Diversità
Data: Martedì, 13 agosto 2013 ore 07:30:00 CEST
Argomento: Opinioni


Un ragazzino di 14 anni si suicida perché gay e gli altri non lo capiscono. Già è diverso.
Ci si accanisce contro il ministro Kyenge, perché è nera. Già è diversa.
Intanto ecco gli Egiziani e i Siriani che scappano da una guerra e arrivano a morire sulle spiagge italiane, prima tappa verso il sogno di una vita migliore in Europa. Ma nessuno li vuole. Già sono diversi.
Però, se seguiamo l'etimologia, i diversi siamo noi. Quelli che stanno bene, quelli normali, quelli che stanno girati dall'altra parte. Appunto di-versi.

Non so che aggiungere, ho trovato ieri un sito che si chiama così: www.tuttiicriminidegliimmigrati.com
Non so che dire.

Mi mancano le parole, a me che mi nutro di parole.
Basterebbe mettersi nei panni dell'altro. E tutti sono altro da noi. Persino io sono altro da me stessa in certi momenti.

Basterebbe pensare: potrei essere nata in Egitto, ora sarei io sul barcone.

Basterebbe pensare che siamo tutti uguali: non solo fra esseri umani, ma tutto ciò che vive è nato da quell'unica cellula. Siamo tutti uguali...

Invece niente: i fifoni, gli ignoranti, quelli davvero poco poco intelligenti ci sono sempre.

Ecco io quelli li compatisco nel profondo: sono i veri infelici, le vere vittime della natura, di un'educazione sbagliata, di una deformazione congenita non so.

Sono le vere vittime perché sono così: impauriti, stupidi e senza vita. Già morti. Vorrei guarissero, non solo perché appestano il mondo, ma per loro, poveretti e per me, perché mi spiace provare sentimenti negativi verso di loro. E li provo, ahimè se li provo.

Maria Rosa Pantè
mrpante@libero.it






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