Quale il ruolo degli educatori nella società di oggi?
Data: Martedì, 10 settembre 2013 ore 11:07:01 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Il compito della Pedagogia nella società contemporanea è oggi un compito arduo e problematico, poiché deve occuparsi di educazione e formazione rispondendo ai bisogni di una società a forte rischio di disumanizzazione. E’, quella di oggi, infatti, una società che, come dice Edgar Morin si presenta complessa per una molteplicità di fenomeni alcuni dei quali però più incisivi rispetto ad altri e per questo fortemente condizionanti i comportamenti e la qualità di vita di ciascuno di noi.

Una società che è resa complessa e diversificata per una molteplicità di fenomeni quali per esempio il consumismo, che ha determinato disuguaglianza, povertà, esclusione sociale… Fenomeno, quello del consumismo, che ha fatto sì che l’oggetto di consumo e la sua enfatizzazione sostituissero la centralità della persona e il suo rapporto con l’ambiente e la natura, trasformando luoghi, abitudini di vita, comportamenti. Il consumo è diventato un linguaggio ed esprime il mondo dei desideri, che ha ben poco a che vedere con i bisogni del corpo e della mente, ma molto riguarda l’universo confuso del piacere ludico.
 
La felicità si è degradata a benessere a cui tutti possono aspirare in forza di quell’istanza promossa dalle grandi rivoluzioni della modernità, che ha innalzato a principio l’uguaglianza degli uomini senza in realtà garantirla a tutti.
 
Non c’è dunque da meravigliarsi se per coloro che si occupano di Educazione sia diventato difficile pensare a come progettare nelle scuole la costruzione e la difesa delle identità,  quando il futuro, soprattutto dai giovani, ma non solo dai giovani, viene concepito come tempo de-progettualizzato. Un’identità senza progetto, infatti, si presenta anche de-responsabilizzata per cui o si nasconde dietro una libertà di scelta inconcludente, perché priva di orientamento o si rende dipendente da un’idea guida. La seconda soluzione è quella preferibile.
 
Il mutamento dei valori che si può ricondurre alla dominanza di orientamenti culturali e di uno stile di vita che si orienta verso l’immediata realizzazione e l’utilità pratica, spesso viene cercata e si consuma nel breve tempo. Un mutamento di valori che ha portato a considerare l’esperienza personale come il metro della valutazione di sé e della propria realtà e l’individuo ad essere l’unico e insindacabile giudice capace di dare valore a ciò che fa. Il soggetto, di fronte a questa situazione, è così diventato norma di se stesso ed ha tagliato ogni rapporto con un riferimento oggettivo rendendo più difficile anche il proprio processo di socializzazione.
 
Oggi si crede, erroneamente, che basta sostituire alla continuità progettuale la propria presenza, riflesso della cultura dell’immagine e del mondo dei mass media. Si crede che la ricerca della felicità umana si trovi all’interno dei gesti e delle scelte che caratterizzano il consumo quotidiano delle informazioni, dei beni materiali e delle relazioni sociali.

E allora, ci chiediamo, spero in molti, di fronte a questa mutevolezza della realtà, quali strumenti risultano utili, per far comprendere ai giovani che non è vivendo con sfiducia e con il senso della precarietà, o ancor peggio senza grinta, che si possono cambiare le cose? Forse bisognerebbe far capire che è necessario vivere con impegno continuo e costante? Perché forse in questo modo si possono raggiungere i risultati programmati e quindi i piccoli successi? Questo sarebbe l’ideale!!

rosita.ansaldi@tin.it








Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2483335.html