad una copertura oraria di 18 ore settimanali seguiti dal docente specializzato, come ha affermato la Corte Costituzionale (sentenza 22 – 26 febbraio 2010, n. 80) questo diritto non può essere riconosciuto a scapito di altri alunni diversamente abili; cosa che invece avviene sistematicamente in più parti d’Italia.

La quarta e ultima proposta è anch’essa di fondamentale importanza perché la sicurezza dei nostri alunni, ovvero dei nostri figli, non può essere barattata con considerazioni di carattere economico; cosa che accade sistematicamente con la creazione delle classi-pollaio. Questo vuol dire che dove le aule non lo consentono, in termini di sicurezza, le classi devono essere sdoppiate e ciò deve avvenire con estrema urgenza. I lavoratori precari della scuola siciliani confidano nel fatto che la classe politica, appena eletta, abbia riguardo delle nostre giovani generazioni, vera e propria garanzia di crescita sociale e culturale; fanno appello affinché il Governo prenda a cuore le problematiche della scuola appena descritte e si auspicano di ricevere risposte alle sopra citate proposte, finora inascoltate. Pertanto, attendiamo una risposta da chi vorrà discutere e condividere con noi il futuro della scuola italiana e siciliana in particolare.

Rete Precari Scuola Sicilia
reteprecariscuolasicilia@gmail.com





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