Concorso docenti, tanti vincitori rimarranno disoccupati: non ci sono più i posti liberi!
Data: Lunedì, 15 luglio 2013 ore 09:00:00 CEST Argomento: Sindacati
Per migliaia di
candidati meritevoli si prospetta una selezione-beffa. Un esempio per
tutti: in Sicilia per la primaria entro fine agosto verranno
individuati 202 nuovi insegnanti, ma le cattedre vacanti sono appena
37. Con l’aggravio di altri 87 in soprannumero (già di ruolo) pronti a
subentrare. Anief: colpa degli errori di calcolo e di programmazione
del Miur, delle norme che fanno decadere gli idonei col nuovo concorso
e delle riforme Gelmini e Fornero che hanno ridotto cattedre, tempo
scuola e turn over. I paradossi della burocrazia della scuola italiana
non finiscono mai: una fetta consistente degli ormai prossimi 11.542
vincitori del concorso a cattedre bandito lo scorso anno, dopo aver
superato una dura selezione – composta dalla prova preselettiva, tre
verifiche scritte e due colloqui orali - rischiano di rimanere senza
lavoro. Per degli errori di calcolo e di programmazione del Miur, uniti
alla “stretta” sulle pensioni introdotta dal Governo Monti, molte delle
assunzioni ripartite da tempo a livello regionale non potranno infatti
avere luogo. Soprattutto al Sud, dove le opportunità di trovare lavori
alternativi sono ridotte al lumicino. Per loro si tratterà di una vera
beffa: poiché la normativa dei concorsi pubblici prevede che con
l’espletarsi del successivo bando decadano automaticamente i vincitori
del precedente, tra due o al massimo tre anni tutti i candidati idonei
che non saranno stati nel frattempo assunti rimarranno con un pugno di
mosche in mano. Addirittura, secondo quanto prevede il Ministero
dell’Istruzione, non avranno nemmeno il diritto di inserirsi nelle
graduatorie ad esaurimento. Con il risultato che si ritroveranno
vincitori di un concorso senza avere goduto di alcun beneficio
professionale. Il sindacato è giunto a questa triste conclusione
incrociando i dati ufficiali sulla ripartizione regionale delle
cattedre da assegnare tramite il concorso pubblico e le recenti
elaborazioni su organici e mobilità del personale (in via di
ultimazione). La casistica che dà supporto alla denuncia dell’Anief è
lunga. In Sicilia sono 216 i posti che dovrebbero andare ai vincitori
del comparto scuola d’infanzia. Peccato che dopo i trasferimenti,
secondo un’elaborazione prodotta dalla Flc-Cgil, ne siano rimasti poco
più della la metà: 128. Situazione analoga in Campania: per i 243
vincitori del concorso ci sono solo 164 posti disponibili. Alla
primaria va ancora peggio: in Abruzzo si accingono a brindare alla
vittoria 100 candidati. Peccato che il Miur ne abbia a disposizione
appena 23, di cui 12 a Chieti, 1 a L’Aquila, 4 a Pescara e 6 a Teramo.
