Bloccata dal Consiglio dei Ministri la contrattazione nel Pubblico Impiego sino al 31 dicembre 2014
Data: Venerdì, 09 agosto 2013 ore 17:19:26 CEST
Argomento: Sindacati


Questo il comunicato stampa del Governo:
08/08/2013 Il Consiglio ha approvato in esame definitivo il DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: Regolamento in materia di proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti, a norma dell'articolo 16, commi 1, 2, e 3, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98., a seguito del parere espresso dalle Commissioni parlamentari e dal Consiglio di Stato, un regolamento che proroga il blocco della contrattazione economica e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti. Il provvedimento rende possibile però la contrattazione normativa per il pubblico impiego, così come espressamente richieste dalle Commissioni Parlamentari. L’adozione del regolamento si rende necessaria per la particolare contingenza economico-finanziaria, che richiede interventi non limitati al solo 2013, i cui effetti sono stati già scontati sui saldi di finanza pubblica. Sussistono infatti condizioni di eccezionalità tali da giustificare la proroga al 31 dicembre del 2014 di una serie di misure in materia di pubblico impiego, comunque con un orizzonte temporale limitato, come richiesto nei pareri delle Commissioni parlamentari che hanno espresso parere favorevole sul provvedimento con la condizione che si sblocchi la contrattazione normativa.
In particolare vengono prorogati:
il blocco dei trattamenti economici individuali;
la riduzione delle indennità corrisposte ai responsabili degli uffici di diretta collaborazione dei Ministri e l’individuazione del limite massimo per i trattamenti economici complessivi spettanti ai titolari di incarichi dirigenziali;
il limite massimo e la riduzione dell’ammontare delle risorse destinate al trattamento accessorio del personale;
i blocchi riguardanti meccanismi di adeguamento retributivo, classi e scatti di stipendio, le progressioni di carriera comunque denominate del personale contrattualizzato e di quello in regime di diritto pubblico.
Segue il comunicato stampa del sindacato Dirigentiscuola-Confedir:
La proroga fino al 31 dicembre 2014 del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali, decisa in esame definitivo dal Consiglio dei Ministri, di oltre tre milioni di dipendenti pubblici rappresenta una grave decisione del Governo che invece di discutere e approvare il Decreto D’Alia, contenente alcuni importanti segnali di rilancio del sistema scolastico italiano, promulga un regolamento che, in particolare per il personale della scuola, prevede non solo il blocco di ogni forma di adeguamento retributivo al costo della vita e degli scatti stipendiali (già a partire dal 2011), ma addirittura riduce ulteriormente le già esigue risorse destinate al trattamento accessorio (il cosiddetto Fondo d’istituto).
Rimane un miraggio il raggiungimento della perequazione interna ed esterna degli stipendi dei dirigenti scolastici rispetto alla restante dirigenza del Pubblico Impiego promessa da ben tredici anni e sistematicamente disattesa da tutti i governi che si sono succeduti dal 2000 ad oggi, costringendo i presidi a rivolgersi alla magistratura del lavoro in tutta Italia.
Il sindacato Dirigentiscuola-Confedir  contrasterà questo provvedimento iniquo in tutte le sedi e con tutte le modalità possibili: ricorda, infatti, che qualsiasi atto che dovesse introdurre un blocco degli stipendi pubblici rimane sempre in contrasto con la sentenza della Corte Costituzionale 223/2012, la quale ha dato ragione a quei magistrati che avevano rivendicato il diritto allo stipendio equo. Ora, poiché è stato appurato che l’irrecuperabilità stipendiale è lesiva degli articoli 1, 36 e 39 della Costituzione, tale principio può essere sicuramente allargato a tutte le professionalità che operano nel comparto pubblico.
E sempre per la sempre secondo la Corte Costituzionale non è neanche lecito giustificare il blocco stipendiale con l’attuale situazione di particolare crisi finanziaria nazionale. Come, invece, vorrebbe far credere Palazzo Chigi sostenendo che sussistono “condizioni di eccezionalità tali da giustificare la proroga al 31 dicembre del 2014 di una serie di misure in materia di pubblico impiego, comunque con un orizzonte temporale limitato, come richiesto nei pareri delle Commissioni parlamentari che hanno espresso parere favorevole sul provvedimento”.

Dirigentiscuola.org





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