Tondo Gioeni concorso d’idee - una grande 'A' nel segno di Agata (la 'Tour Eiffel' di Catania)
Data: Martedì, 20 agosto 2013 ore 08:00:00 CEST Argomento: Redazione
Quando fu abbattuto il
ponte di Ognina, alcuni anni or sono, la scuola "Parini" rimase
chiusa per due giorni in un fine settimana e al rientro la prima
iniziativa che ha circolato tra gli studenti è stata quella di proporre
una nuova idea per abbellire la rotonda con un segno artistico. Il
Sindaco dei ragazzi dell’Istituto Parini, Emanuele Tornabene, insieme
al Consiglio comunale dei ragazzi bandì un concorso d’idee tra
gli studenti e ben presto arrivarono disegni, idee e progetti per
abbellire la rotonda di Ognina. Il quartiere di Ognina, essendo
originariamente di carattere marinaro e trovandosi la rotonda nei
pressi del Porticciolo di Ulisse, dove sfocia il fiume Longane, le idee
progettuali erano quasi tutte indirizzate alla ricerca di un simbolo a
carattere marinaro: una barca,
un’ancora, un timone, una vela.
La commissione del Consiglio Comunale dei Ragazzi con la guida del
Preside e dei professori di Educazione artistica scelse appunto l’idea
della vela che esprimeva movimento e speranza, rispetto ai simboli del
timone e dell’ancora che apparivano segni statici e pesanti.
All’idea della vela fu data l’impronta di tridimensionalità, così da
consentire che dalle tre vie confluenti alla rotonda (per chi scende
dalla circonvallazione, per chi arriva da Acicastello e per chi
proviene dal lungomare) apparisse chiara l’immagine della vela con
un’artistica fontana e originale gioco di acqua.
Quando fu presentato il progetto al Sindaco Scapagnini l’ing. Tuccio
D’Urso ha condiviso e valorizzato la proposta dei ragazzi e nella
realizzazione della fontana è stata appunto riproposta l’idea della
vela realizzata attraverso il gioco d’acqua della fontana.
Qualche anno dopo la rotonda fu intitolata a Giorgio La Pira, sindaco
di Firenze e modello d’impegno civico per i ragazzi sindaci, i quali
avendo realizzato un viaggio culturale a Firenze avevano "incontrato"
la storia e la cultura politica del sindaco siciliano in terra Toscana,
e membro dell’Assemblea Costituente.
Anche la targa che ricorda il nome di Giorgio La Pira è realizzata a
forma di vela e con soddisfazione possiamo dire che in questi anni la
fontana di Ognina non ha riportato segni di vandalismi.
Si ripropone oggi il "concorso d’idee" per l’abbellimento artistico del
tondo Gioeni e nella ricerca di un simbolo di facile realizzazione e di
grande effetto, si è pensato allo stemma della Città di Catania.
Il tondo Gioeni si trova in cima alla Via Etnea, in corrispondenza
dell’artistica porta Uzeda, e scegliendo un particolare dello stemma
della Città si potrebbe realizzare come per la Tour Eiffel di Parigi,
al centro di una grande aiuola spartitraffico una grande "A" che figura, appunto nello stemma
della Città di Catania, e per i catanesi rievoca il nome della Santa
Patrona, la vergine e martire S. Agata.
La grande "A" in acciaio potrà essere abbellita e decorata alla base
con un intrecciato serto di alloro e di ulivo, simboli di pace e di
cultura.
Adeguatamente illuminata, con sulla cima una grande stella luminosa,
l'opera tecnica avrà alla base un artistico gioco di luci e di fontane
colorate.
Essendo illuminata, in tutte le sue parti, l’imponente "A" potrà essere
ben visibile da Piazza Duomo, dal mare, dall’aeroporto e dai diversi
quartieri della Città, come simbolo di unità e di convergenza verso la
nuova Catania che vuole risorgere "nel segno di Agata".
La lettera "A" inserita nello stemma municipale già sin dal Trecento,
figura ben visibile sul basamento del busto di Sant’Agata (1376) che
raffigura l’elefante di profilo con la proboscide rialzata, sormontata
dalla lettera "A" monogramma della dinastia Aragonese, sotto la quale
la città di Catania fu capitale del Regno di Trinacria (1282-1416. I re
aragonesi erano devotissimi di S.Agata, e furono ben lieti che il
monogramma di famiglia divenisse per i catanesi il segno e il simbolo
della Santa Patrona.
In clima di pieno positivismo verso la fine dell’Ottocento la lettera
"A" fu interpretata come l’iniziale della dea "Athena".
Il monogramma "A" costituisce inoltre la prima lettera dell’alfabeto, e
quindi potrà anche significare simbolicamente l’inizio di una nuova
pagina di storia per la città di Catania che s’intende scrivere oggi
all’insegna dell’impegno civico e di un rinnovato sviluppo di crescita.
La realizzazione dell’opera avrà certamente dei costi, ma per
l’illuminazione a piena luce si potranno
collocare alcuni pannelli solari nell’antistante parco Gioeni o
all’interno della medesima struttura di acciaio, così da autoalimentare
l’energia elettrica necessaria per illuminare la grande "A", operando
in tal modo anche un notevole risparmio energetico.
Le intelligenti maestranze del nostro territorio e l’opera degli
architetti potranno tradurre l’idea in progetto e quindi anche la città
di Catania, che ha come simbolo storico l’elefante "u liotru" in piazza
Duomo, potrà avere una grande "A" illuminata in alto a Via Etnea, al
tondo Gioeni.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it
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