Valutazione qualità ricerca: ricerca e didattica hanno bisogno di risorse, valutazione non può e non deve diventare scusa per tagli
Data: Mercoledì, 17 luglio 2013 ore 08:00:00 CEST Argomento: Comunicati
Si è da
poco conclusa la presentazione degli esiti della VQR, la valutazione
della qualità della ricerca condotta dalla Agenzia di valutazione
dell'università e della ricerca. Michele Orezzi, coordinatore
dell'Unione degli Universitari, commenta così la presentazione dei
risultati: "Il primo requisito per poter valutare una struttura è
banalmente fornire i mezzi per poter funzionare normalmente. I tagli
degli ultimi anni hanno messo in grande difficoltà molti atenei e
quindi l'attività di ricerca di dipartimenti e ricercatori. Effettuare
una valutazione in questi termini rischia da un lato di fornire una
immagine distorta, perché influenzata dal deficit di risorse più che
dalla competenza e dalla passione dei ricercatori, e dall'altro di
fornire l'alibi per ridurre ulteriormente le risorse proprio a quelle
strutture che più avrebbero bisogno di interventi urgenti e
straordinari".
Continua Orezzi: "I risultati di questa valutazione rischiano di
influenzare pesantemente anche il flusso di iscrizioni alle università.
È bene però prestare grande attenzione perché dietro questi numeri non
c'è alcuna analisi della qualità della didattica o dei servizi offerti.
Le università senza ricerca non esistono, ma non possono limitarsi ad
essere dei centri di ricerca".
Conclude Orezzi: "Questi risultati saranno utilizzati anche per la
ripartizione di una parte dei fondi per il funzionamento ordinario
delle università, un aspetto davvero molto critico. In realtà non si
tratta di premiare chi meglio ha utilizzato i fondi o chi ha dato prova
di avere più competenze e capacità, ma si tratta di ridistribuire
parzialmente i tagli. Le politiche della valutazione e della
assicurazione della qualità non possono che basarsi su nuovi
investimenti, su fondi aggiuntivi e maggiori disponibilità di mezzi e
personale. L'Italia è uno dei Paesi che meno investe in ricerca e
istruzione superiore. Oggi è più che mai necessario ripartire da questi
dati evidenti ormai a tutti e chiederci se non sia il caso di attuare
misure concrete per evitare che tutte le statistiche internazionali
continuino a vedere l'Italia come fanalino di coda".
Elvira Ricotta Adamo
Esecutivo Nazionale UDU-Unione degli Universitari
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