Un anno di assistentato Grundtvig al Ceipes di Palermo
Data: Venerdì, 16 agosto 2013 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Circa due anni fa, sentivo parlare del programma Grundtvig da due amici francesi che hanno svolto quest’esperienza in Italia. Interessato dai temi del programma, centrati sulla formazione e l’educazione degli adulti, incominciavo la mia ricerca di un’associazione con la quale fare questo progetto.
Ho presto preso contatto con il CEIPES di Palermo, e dopo qualche mail, definivamo un programma di attività per un periodo di assistanato di 10 mesi. É sulla base di questo programma di attività che ho preparato il mio dossier sin dal febbraio 2012. Fine Marzo, lo presentavo all’agenzia nazionale francese, e metà giugno, mi giungeva la notizia che il progetto era stato approvato.
Così, ad ottobre scorso, arrivavo a Palermo per incominciare la mia collaborazione con il CEIPES.
Il CEIPES (Centro Internazionale per la Promozione dell’educazione e lo Sviluppo) lavora da anni sui temi dell’educazione e dei diritti umani.

Sin dal mio arrivo, ho partecipato ad una settimana di incontro con 7 paesi partner  (Spagna, Grecia, Lituania, Nepal, Colombia, Argentina, Kenya) per il lancio di un progetto Youth In Action, chiamato Seed of Change. Lo scopo principale di questo progetto é di rinforzare il ruolo e la partecipazione attiva di giovani adulti che vivono in zone socialmente ed economicamente svantaggiate. Così, durante tutto l’anno, ho avuto il piacere di lavorare con i giovani del quartiere Danisinni di Palermo. Oltre alle numerose attività svolte sul tema della riappropriazione dei diritti, abbiamo anche cercato di fornire strumenti utili per la ricerca di formazione: stage, lavori. Innanzittutto, informandoli sui progetti europei, ma anche spiegando loro come fare un curriculum, come comportarsi durante un colloquio di lavoro. I giovani dei Danisinni con cui ho lavorato non vanno più a scuola da anni, e se ci vanno, vi trovano poco interesse. Con loro, abbiamo lavorato usando sempre tecniche dell’educazione non-formale, ed abbiamo fatto nascere interesse e riflessione per molte cose. Oltre alla riflessione sui diritti umani, abbiamo insegnato loro ad utilizzare materiale audio-visivo per la realizzazione di un piccolo video-documentario.
In occasione di un workshop sull’arte, hanno avuto la possibilità di imparare a realizzare graffiti.  Infine, alcuni ragazzi hanno partecipato allo scambio internazionale con giovani degli altri paesi partner. Pur non conoscendo la lingua inglese, hanno vissuto un’esperienza interculturale per loro eccezionale e del tutto nuova. Oltre a quanto imparato e realizzato con le attività previste durante la settimana, hanno soprattutto imparato che la lingua e le differenze culturali non sono  barriere, bensì delle riscorse.

Durante il primo mese al CEIPES, ho avuto l’occasione di andare al European Youth Centre di Strasburgo, come rappresentante dell’associazione, per tre giorni di workshop e di seminari sul tema della campagna contro l’ “Hate Speech Online”, ovvero i discorsi di odio sul web. Nel corso di quest’anno, ho lavorato su questo progetto, innanzittutto preparando il training svoltosi a gennaio con giovani volontari di tutt’Italia, intenzionati a mobilitarsi per questa campagna. In particolare, ho appronfondito la questione delle norme legislative italiane ed europee (o l’assenza di norme) sia per quanto riguarda razzismo, omofobia, discriminazioni che per quanto riguarda la regolamentazione della rete. In seguito, insieme ai volontari e ad altre associazioni, abbiamo lavorato per mesi alla costruzione di una rete italiana contro i discorsi di odio online.

Da dicembre, ho lavorato alla redazione di un progetto Leonardo per mandare 28 giovani Operatori Socio-Assistenziali (OSA) a fare un’esperienza di 3 mesi in uno dei quattro paesi partner del progetto (Irlanda, Spagna, Germania, Slovenia). La ricerca di partner locali ed europei é stata non solo interessante, ma anche fruttuosa. A fine giugno, ci é giunta la notizia che il progetto é stato approvato.
A febbraio, partecipanti ad progetto Leonardo gestito dal CEIPES si stavano preparando alla partenza per la Francia. Ho avuto l’occasione di organizzare corsi di francese di  livello base, per prepararli alla partenza.
Dopo l’esperienza del progetto Leonardo, ho voluto lavorare alla redazione di un progetto "Youth In Action".
Ad inizio marzo, incontrai Massimo dell’associazione Handala, uno degli organizzatori del torneo Mediterraneo Antirazzista che ogni anno si svolge a Palermo, Napoli, Genova e Roma. Dopo un paio di incontri con lui, definivamo l’idea. Abbiamo scelto l’azione 1.3 del programma: “Gioventù e democrazia”. Il titolo del progetto é: “Mediterraneo Interculturale per i diritti umani”.

In 4 paesi europei del Mediterraneo ( Italia, Spagna, Francia e Grecia), gruppi di giovani si interesseranno a come migliorare i diritti civili e sociali delle comunità di immigrati e permettere loro di incrementare la partecipazione alla vita democratica. Oltre all’incontro con associazioni che tutelano gli immigrati e le comunità stesse, il progetto prevede che i giovani propongano delle proposte concrete alle autorità locali. A Giugno, i partecipanti dei 4 paesi si incontreranno a Palermo a ridosso del Mediterraneo Antirazzista per tirare le conclusioni del progetto e mettere su una sorta di “guida per la tutela dei diritti dei migranti in Europa”. Parteciperanno poi ovviamente al Mediterraneo Antirazzista, edizione 2014! Non ci resta che sperare che il progetto venga approvato. Incrociamo le dita.

Oltre a tutto questo, ho potuto partecipare in vari modi a numerosi progetti organizzati dal CEIPES . Ho lavorato in un contesto internazionale, interculturale e interlinguistico.
Il programma Grundtvig mi ha permesso di accrescere le mie conoscenze dei progetti europei, sia dal punto di vista della pianificazione e redazione che dal punto di vista dell’organizzazione e della realizzazione.
Mi ha permesso di scambiare idee, di imparare molto dalle numerose persone incontrate nel corso di quest’anno e di poter trasmettere molto nello stesso tempo. Imparare ed insegnare é sicuramente il senso del Progetto Grundtvig, e posso dire che con il CEIPES, ho avuto quest’opportunità.
Ho avuto anche l’opportunità di scoprire, praticare e sviluppare metodi nuovi di trasmissione dei saperi, cercando di usare metodi di educazione non-formale in ogni contesto.

Raphael Pepe, Ceipes - Assistente Grundtvig 2012/2013





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2483032.html