Un’estate siciliana. La scuola, il mare e tu ...
Data: Giovedì, 15 agosto 2013 ore 08:00:00 CEST Argomento: Redazione
Si riparte dal
solito… "Hotel dei Professori", lungo la sinuosa spiaggia di Marina di
Noto, a segnare, anche per quest’anno, l’inizio delle vacanze estive ai
tempi della crisi. Un luogo magico e inconsueto, coronato da una
spiaggia giallo oro e da un mare azzurro fiaba a consolare i magri
sogni dei docenti siciliani in ferie. Una lunga agonia d’attesa e di
letture estive animano le notti calde dei docenti nostrani, con
l’occhio sempre vigile al tablet per essere informati, in “tempo
reale”, delle ultime news di AetnaNet.org. E c’è sempre tempo per una
breve gita "fuori porta" a Caltagirone, a visitare la lunga scalinata
di Santa Maria del Monte, o dentro i boschi dell’Etna, nelle bocche che
videro l’arsura e il caldo lavorio del dio Nettuno, o ad Agrigento,
nelle colonne arse e spoglie dei templi cari ai greci, che li
edificarono col sangue e il fuoco. Ma non voglio fare ripasso di
geografia e di storia dell’arte. La Sicilia va vissuta con intimità, va
amata con passione, come fosse una donna, una giovane amante segreta,
prima di perderla e di sognarla, per sempre… E che gioia quando, in una
sera di luglio, a Mineo, patria di Capuana e di Ducezio, alla fine di
“una serata d’emozione”, che d’emozione, ahimè, ha avuto ben poco, una
Bonaviri, una cara collega, gentile e raffinata, ti chiama e ti fa i
complimenti per i tuoi “scritti”. Ti ripaga delle "sofferte e sudate
carte" di un’intera annata! Una gratificazione indicibile! E ti viene
la voglia di ritornare, con il pensiero, alle caldi notti catanesi… E
ancora ricordo il sapore caldo e il dolce vento di quella sera di
luglio, tra i faraglioni e quel lido dei vip, celebrato alla legalità,
dopo essere stato strappato, finalmente, alla gestione mafiosa. Certe
notti, in Sicilia, così ancora onoriamo l’estate, complice un cerchio
di luna nuova, il mare giuittu di Acitrezza, e un pugno di amici,
quelli buoni. E si ascoltava, soprattutto, le suadenti note di un
poeta, che ci ricordava gli anni andati della nostra giovinezza, e le
passioni di un tempo di lotta e di speranza, ai bordi di una sottile
linea d’ombra, mai oltrepassata, per fortuna. Erano le canzoni di
Claudio Lolli, del cantante interprete degli anni ’70, con quei testi
"impegnati" e inconfondibili, quei suoni liberi e appassionati. La
nostra musica, per intenderci. “Quando
un adolescente c’ha per mano una chitarra… che cosa può fare se non
scrivere delle poesie, delle canzoni, dei racconti…”, diceva
Lolli, da giovane. E da lì, dalle penombre arse di quella calda sera e
dalle risacche del mar Jonio, il cantautore bolognese ci ha parlato di
quegli "antichi" anni, di politica, di donne e di poesia…
Angelo Battiato
angelo.battiato@istruzione.it
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