Mancano 100 insegnanti a Parma, intanto per alcuni fortunati piovono soldi
Data: Giovedì, 25 luglio 2013 ore 07:30:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Mentre qui a Parma si apprende dalle istituzioni locali, l’esatto ammontare degli esorbitanti costi fino ad oggi sostenuti dalla collettività per il cantiere, non ancora terminato, della cosiddetta Scuola Europea, da Roma arrivano notizie gravissime che riguardano le altre scuole del territorio, che nonostante tutto, grazie all’abnegazione del corpo docente, rispettano ampiamente e forse più di altre gli standard europei. Il cantiere di via Langhirano è un pentolone che costa alla collettività circa 30milioni di euro, e non sembra sia finito, di questi soldi ben 12milioni 419mila 705 euro sono stati elargiti direttamente dal Ministero della Pubblica Istruzione, con il bene stare di tutte le forze politiche, parlamentari ed extraparlamentari, ed a quanto pare anche a quelle più recenti pentastellate. Nel dettaglio: 4.600.000 euro sono arrivati dal ministero della Pubblica istruzione, 8.360.000 dal Cipe, 7.819.705 ancora dal ministero della Pubblica istruzione, tramite l'Ufficio scolastico regionale e 8.868.015 euro da Stt. Intanto dai resoconti ministeriali la Gilda Unams apprende che nell’organico della scuola parmense restano scoperti 71 posti di docenti di scuola primaria, e ulteriori 15 di scuola anch’essi di scuola primaria per il sostegno, nella scuola dell’Infanzia statale mancano 6 maestri, oltre a due docenti di sostegno. Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda Unams, a tal proposito dichiara: “Come al solito si dovrà procedere incaricando docenti a tempo determinato: per gli insegnanti interessati sarà un ennesimo anno di precariato, mentre agli alunni non viene garantita la continuità didattica perché la politica non stabilizza i docenti costringendoli a continui licenziamenti ed assunzioni. Un andazzo caotico prosegue il coordinatore della Gilda - intanto la ciliegina sulla torta arriva dalla Provincia, che a causa dei minori trasferimenti dallo Stato centrale pare non possa garantire completamente il ricambio degli arredi scolastici, ciò mentre si foraggiano carrozzoni molti cari alla politica, come l’ente Invalsi”.

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