Un caso eccezionale? Purtroppo no. In Basilicata, a fronte di 71
prossimi vincitori del concorso, ci sono appena 17 posti a
disposizione. In Calabria 91 su 202. A dir poco “sballati” anche i
conteggi fatti in Campania, dove i 360 idonei e meglio posizionati
dovranno spartirsi la miseria di 62 posti. A leggere le disponibilità
dei posti vacanti da chiedersi perché sia stato bandito il concorso
della primaria in Molise, dove per i 26 meritevoli al momento sono
liberi solo 2 posti nella provincia di Campobasso. Non ridono,
comunque, nemmeno in Puglia, dove 284 “eletti” dovranno contendersi 56
cattedre vacanti. E che dire della Sicilia, la quale si dovrà
accontentare di 37 posti per 202 vincitori di concorso? Considerando
che sempre la regione più a sud d’Italia vanta, sempre nella primaria,
addirittura 87 maestri di ruolo soprannumerari, per quelli che hanno
vinto la dura selezione del concorso si prospetta un futuro
professionale molto probabilmente da precari. Una situazione, quella
dei docenti di troppo, che nella scuola superiore purtroppo diventa
ancora più frequente. In Puglia, ad esempio, sulla A060 (Scienze
naturali, chimica e geografia), entro fine agosto saranno 13 ad essere
decretati meritevoli di accedere all’immissione in ruolo: sempre per
effetto della riforma Gelmini, però, oggi su quella disciplina ci sono
ben 25 soprannumerari. Situazione leggermente migliore per la A034
(Elettronica) in Sicilia: i 7 che usciranno meglio classificati dalla
selezione, al momento sono “chiusi” da 6 docenti rimasti senza
cattedra. Davvero cupe le prospettive della 036 (Filosofia, psicologia
e scienza dell’educazione), sempre sia in Puglia che in Sicilia: i
rispettivi 8 e 10 candidati da prescegliere, non potranno essere
assunti se non prima verranno smaltiti gli attuali 2 docenti privi di
posto in Puglia e addirittura 20 in Sicilia. Non vorremmo, infine,
essere nei panni dell’unico vincitore del concorso a cattedre in
Sardegna appartenente alla classe di concorso A051 (Materie letterarie
e latino nei licei e nell'istituto magistrale): dovrà sperare che si
esauriscano in fretta gli attuali colleghi già di ruolo di Cagliari,
Nuoro, Oristano e Sassari, dove dal 1° settembre rispettivamente in 33,
6, 10 e 5 saranno costretti ad essere impiegati su altre cattedre
perché rimasti senza posto. Ci fermiamo qui, anche se potremmo andare
avanti. Di sicuro però il concetto è chiaro. Certo, al Miur potrebbero
ribattere che siccome le assunzione si attueranno su due anni, la
prossima estate le disponibilità potrebbero essere maggiori. Per non
illudere nessuno, pensiamo che questa speranza sia davvero difficile
dal compiersi. Primo, perché la metà dei già esigui posti disponibili
sono destinati a coloro che sono meglio classificati nelle graduatorie
ad esaurimento. In secondo luogo, perché con la riforma pensionistica
introdotta dall’ex ministro del lavoro, Elsa Fornero, il turn over è
destinato a ridursi ulteriormente. Terzo, ma non per ultimo, perché per
colpa di un’altra riforma, quella dell’ex ministro dell’Istruzione,
Maria Stella Gelmini, la forte riduzione dei posti e degli orari
curricolari, il tempo-scuola per intenderci, ha prodotto un altissimo
numero di soprannumerari. Solo quest’anno in tutta Italia ve ne sono
più di 7mila. I quali, poiché quella dell’organico funzionale continua
ad essere solo un promessa vana, verranno dirottati (seppure spesso
privi di specifica abilitazione) sui già pochi posti disponibili. Per
evitare che la politica del merito si trasformi in una colossale beffa,
Anief torna a chiedere al Miur di dare attuazione all’annunciata
realizzazione di una graduatoria degli idonei al concorso almeno
triennale: “il nostro sindacato – commenta Marcello Pacifico,
presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - si era accorto
subito, nel settembre scorso, che quella della graduatoria pluriennale
era una prerogativa inevitabile: in sua assenza, come aveva deciso il
Miur, tanti vincitori avrebbero rischiato di rimanere senza posto di
lavoro. Non a caso, annunciammo ricorso contro l’assenza della
graduatoria il giorno stesso in cui uscì il bando. Ora però l’assenza
dei posti rischia di vanificare tutto. Questa situazione kafkiana, di
un paese che bandisce un concorso pubblico lasciando i vincitori per
strada, - conclude laconicamente Pacifico - conferma la forte
disorganizzazione di cui soffre cronicamente il sistema scolastico
italiano”.
Anief.org
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