Immissioni in ruolo, ecco il doppio errore del Miur
Data: Domenica, 25 agosto 2013 ore 10:35:20 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Caro direttore, per il prossimo anno scolastico 2013/2014, l'annuncio delle immissioni in ruolo è arrivato tre giorni fa, sotto la determinante spinta delle organizzazioni sindacali. Seppure sempre più stanco, è un rito ripetitivo ed enfatico che ogni ministro pro-tempore non perde occasione di celebrare, consapevole che quasi sicuramente si tratta dell'unica buona notizia che ultimamente può essere data al mondo della scuola. Oltre al ritardo,questa volta ci sono almeno due buoni motivi per considerare quasi beffardo questo solito rito. Il primo motivo riguarda il numero di immissioni in ruolo. Mentre non è stata autorizzata nessuna assunzione per il personale Ata, sono state autorizzate solamente le assunzioni di 11.268 docenti e di 557 dirigenti. Il numero così basso di immissioni a ruolo stupisce per il fatto che non si sia voluto rispettare il piano triennale si assunzioni previsto dal primo provvedimento finanziario dell'estate del 2011. Infatti, negli ultimi travagliati mesi del governo Berlusconi, il ministro Gelmini raggiunse con le più importanti organizzazioni sindacali un'intesa per la definizione di un piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di personale docente, educativo ed Ata, per gli anni (solari) 2011-2013, sulla base dei posti vacanti e disponibili in ciascun anno, delle relative cessazioni e degli effetti della riforma dei cicli scolastici. Il piano triennale del ministro Gelmini perseguiva dichiaratamente il duplice scopo di garantire la continuità nell'erogazione del servizio scolastico ed educativo e il maggiore grado possibile di certezza e di stabilità nella pianificazione degli organi della scuola. In altre parole, il ministro Gelmini continuava le sue iniziative di riduzione della precarietà del personale scolastico, che erano iniziate con il blocco dell'insorgere di nuovo precariato attraverso le Ssis e che erano proseguite con a ferma resistenza ad ogni iniziativa parlamentare di riapertura delle graduatorie ad esaurimento e con la definizione di una nuova disciplina della formazione iniziale degli insegnanti. Dopo un serrato confronto con le organizzazioni sindacali, concluso con un accordo dirmato da tutti, ad eccezione di una sola sigla, il ministro Gelmini fu abile a negoziare il piano triennale di assunzioni, dimostrando che l'immissione in ruolo del precariato ricorrente, identificabile con le supplenze annuali, assicurava il rispetto del criterio dell'invarianza finanziaria. Il suo decreto del 3 agosto 2011 prevedeva per l'anno scolastico 2013/2014 si sarebbero resi vacanti e disonibili 22mila posti di personale docente ed educativo e 7mila posti di personale Ata.

Gianni Bocchieri
ilsussidiario.net





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