Difendiamo il ponte di Tondo Gioeni, perchè abbatterlo?
Data: Sabato, 27 luglio 2013 ore 06:30:00 CEST Argomento: Redazione
Il
parco e il ponte di Tondo Gioeni: una storia antica che oggi
ritorna; una storia sofferta, appassionata e appassionante, e lunga più
di ottant’anni. Un gran pezzo di storia nostrana. Ripercorriamola, per
sommi capi, insieme. Di che si tratta?
Come si sa, risale al 1931, all’epoca del piano regolatore della città,
redatto dall'allora architetto Michelangelo Mancini, l’idea di
costruire un parco pubblico nella zona del Tondo. Il progetto,
approvato solo nel 1942, viene poi, causa lo scoppio della
seconda guerra mondiale, rinviato. Più volte ripreso nel dopoguerra, è,
finalmente, sotto la sindacatura di Ignazio Marcoccio, nel 1972, che
iniziano i lavori esecutivi, grazie anche agli aiuti finanziari della
Regione Siciliana. Per l’inaugurazione ufficiale dell’opera si dovrà,
invece, aspettare che passino oltre sessant'anni dal primo progetto;
infatti, essa avviene nella metà degli anni novanta sotto la
candidatura del sindaco Bianco e della sua amministrazione.
Realizzato in una collinetta, il parco con la sua superficie di circa
75.000 m² è il più grande di Catania, esteso su di un terreno
fertile di natura vulcanica ricchissimo di una rigogliosa vegetazione
del tipo della macchia mediterranea. Negli ultimi anni - diciamo
a partire da poco prima dell’entrata del nuovo millennio, il parco di
cui sopra, si è notevolmente degradato e inselvatichito, per l’incuria
degli amministratori, divenendo oggetto di usi impropri da parte di
drogati, e preferito rifugio di barboni senzatetto. Quello che doveva
essere, nelle intenzioni originarie, l’eden dei catanesi, il giardino
delle meraviglie, si è ridotto a una squallida boscaglia, una specie di
selva oscura dove si può incontrare di tutto e di più!
A questo punto, il lettore si chiede:
ma cosa ci azzecca la storia del parco col ponte?
Orbene, secondo alcuni "esperti", e saggi politici della nuova Giunta
di Bianco, subentrato allo Stancanelli, la storia di codesto
degrado dipenderebbe, anche, dalla struttura logistica del cavalcavia.
Si sostiene, infatti, che il parco, pur trovandosi al culmine
della storica arteria urbana di via Etnea risulterebbe di accesso
difficoltoso e non inviterebbe a recarvisi, perché isolato da un
intensissimo anello di traffico, quello che passa, appunto, sul ponte
di tondo Gioeni!
In pratica: il ponte sarebbe una "causa impediendi", un ostacolo al
sereno godimento delle bellezze del parco e alla sua agevole
frequentazione da parte dei catanesi!
Un pretesto ingegnoso, questo, per giustificare "a fortiori"
l’abbattimento del ponte, considerato, fra l’altro, - a detta sempre di
certi ingegneri del genio civile - un grave pericolo per tutta la
cittadinanza, essendo la sua una struttura non antisismica!
E dire che ne è passato di tempo (e di traffico) sotto il ponte! E
quante discussione si son fatte di sopra al cavalcavia! E, poi, detto
tra noi, quanti monumenti storici sono a Catania, e non solo, costruiti
a norma e a struttura antisismica?
Ma restiamo al ponte. Che fare? Abbatterlo, come vuole Bianco?; oppure
lasciarlo in piedi, come vogliono i suoi avversari politici, e non ?
L’Amministrazione Stancanelli, a suo tempo, insieme con il suoi
autorevoli tecnici, e assessori consiglieri, pur amleticamente
tentennante sul da farsi, ha sempre sostenuto, in ultima istanza, la
necessità del mantenimento in vita del ponte, considerato che il grande
flusso viario che insiste sulla zona difficilmente potrebbe reggere
all’eliminazione di un cavalcavia che ha una funzione
importantissima nel deflusso degli autoveicoli. Lo stesso
ingegnere comunale Rosario Mirone, a suo tempo, nel 2003 ebbe ad
affermare che occorresse valutare attentamente e con ponderazione
l’opportunità di riparare l’opera d’arte, prima di decidersi per
l’abbattimento. Fino a l’anno scorso, l’allora sindaco in carica,
Stancanelli, aveva deciso, con delibera del 19 luglio, di non procedere
all’abbattimento bensì al consolidamento del cavalcavia, a una sua
ristrutturazione.
Oggi, lo si vuole abbattere!
I costi della ristrutturazione sono troppo alti. La Giunta comunale di
Catania ha, infatti, programmato l’abbattimento della struttura,
individuando come date utili quelle a cavallo di ferragosto, per
ridurre al minimo – si fa per dire - l’impatto sulla mobilità
cittadina. Secondo gli esperti, oltre tutto, la ristrutturazione del
cavalcavia non risolverebbe i problemi di circolazione correlati alla
presenza di intersezioni e colli di bottiglia causati dalla struttura
all’assetto viario. Al suo posto, una grande rotatoria sarebbe la
sola panacea di tutti i mali e risolverebbe, essa sì,
d’un colpo!, tutti i problemi: quelli del traffico e quelli della
sicurezza!
Ma i dubbi relativi all’abbattimento del ponte del Tondo Gioieni
rimangono, e sono molti. Se da un lato, infatti, secondo le
indicazioni della Protezione civile, il ponte non sarebbe sicuro in
caso di evento sismico, (- e questo è un problema –
l’abbiamo già detto - che si pone anche per tante altre
strutture di utilità pubblica - ), motivo per cui dovrebbe essere
eliminato, dall’altro sembra che questa soluzione non sia condivisa da
altri tecnici.
Come si vede, i pareri sono contrapposti e antitetici. Senza dire che
l’abbattimento del cavalcavia, in assenza di un piano organico della
viabilità e di un cronoprogramma relativo agli eventuali cantieri
di lavoro da impiantare nella circumvallazione,
procurerebbe, in piena estate, disagi enormi alla cittadinanza.
Ma poi, il previsto sistema rotatorio che dovrebbe sorgere al posto del
ponte, è certo che risolverebbe i flussi del traffico? o non creerà,
invece, più seri problemi di viabilità? E il parco, avrebbe da
guadagnarci? Non sarebbe cosa più saggia consolidare e mettere in
sicurezza il ponte, e avere più cure per il parco?
Il ponte di Tondo Gioeni - ricordiamolo - è un pezzo di storia
identitaria catanese, che va salvaguardata; è come il “liotru”:
abbatterlo, o sfigurarlo, significherebbe radere al suolo una parte
significativa della memoria collettiva di questa città.
Sindaco Bianco, ci ripensi, per favore, prima che sia troppo
tardi!
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com
|
|