Scomparsa dal decreto legge la clausola di salvaguardia dei concorsi per dirigenti bloccati dai ricorsi in Lombardia e in altre Regioni; un danno irre
Data: Giovedì, 29 agosto 2013 ore 07:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Siamo ancora in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge varato dal consiglio dei ministri nella seduta del lunedì 26 agosto dopo il rinvio prodottosi nella seduta del venerdì 23 agosto eppure pare ormai certo dalle bozze non ufficiali diffuse informalmente che i provvedimenti attesi per risolvere la grave situazione di stallo in Lombardia e in altre regioni siano stati espunti dal testo definitivo.
Evidentemente le forze politiche che sostengono la composita maggioranza non hanno trovato quella intesa bipartisan auspicata trasversalmente almeno a parole.
Siamo in presenza di una vicenda surreale in quanto la bozza di uscita dal consiglio dei ministri del 23 conteneva esplicitamente l’articolato riportato sotto, l’art. 17 abbastanza esplicito al riguardo;
Art.17
Misure urgenti per l’avvio dell’anno scolastico
1. Al fine di consentire l’avvio del regolare anno scolastico, in deroga all’articolo 1-sexies, comma  1, del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 marzo
2005, n. 43, possono essere conferiti incarichi di presidenza per il solo anno scolastico 2013-2014 ai seguenti soggetti:
a) soggetti non in quiescenza risultati idonei a seguito dell’espletamento di un concorso a dirigente scolastico indetto antecedentemente alla data del 1° gennaio 2011, ma che non hanno frequentato il corso di formazione o che pur avendolo frequentato non hanno comunque completato la procedura concorsuale;
b) soggetti per i quali è pendente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto un contenzioso con oggetto la partecipazione al concorso a posti di dirigente scolastico indetto con il decreto direttoriale 22 novembre 2004 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004 o la partecipazione al concorso a posti di dirigente scolastico indetto con il decreto del Ministro della pubblica istruzione 3 ottobre 2006;
c) soggetti che hanno ottenuto l’annullamento degli atti del concorso bandito nella regione Lombardia ai sensi del DDG del 13 luglio 2011 e ai controinteressati nel relativo giudizio, nei limiti di spesa già previsti in relazione alla autorizzazione alla copertura di posti disponibili dell’area V.
2. Gli incarichi cessano comunque alla data di nomina dell’avente diritto. All’incaricato spetta, oltre allo stipendio proprio della relativa qualifica, una indennità di natura accessoria sostitutiva di qualunque altro emolumento di pari natura inclusa la retribuzione professionale docenti, pari all’80 per cento della retribuzione di posizione, parte variabile, di un dirigente scolastico. Alla relativa spesa si dà copertura, per la quota parte relativa la didattica sostitutiva mediante corrispondente riduzione delle facoltà assunzionali relative i dirigenti scolastici limitatamente al periodo di effettiva durata degli incarichi e per la quota parte relativa l’indennità mediante corrispondente riduzione del Fondo unico nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici.
Nella bozza di uscita dal Consiglio dei ministri successivo, quello del 26 è sparito l’art. 17.
Perché?
Eppure la soluzione prospettata era ragionevole ed equa e serviva ad evitare che la mancanza di presidi in quasi 500 scuole statali della Lombardia  e di altre regioni potesse mettere a repentaglio l’avvio ordinato del nuovo anno scolastico che allo stato si presenta drammatico.
Si può accettare il fatto che 500 scuole della Lombardia debbano essere date in reggenza raddoppiando il carico di lavoro degli attuali 500 dirigenti della Lombardia?
Il problema ripetiamolo non è più di natura giuridica bensì diventa di natura politica e sociale per i risvolti che produce a 360 gradi sull’erogazione del servizio di istruzione e formazione in quelle Regioni che hanno avuto la sfortuna di finire tra le cesoie di una magistratura a macchia di leopardo.

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