2013-2014 Anno scolastico al via
Data: Mercoledì, 11 settembre 2013 ore 07:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Mentre infuriano le polemiche sull'intervento in Siria e da ogni parte del mondo si alza forte il grido della pace, l’anno scolastico prende il via per i tanti studenti che inizieranno o proseguiranno il corso di studio e di formazione in vista del loro futuro. I problemi connessi con l’avvio del nuovo anno  scolastico sono quelli di sempre: cattedre, organico, docenti precari, carenza di docenti di sostegno, ed ora si aggiunge anche il fatto che ci saranno scuole senza presidi e scuole con due presidi (ecco il paradosso della disorganizzazione della scuola italiana.)
Il nuovo anno scolastico 2013/2014 si presenta ricco di sfide a partire dall’accelerazione sul fronte della scuola digitale, che è decisiva per lo sviluppo di una nuova didattica.

L’implementazione digitale del servizio d’istruzione rappresenta il futuro non solo di tutta la scuola, ma anche della Pubblica Amministrazione. Non si può fare tutto e subito, ma è necessario intervenire con ragionevole urgenza senza trascurare i ritardi (siamo terzultimi fra 31 Paesi quanto a disponibilità di attrezzature e sussidi.
Sono, inoltre, molteplici le emergenze che caratterizzano il nuovo anno che si apre all’insegna dei “B.E.S: ” (bisogni educativi speciali) che connotano la personalizzazione dell’insegnamento di una scuola per tutti che dovrebbe essere “scuola per ciascuno” e quindi una risposta ai bisogni (speciali e non) di ciascuno.

Si contraggono le ore d’insegnamento e di cattedra, si accorpano gli istituti, diminuiscono le iscrizioni, si perdono posti di lavoro, aumentano gli alunni extra-comunitari, ecco la radiografia della scuola italiana, sempre più in bianco e nero, senza il colore dell’entusiasmo e della voglia di far meglio.
Tra le innovazioni annunciate dal nuovo Ministro, Maria Chiara Carrozza, c’è quella della “geografia generale ed economica” che in Francia si chiama “geopolitica del mondo attuale” e intanto si registra che i ragazzi escono dalla scuola e non conoscono la storia recente e sono lontani dalla cultura sociale.

Il monitoraggio della valutazione degli studenti potrebbe richiedere una rivoluzione dei programmi di storia, che secondo alcuni studiosi dovrebbero confluire nelle “Scienze storico sociali” che come nuova disciplina dovrebbe indirizzare ad una puntuale formazione dell’uomo e del cittadino.

Il periodico on-line “Tuttoscuola” ha messo in campo sei idee nuove con l’intento di contribuire alla crescita del Paese e rilanciare la scuola, proponendo di accrescere la funzionalità delle strutture scolastiche aule, laboratori, palestre, auditorium, sottoutilizzate, che spesso di pomeriggio e durante le vacanze, rimangono vuote. Uno spreco di opportunità per le famiglie, per le scuole e per il personale.  Questa sarebbe, infatti, la chiave per contribuire alla soluzione di tre problemi storici della scuola italiana: la cronica scarsità di fondi per gli istituti, la bassa retribuzione del personale e gli inaccettabili livelli di precariato, con il mancato impiego di professionalità altamente qualificate.

“Leggere, scrivere e far di conto” resta sempre il “core business” della scuola, ma “le generazioni del 2000 sono chiamate a conoscere e interpretare nuovi linguaggi, impegnare il cervello e il fisico in attività culturali, sportive, linguistiche, artistiche, che li preparino a una realtà molto più competitiva e globale. (…)
La proposta di Tuttoscuola è di utilizzare le strutture scolastiche, al di là delle ore di lezione, come si fa in molti casi in altri Paesi, per attività non solo direttamente didattiche, ma certamente formative, rivolte in primo luogo agli stessi studenti ed anche alla comunità locale.
Tenendo aperte le scuole quando normalmente sono chiuse, si allungano gli orari di funzionamento degli istituti. Ad esempio, dopo la conclusione dell’anno scolastico, le scuole potrebbero organizzare summer camp per gli alunni della scuola dell’infanzia, primaria e media; 
 attività sportive, lezioni d’informatica, di musica, di lingue straniere svolte in modo divertente, laboratori artistico-creativi per bambini organizzati anche da cooperative sociali gestite da studenti degli ultimi anni delle superiori o da giovani in attesa di altra occupazione; ed inoltre assistenza per lo svolgimento dei compiti per le vacanze e dei corsi di recupero (per combattere la dispersione scolastica) e corsi di approfondimento e di eccellenza. 

Trattandosi di servizi aggiuntivi, le scuole potrebbero richiedere (con meccanismi di esenzione al di sotto di un certo reddito) un contributo alle famiglie (che spenderebbero meno in baby sitter, ripetizioni e corsi privati vari) o agli enti locali, generando risorse da reinvestire nelle scuole stesse oltre che in compensi aggiuntivi per il personale. Qualche scuola, soprattutto privata, specie nelle grandi città, già organizza iniziative simili. La rete delle scuole statali potrebbe generalizzare questo servizio.
Una proposta d’investimento potrà scaturire da un puntuale piano di dimensionamento che consente di evitare gli sprechi che comportano le piccole scuole, infatti, quelle con meno di 500 alunni, costano in termini di personale il doppio delle altre: fino a 8000 euro per alunno contro i 3.500 euro di una scuola standard con 1000 alunni. In Italia ce ne sono quasi 10 mila sul totale di circa 42 mila.
I risparmi così ottenuti, da questa e da altre possibili misure di razionalizzazione, potrebbero essere reinvestiti in spesa “buona”, a partire da edilizia, banda larga, laboratori, palestre, biblioteche, oltre allo sviluppo professionale dei docenti, progetti di ricerca-azione per migliorare la didattica.

In questi giorni il Ministro Carrozza ha fatto assegnare dal Governo 400 milioni di euro alla scuola per ridurre le spese dei libri, per potenziare le nuove tecnologie informatiche, ma occorre un piano organico d’investimento, potenziando anche la formazione dei docenti che sappiano applicare nella didattica le nuove tecnologie.

E’ stato, infatti, rifinanziato con 100 milioni a cominciare dal 2014 il fondo per il diritto allo studio; sono state vietate le sigarette elettroniche a scuola; abolito il bonus maturità degli esami di stato e inoltre nell’arco di tre anni, saranno stabilizzati, circa 27 mila docenti sul sostegno, trasformando in organico di diritto i posti attualmente coperti con supplenti.

La ricerca sociologica in campo educativo ha dimostrato che la variabile più importante tra quelle che influiscono sui risultati ottenuti dagli studenti (per livelli di apprendimento, senso critico, ecc.) è costituita dalla qualità degli insegnanti che i ragazzi incontrano nella loro carriera scolastica. Incontrare docenti bravi, sensibili, attenti e preparati è il desiderio di alunni e genitori e tutto ciò fa la differenza.
L’anno scolastico si avvia, i giorni del calendario scorreranno veloci, si pensa alle vacanze di Natale e al grande ponte di Pasqua e speriamo che le ore trascorse a scuola lascino un positivo segno di crescita nella formazione degli studenti, i quali sui banchi imparano a diventare uomini e cittadini e si aprono ai nuovi orizzonti di una cultura europea, interculturale e plurilinguistica.

Il condottiero





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2483350.html