'Le metafore in Heidegger' di Carmen Valentino
Data: Giovedì, 18 luglio 2013 ore 07:00:00 CEST
Argomento: Recensioni


A dieci anni di distanza dal suo primo libro: Essere affascinanti, appunti e spunti di una docente ed. Ricchiari, Palermo, Carmen Valentino ha pubblicato prima il volume  "Culture organizzative e contesti di formazione del dirigente scolastico" un libro che si ispira alla figura del dirigente scolastico così come viene tratteggiato dai Decreti legislativi  e che nasce dall’esperienza di trovarsi in contesti di formazione differenti (Catania, Palermo, Roma, Firenze, Milano, Trento).
Recentemente ha pubblicato ha pubblicato  presso le "Edizioni del faro" il volume  "Le metafore in Heidegger" e propone l’analisi critica di alcune metafore in Heidegger: la luce, il Geviert, la brocca, il giro e lo specchio.
Mentre nel precedente volume ha illustrato il compito ed il ruolo del dirigente  sostenendo che Dirigenti scolastici non si nasce ma si diventa,  facendo parte di un’organizzazione, curandola e rispettandola, scoprendo i lati più vulnerabili e cercando di migliorarla attraverso la condivisone  con il territorio, nel rispetto della libertà di insegnamento dei docenti, nella promozione e nella condivisione di interventi per assicurare la qualità dei processi formativi in questa nuova pubblicazione accompagna e sviluppa il pensiero filosofico di Heidegger.
La questione della metafora si incrocia con l’urgenza del rapporto fra filosofia e linguaggio, fra filosofia e poesia, anche del rapporto con la “verità” all’interno di uno scenario, indicato dall’espressione “pensiero debole”, in cui la verità trova la sua legittimazione solo nei diversi giochi ermeneutici.
Alla fine del terzo capitolo il lettore troverà una metafora non ancora disvelata: “lo sbocciare di una rosa”. Il bosco, i sentieri, la radura, lo slargo, la terra, il cielo, i massicci, il silenzio sono termini che spesso si illuminano, si velano e si svelano nelle metafore di Heidegger. E ancora, non è stato mai considerato il fatto che nel 1922 Heidegger, con la moglie Elfride Petri e i figli Jurg ed Hermann, prese dimora a Todtnauberg nella Foresta Nera, dove aveva costruito una baita-rifugio che diverrà meta di pellegrinaggi di discepoli, amici e visitatori e che, nonostante la fama e l’importanza del suo pensiero, ci mostri il rapporto della sua vita con il suo pensiero dicendo: “occorre ritornare alle cose stesse”.

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